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Mini-verticale: Re Sol 1997 e 2000 – Luigi Brunelli

Non esce tutti gli anni il Re Sol di Brunelli ma solo in occasione delle vendemmie più fortunate. Dopo lo splendido 1997 abbiamo dovuto attendere tre anni per apprezzarne di nuovo la bontà ed ora, in una mini-verticale, analizziamo le due ultime annate disponibili: 1997 e 2000, versandole dalle loro bottiglie esili e slanciate, a preannunciare un contenuto prezioso. Un Re Sol, quello del 1997, che a quasi sei anni anni dalla vendemmia si presenta ancora in gran forma, con il suo colore dorato pieno, caldo e lucido, e con i suoi profumi evoluti ma affatto maderizzati. Vi troviamo sempre netti i profumi agrumati ormai perfettamente canditi, di cedro e di arancio, poi di mela cotogna ormai tendente alla sua cotognata. Accanto ad essi ecco aggiungersi note tostate di nocciola e mandorla le quali, coadiuvate dal profumo di miele millefiori, regalano un insieme che ricorda il torrone bianco. Poi uva passa, erbe aromatiche, spezie arabesche ed incenso a completare un quadro ampio, elegante, eccellente.
Gli fa eco un 2000 dal colore anch’esso dorato lucente ma più vivace, dai guizzi verdolini visibili in controluce, e dalla altrettanto nobile consistenza nel calice. I suoi profumi sono lievemente più freschi e più aciduli, di fiori bianchi e di nettare, di scorza di cedro, di mela grattata, di frutta secca e di erbe aromatiche fresche tra le quali emerge la fresca menta, poi lo zucchero vanigliato, effetto confetto. Un quadro olfattivo più giovane, altrettanto gradevole, che prevediamo allinearsi a quello del fratello maggiore negli anni a venire.
Al gusto sono entrambi dolci così come ci si attende dopo l’olfatto, dalla ben calibrata sensazione alcolica, morbidi e spessi sotto al palato in virtù della rimarcabile concentrazione, quasi opulenti ma ben sostenuti da un nerbo acido che alleggerisce il quadro complessivo e da una nota sapida, che appare più pronunciata nella versione 2000, a renderne equilibrate le sensazioni ed eccellente la degustazione. Finale di bocca lunghissimo, dolce, dal frutto candito e secco, fresco nella versione 2000, avvolgente.
Un vino soave (e l’aggettivo ha un doppio significato), dal soave modo di disporsi tra papille e palato, dalle sensazioni tattili sinuose, fruttate, polpose e succulente; eccellente in entrambe le annate, tra le quali si notano differenze cronologiche ma non qualitative, sempre attestate su altissimi livelli. Sempre ai vertici della migliore produzione italiana nell’ambito dei vini dolci, il Re Sol si conferma vino che si valorizza nel tempo, che migliora maturando. Un dolce vino da servirsi in piccoli calici, fresco a 10-12°C, in abbinamento con fegato grasso d’oca o d’anatra, oppure con del gorgonzola. A temperatura lievemente più alta con pasticceria secca, sino alla temperatura ambiente se sorseggiato quale vino da meditazione.

Valutazione 1997: @@@@@
Valutazione 2000: @@@@@

Maurizio Taglioni

Sociologo e giornalista enogastronomico, è direttore responsabile di laVINIum - rivista di vino e cultura online e collabora con diverse testate del settore. Ha curato la redazione dell’autobiografia Vitae di un vignarolo di Antonio Cugini (2007), ha scritto il saggio “Dall’uva al vino: la cultura enologica ai Castelli Romani” in Una borgata che è tutta un’osteria a cura di Simona Soprano (2012), e ha pubblicato la ricerca socio-economica «Portaci un altro litro» - Perché Roma non beve il vino dei Castelli (2013). Collaboratore scientifico del Museo diffuso del Vino di Monte Porzio Catone, porta avanti dal 2009 la ricerca qualitativa volta alla raccolta e documentazione delle storie di vita degli anziani vignaioli dei Castelli Romani, confluita nell’allestimento museale multimediale Travaso di cultura e nell’installazione artistica itinerante Vite a Rendere, per la riscoperta e il recupero delle tradizioni vitivinicole dei Castelli Romani.

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