Aglianico del Vulture Donato D’Angelo 2017
Degustatore: Andrea Li Calzi
Valutazione: @@@@
Data degustazione: 09/2021
Tipologia: DOC Rosso
Vitigni: aglianico
Titolo alcolometrico: 13,5%
Produttore: DONATO D’ANGELO
Bottiglia: 750 ml
Prezzo enoteca: da 15 a 25 euro
Un vino che rappresenta la realizzazione di un sogno divenuto realtà. L’esigenza, unita alla consapevolezza, di voler personalizzare un viaggio iniziato anni or sono e che oggi, sin dall’etichetta, porta la firma del suo autore, enologo e titolare della cantina, sto parlando ovviamente di Donato D’Angelo.
Questo vino proviene da una selezione di uve aglianico di vigneti diversi dislocati nella zona più tipica di produzione del Vulture; i comuni sono Ripacandida e Maschito, in provincia di Potenza. Le uve crescono a un’altitudine di 500 metri su terreni di medio impasto vulcanico, ricchi di sostanze minerali. La prima annata prodotta è stata la 2000, uscita in commercio nel 2003, epoca in cui Donato D’Angelo ha compiuto cinquant’anni. La vendemmia avviene a fine ottobre in vigneti con età media di 40-50 anni; le stesse uve vengono vinificate con pigiatura, diraspatura e quindi macerazione e fermentazione naturale in vasche di cemento; dopo la svinatura, il lungo affinamento in tonneaux (almeno diciotto mesi).
La 2017 non è stata un’annata facile nemmeno da queste parti, l’esperienza di Donato in Cantina, così come in vigna, ha permesso di portare a casa uve sane e con livelli di acidità accettabili. Rubino intenso, in controluce evidenzia riflessi granato caldi; roteando il vino all’interno del calice lacrime piuttosto fitte faticano a precipitare. Il respiro è intenso, dapprima caratterizzato da dolci suggestioni di frutta matura: amarena, ribes nero e prugna disidratata; con opportuna ossigenazione rivela tutto un mondo di spezie dolci, financo orientali, ravvivate da una coltre balsamica di eucalipto e ricordi di incenso, zolfo, liquirizia dolce. Fa fatica ad aprirsi ulteriormente, anche a oltre mezz’ora dalla mescita, è un vino ancora in fasce e lo si evince già dal primo sorso: teso e al contempo morbido, la parte glicerica lotta col tannino ed è sorretta da vibrante acidità; l’allungo finale è orientato verso una sapidità a tratti dirompente che mostra tutto il potenziale delle vigne di Donato, e dell’uva aglianico, allevate in alcuni tra i comuni più vocati del Vulture.
Vicinissimo alla quinta chiocciola, pronto a scommettere un piatto d’agnello in umido con abbondante cipolla rossa lucana – perfetto in abbinamento – che la conquisterà tra un paio d’anni.