GIRLAN

Indirizzo: Via San Martino, 24 – 39057 Cornaiano (BZ)
Tel.: +39 0471 662403
Fax: +39 0471 662654
Sito: www.girlan.it
Email: info@girlan.it
laVINIum – 04/2022
L’Alto Adige è una regione affascinante sotto diversi aspetti, più la frequento e più mi rendo conto che i motivi per tornarci sono sempre in costante crescita; è ciò che penso fra me e me ogni qual volta imbocco l’autostrada del Brennero da Bolzano in direzione Novara. La passione per la montagna, e soprattutto per lo sci di fondo, mi ha spinto a frequentare il territorio ormai dal lontano 2001, epoca in cui la passione per il vino cominciava seriamente a tirare i primi calci; all’epoca ero ammaliato dai profumi ipnotici e dal timbro prepotente di alcuni Gewürztraminer, al gusto rotondo e ammaliante di tanti Lagrein, caratteristiche impossibili da trovare nei vini delle mie parti quali nebbiolo, vespolina o erbaluce.
Pian piano, come per la grande maggioranza degli assaggiatori seriali, il gusto è cambiato e, pur riconoscendo l’indubbio valore dei vitigni sopracitati, il colpo di fulmine è scoccato verso cultivar dai tratti più austeri, levigati: schiava, riesling e soprattutto pinot nero. Quest’ultimo varietale, originario della Borgogna, in Alto Adige ha saputo adattarsi con risultati molto interessanti mostrando un carattere proprio, lineamenti definiti e difficilmente assimilabili ad altre aree vitivinicole italiane, quali ad esempio Valle d’Aosta, Toscana o Sicilia. Ripercorrere la mia esperienza personale significa ripensare anche alle svariate visite presso Cantine storiche che hanno reso celebre il vino prodotto tra queste colline pseudo montane, diversi i nomi che mi vengono in mente, uno fra tutti è Kellerei Girlan, ovvero Cantina Girlan.
Fondata nel 1923 in uno storico e pittoresco maso del XVI secolo, 23 viticoltori – i cosiddetti pionieri – costruiscono le fondamenta di quella che allo stato attuale viene considerata come una delle Cantine più importanti dell’Alto Adige, con sede a Cornaiano, piccolo borgo vitato a circa 9 km in direzione sud ovest rispetto al capoluogo di regione, ovvero Bolzano. Oggigiorno i soci viticoltori sono ben 200 e gli ettari vitati 220, suddivisi in cinque microzone: Girlan, Appiano Monte, Monticolo, Montagna e Mazzon. Un elemento che mi ha sempre affascinato da queste parti, e più vado avanti e più ne sono estremamente convinto, è che in Alto Adige le Cantine Cooperative hanno mostrato, nel tempo, un potenziale pressoché infinito e una qualità medio alta che ha reso possibile il raggiungimento di traguardi eccezionali.
Aziende come Girlan hanno saputo guadagnare una credibilità anche, e soprattutto, a livello europeo che è servita da traino e modello per tante altre realtà cooperative del nostro Bel paese, dov’è innegabile – negli ultimi decenni – un aumento progressivo della qualità media dei vini prodotti. Al timone troviamo Oscar Lorandi, Direttore della Cantina, affiancato da quello Amministrativo ovvero Helmut Strumpflohner; a capo dello staff enotecnico invece l’enologo Gerhard Kofler. Nel 2010 l’Azienda ha avviato un processo di ammodernamento che oggigiorno rende possibile la produzione annua di 1.350.000 bottiglie suddivise tra 55% bianchi e 45% rossi, la riprova che le grandi cantina dell’Alto Adige credono fortemente nel potenziale del territorio a 360°. A tal proposito la filosofia di Casa è piuttosto chiara, essenziale: in primis valorizzare al massimo tutte quelle cultivar che hanno fatto la storia della regione, sto parlando ovviamente di pinot bianco, vernatsch (schiava) e pinot noir ma non solo; l’obbiettivo è anche quello di produrre vini dotati di una forte impronta territoriale grazie a vitigni internazionali quali ad esempio chardonnay e sauvignon, etichette in grado di competere ad armi pari con i grandi terroir di tutto il mondo.
Il continuo confronto genera spesso differenze sostanziali, in positivo e anche in negativo, elementi importantissimi per poter crescere, migliorare così da poter raggiungere traguardi lontani. Ormai da tanti anni, per fortuna, sempre più Aziende sentono il preciso dovere di porre l’accento sul tema legato alla cosiddetta sostenibilità e di conseguenza attuare tutta una serie di interventi atti a raggiungere tale scopo. Kellerei Girlan, per quanto concerne il suolo, agisce con un discompattamento e concimazione verde con la semina di legumi, fertilizzanti organici su terreni poveri, vengono banditi quelli minerali; attua inoltre una riduzione dell’irrigazione con uso di sistemi a goccia a risparmio idrico. Tra le viti si attua il principio minimo nella protezione riducendo il numero e la frequenza degli agro farmaci. Alle classiche malattie della vigna, come ad esempio le tignole d’uva, si preferisce porre rimedio con prodotti naturali – e metodi ecologici – come la confusione sessuale piuttosto che con prodotti di sintesi. La Cantina è dotata inoltre di un impianto fotovoltaico che riduce del 50 % il consumo di energia; ulteriore elemento di grande importanza per il sottoscritto è la scelta di tappi naturali non sbiancati e il fatto che una percentuale della produzione veda protagonista la chiusura a vite, fenomeno che sta prendendo sempre più piede anche in Italia.
Per tutti coloro che ignorano il fascino e le bellezze dell’Alto Adige è bene asserire che la suddetta regione è tra le più piccole del Bel paese ed al contempo la più variegata, lo si deve indubbiamente alla sua posizione geografica. Versanti collinari costituiti da vasti vigneti che si dipanano lungo i due fiumi più importanti della regione, l’Agide e l’Isarco. Il loro defluire incontra scenari del tutto differenti: si va dal classico tratto alpino caratterizzato dai maestosi nevai, alle piane baciate del sole di stampo prettamente mediterraneo della Bassa Atesina, a un tiro di schioppo dal Trentino, dove le correnti sono nettamente più tiepide, le stesse che smuovono gli ulivi e le fronde dei fichi. Trovo interessanti diversi aspetti circa la coltivazione della vite da queste parti, la stessa si estende su un’area inferiore ai 5.300 ettari, ma comprende svariate fasce climatiche e una moltitudine di terreni differenti per tipologia. Vengono allevate venti distinte varietà in un dislivello che va dai 200 ai 1.000 metri sul livello del mare. Quest’incredibile vastità di scenari è perlopiù caratterizzata da un clima mite, di tipo alpino continentale, che dona oltre 300 giornate di sole l’anno.
Le Alpi a nord proteggono la regione dai venti gelidi settentrionali, mentre da sud le viti vengono coccolate dalle correnti calde mediterranee e dal Lago di Garda. Diversi gli elementi che rendono uniche, per certi versi, le uve in Alto Adige; tra i fattori più importanti vi è senza dubbio l’escursione termica tra giorno e notte – da queste parti davvero considerevole – inoltre la temperatura media di 18° durante il periodo vegetativo, e le piogge frequenti, assicurano condizioni ideali per una vendemmia in grado di portare in cantina una materia prima sana e con ottimi livelli di acidità, anche in annate più calde.
Veniamo alle tre microzone che costituiscono il vero e proprio cuore pulsante della produzione di Casa Girlan, ed iniziamo proprio dalla prima area omonima, quella da cui prende il nome la Cantina. Ci troviamo a Cornaiano (BZ), a pochi km dal capoluogo di regione, in un pittoresco versante collinare compreso fra i 448 e i 550 metri s.l.m., è qui che si estende la maggior parte dei vigneti dell’Azienda.
Terreni prevalentemente sabbiosi, argillosi e ricchi di minerali, dove le uve crescono sane e mature grazie ad un’ampia apertura verso la Val d’Adige che a sud gode dell’influsso del clima mediterraneo. La seconda microzona è denominata Gschleier, posta su una collina morenica a 450 m d’altitudine e caratterizzata da un terreno calcareo, ghiaioso e argilloso; tra i pochi fazzoletti di terra in quel di Cornaiano ad essere rivolto a sud. Da quasi cinquant’anni ormai, soprattutto la schiava allevata nella zona di Gschleier, dà vita a vini piuttosto complessi, dotati di profondità e carisma, indubbiamente diversi rispetto ad altre aree altoatesine.
Alcuni ceppi hanno 80-110 anni di età, rese molto basse compresa fra i 50 e i 60 ettolitri per ettaro. Veniamo all’area protagonista del mio racconto, colei che dà vita ad alcuni tra i Pinot Nero più noti d’Italia, e che in parte illustrerò tra poco.
Sto parlando di Mazzon, vero e proprio cru all’interno del comune di Egna (BZ), a circa 20 km sud di Cornaiano. Girlan possiede ben dieci ettari di vigna, la stessa deve la sua grandiosità a due fattori principali, ovvero clima e terreno, elementi importantissimi per giungere ad un ottimo risultato considerando i mille capricci dell’uva sopracitata. L’argilla è la protagonista indiscussa, coadiuvata da una buona percentuale di calcare; l’esposizione al sole durante il pomeriggio conferisce al Pinot Nero prodotto a Mazzon gran parte del suo equilibrio, della sua classe, la stessa si traduce in doti di eleganza strutturale e longevità.
Andrea Li Calzi