Pomerol 2012 Château Petit-Village
Situati proprio nel cuore del Bordolese, i circa 700 ettari dei vigneti di Pomerol danno da secoli dei vini straordinari che sono considerati fra i migliori del mondo, tra cui i famosissimi Château Latour e Château Petrus. La tenuta di Château Petit-Village si estende su un corpo unico di 10,5 ettari vitati che occupano parte di un’altura spaziosa dai terreni ricchi di ferro e altri minerali, dove la sabbia è ben mischiata con ghiaia fine in superficie e argilla in profondità, assicurando un drenaggio perfetto. È sorta nel XVIII secolo ed è appartenuta in successione alle famiglie Seguin, Buidin-Bouffins, Heron per passare alle cure di Fernand Ginestet nel 1919, ottenendo fin d’allora un enorme successo. Ma nel 1956 un’eccezionale gelata primaverile aveva provocato una vera catastrofe e avevano dovuto ripiantumare quasi tutte le vigne.
Allora fu commesso un grave errore: contrariamente alla tradizione e alle condizioni pedo-climatiche del terroir venne piantato in prevalenza il cabernet sauvignon, peggiorando così la qualità del vino e compromettendo l’immagine dell’azienda. Negli anni ’70 Bruno Prats, nipote di Fernand Ginestet, ripristinò le antiche proporzioni tra i vitigni e rinnovò in modo esemplare i sistemi di coltivazione, meritandosi grande stima nella zona e migliorando il vino fino all’eccellenza. Dal 1989 la tenuta appartiene all’Axa Millésimes e, curata da Christian Seely e Diana Berrouet Garcia, coltivano merlot ( 75%), cabernet franc (18%) e cabernet sauvignon (7%) che producono circa 60.000 bottiglie l’anno di vino rosso da agricoltura biologica in due tipologie: il nobile Château Petit-Village e il più comune Jardin de Petit-Village.
Mi sono piaciute diverse annate dello Château Petit-Village fin dalla 1999 e la 2012 è stata una delle migliori grazie a un’estate soleggiata ed estremamente vantaggiosa per le viti, che sono state in grado di recuperare i ritardi accumulati durante il periodo della fioritura e un attacco della peronospora tra metà giugno e metà luglio. Lo sforzo enorme compiuto in campo è stato premiato da un bellissimo mese di settembre che è stato secco e caldo fino alla vendemmia, cominciata un po’ più tardi del solito, il 24 settembre con i merlot delle vigne più giovani e terminata l’11 ottobre con le vecchie vigne di cabernet sauvignon. In questo periodo di 18 giorni, ci sono stati però soltanto 8 giorni effettivi di raccolta, che hanno permesso di differenziare il prelievo dei grappoli in base alla maturazione ideale delle uve. Anche le vinificazioni sono state fatte parcella per parcella, senza eccedere in estrazioni dai mosti per preservare la freschezza e il fruttato. I grappoli, selezionati già durante la vendemmia manuale, sono stati consegnati alla cantina in cassette da 20 kg per un’ulteriore selezione sui tavoli.
La vinificazione è avvenuta con macerazioni da 20 a 25 giorni in tini di cemento a temperatura controllata e la fermentazione malolattica si è completata in barriques. Il vino è maturato poi in modo tradizionale per 15 mesi in barriques (all’80% nuove e al 20% di secondo passaggio). L’assemblaggio finale è risultato 80% merlot, 14% cabernet franc e 6% cabernet-sauvignon. Ogni annata è diverso, ma sempre in rapporto più o meno con la composizione del vigneto.
Colore rubino scuro, purpureo, dai riflessi granata. È un vino di grande personalità, espressivo, seducente, molto fine e perfettamente equilibrato. La setosità non ne offusca la potenza e lo speziato. Il bouquet è ricco di aromi di piccoli frutti rossi tra cui amarena, fragola, lampone con note di fichi, uva sultanina, cedro, cioccolato e un tocco delicato di cannella e di sandalo. In bocca è morbido, fresco, molto persistente. Possiede un enorme potenziale di affinamento nel tempo, ma è molto piacevole anche subito. Anche se lo consiglierei più da meditazione e da alcova che da pasto, centellinandolo con quella stessa calma che sa distribuire a piene mani, in tavola esalta la cacciagione di piuma in salse nobili forse più della selvaggina di pelo con cui è squisito, ma da giovane accompagna bene anche le carni rosse stufate, il nostro ossobuco alla milanese e non fucilatemi se lo arrischierei pure con la coda alla vaccinara. Consiglierei di servirlo tra 18 e 20 °C in calici molto ampi.
Mario Crosta
Tipologia: AOC Pomerol
Vitigni: 80% merlot, 14% cabernet franc, 6% cabernet sauvignon
Titolo alcolometrico: 13,5%
Produttore: PETIT-VILLAGE
Bottiglia: 750 ml
Prezzo enoteca: da 90 a 110 euro