L’uva Caprettone è la varietà a bacca bianca autoctona del Vesuvio per antonomasia, il suo areale di riferimento va dalla zona di Ercolano a San Giuseppe Vesuviano e le zone più vocate sono individuate nei comuni di Trecase e Boscotrecase. La zona dove riesce a dare la sua massima espressività in termini di maturazione, rientra tra le contrade del Tirone, della Guardia e di Fruscio. Il grappolo ricorda la pigna del trebbiano, contiene poche catechine ossidabili, ossia difficilmente assume il colore bruno di uve troppo cotte. È una pianta abbastanza vigorosa, che ben si adatta al suolo vulcanico ed è dotata di un buon sistema radicale. Nonostante le sue origini antiche è stato riconosciuto solo negli ultimi tempi come vitigno con un suo specifico profilo genetico e produttivo, infatti per un lungo periodo è stato confuso con il vitigno Coda di Volpe. Non è una varietà aromatica, anzi è possibile annoverarla tra le varietà tendenzialmente “neutre”, essendo piuttosto povera di aromi primari, ma è stato ampiamente riscontrato che, dopo almeno un anno di affinamento in bottiglia, è capace tuttavia di restituire piacevoli note di albicocca e ginestra. Al palato invece esprime una decisa sapidità, ben diversa dalla salinità tipica delle zone di costiera. Altra piccola curiosità è il suo uso tradizionale come vino spumante, infatti, essendo dotato di una buona dose di proteine si presta bene alla presa di spuma.
L’uva Caprettone veniva infatti tradizionalmente vinificata dai contadini come lambiccato, messa poi in bottiglia, rifermentata e bevuta frizzante. Tra i primi a puntare su questa tipologia è stata l’azienda vesuviana Casa Setaro che da anni ne ha fatto un suo segno distintivo. Da tempo infatti Massimo Setaro ha puntato sulla versione spumantizzata Metodo Classico delle sue uve a bacca bianca, ha puntato e creduto in questo prodotto perfezionandolo, fino a dare al Pietrafumante millesimato che, oltre ad avere una sosta di 48 mesi sui lieviti, è senza alcun dosaggio aggiunto. Presentato a metà febbraio a Terrazza Calabritto, ristorante partenopeo guidato da Enzo Politelli e sito nella centralissima piazza Vittoria, il “Pietrafumante” Brut Nature millesimato 2016 da uva Caprettone sul Vesuvio, dimostra nel sorso il suo carattere con eleganza. Snellezza e personalità ne definiscono l’olfatto che gioca su note di ginestra, erba cedrina e rimandi agrumati e floreali; al palato è sapido e scorrevole con una vena acida ben integrata. Un progetto che deve essere un punto di partenza per dare sempre più valore all’areale vesuviano, ricco di spunti, di luoghi unici e biodiversità da far conoscere.
Fosca Tortorelli
È Sommelier e Degustatrice ufficiale A.I.S. rispettivamente dal 2003 e dal 2004; ha sviluppato nel suo lavoro di dottorato in Industrial Design, Ambiente e Storia, la tesi sperimentale dal titolo “Reinterpretare le Cellae Vinariae. Ambiente, Processo, Produzione” e una successiva pubblicazione in collaborazione con la Prof. Muzzillo F. dal titolo “Vitigni del Sud: tra storia e architettura” (Roma Natan Edizioni, 2012). Ha conseguito il Master Sommelier ALMA-AIS (luglio 2016) presso ALMA a Colorno (Parma). Fa parte dei Narratori del Gusto e insieme al Centro Studi Assaggiatori di Brescia partecipa a panel di degustazione di rilievo nel settore enogastronomico. Fa parte anche dell’associazione Donne del Vino, ha scritto sulla rivista l’Assaggio, oltre che su diverse testate registrate e ha preso parte alle degustazioni per la Guida Vitae, per la guida Slow wine 2017 e per la guida Altroconsumo. Dal 2018 è giornalista pubblicista.
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Sommelier e master sul servizio vino e relazione col commensale, ha tenuto alcuni corsi in area territoriale del Pavese di approccio/divulgazion (...)
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