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Sedano Bianco di Sperlonga IGP


 

Lazio

 

Ortofrutta e cereali

SEDANO BIANCO DI SPERLONGA (IGP)

Sedano bianco di Sperlonga IgpArea di produzione – deve essere coltivato e confezionato nel territorio del Comune di Fondi e del Comune di Sperlonga.
Varietà – appartiene alla specie Apium graveolens L. var dulce Mill. ecotipo “Bianco di Sperlonga”, con coste bianche o biancastre. Il caratteristico colore chiaro è un elemento intrinseco dell’ecotipo, che comunque può essere enfatizzato con densità di semina più fitta.
Descrizione del prodotto – all’atto del consumo deve rispondere alle caratteristiche specifiche dell’ecotipo locale “Bianco di Sperlonga”: Pianta: taglia media, forma compatta, recante 10-15 foglie; Foglie: colore verde chiaro; Piccioli fogliari: colore bianco con leggera sfumatura verde chiaro, poco fibrosi, caratterizzati da costolature poco evidenti; Peso: o calibro medio: da 500 a 800 grammi o calibro grosso: oltre 800 grammi; Sapore: dolce e solo moderatamente aromatico che lo rende particolarmente indicato ad essere consumato fresco; presenza di acidi organici totali: non inferiore a 135,00; resistenza alla frattura (N): non inferiore a 20; zuccheri totali: non inferiore a 13,00.
Metodo di ottenimento – la semina deve essere praticata a partire dal mese di Luglio. Il seme può essere disposto tal quale o confettato in cassette (a spaglio) oppure in contenitori alveolati. Per la germinazione del seme è indispensabile la presenza di luce. La produzione del seme, operata attraverso la selezione fenotipica (ossia ottenimento del seme dalle piante migliori), avviene presso le aziende e/o i vivai ricadenti nell’areale di produzione. Il seme prodotto da tali aziende e/o dai vivai, può essere messo a disposizione degli altri produttori o dei vivai ricadenti nell’areale di produzione, i quali provvedono alla produzione delle piantine. Le piantine prodotte presso i vivai devono essere restituite o messe a disposizione delle aziende ricadenti nell’areale di produzione. Il seme riprodotto deve essere quello della risorsa genetica “Sedano bianco di Sperlonga” iscritta al Registro volontario Regionale di cui alla L.R. 1 marzo 2000 n° 15 che tutela la biodiversità in agricoltura. Il trapianto delle piantine deve avvenire quando le stesse hanno raggiunto un’altezza di 10-15 cm circa. Il sesto di impianto è di 25-35 cm tra le file e 25-35 cm sulla fila, con un investimento ottimale di 10-12 piante/m2. E’ ammesso un investimento massimo di 14 piante/m2. Il fabbisogno idrico della coltura dell’ecotipo “Bianco di Sperlonga” è assicurato mediante irrigazione. Sono consentiti sistemi irrigui a pioggia o di microirrigazione. La concimazione della coltura del sedano deve essere impostata con riferimento alle successioni di cicli colturali dell’intera annata agraria. In particolare gli apporti di azoto devono essere nell’anno complessivamente inferiori a 155 Kg/ha nel rispetto della Direttiva 91/676/CEE. Il controllo delle erbe infestanti deve essere particolarmente curato nei primi 40-50 giorni dal trapianto in quanto il sedano, in questa fase, presenta un accrescimento lento e pertanto è poco competitivo nei confronti delle erbe infestanti. La lotta alle malerbe è effettuata con tecniche ecocompatibili quali: mezzi fisici (solarizzazione) o mezzi manuali (sarchiatura o scerbatura). Tuttavia è consentito l’impiego di diserbanti registrati per la coltura (antigerminelli) sia in fase di pre-trapianto che in fase di posttrapianto, entro un termine massimo di 3 settimane dall’impianto. La difesa dai parassiti deve essere effettuata secondo le tecniche di lotta integrata al fine di ridurre al minimo o di eliminare i residui di antiparassitari sul sedano. Il “Sedano Bianco di Sperlonga” rispetto alle principali cultivar commerciali risulta meno sensibile alla prefioritura. La raccolta va effettuata a mano, recidendo la pianta al di sotto del colletto. Le piante devono essere adagiate nel contenitore, evitando che durante tale operazione si verifichino sfregamenti con conseguente rottura dei tessuti e fuoriuscita di succhi cellulari. Inoltre l’esposizione al sole del prodotto dopo la raccolta va ridotta al minimo.

 

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