Piemonte Grignolino Jescot 2022

Degustatore: Andrea Li Calzi
Valutazione: @@@@
Data degustazione: 03/2025
Tipologia: DOC Rosso
Vitigni: grignolino
Titolo alcolometrico: 14%
Produttore: TENUTA LA FIAMMENGA
Bottiglia: 750 ml
Prezzo medio: da 13 a 16 euro
Il primo dei quattro vini rossi proposti da Tenuta la Fiammenga, cantina astigiana guidata dai cugini Paolo e Guido Sartirano, è prodotto mediante uve grignolino in purezza. L’anarchico vitigno piemontese, allevato soprattutto nella provincia di Asti e nel Monferrato Casalese, è tale proprio perché cresce soltanto dove gli pare e quasi sempre dando del filo da torcere anche ai viticoltori più appassionati. Tutto ciò a causa della sua scarsa produttività, sensibilità alle malattie della vite e alle variazioni climatiche che stanno interessando sempre più il bel Paese.
Il suo nome deriva molto probabilmente da “grignòle”, termine dialettale per indicare i “vinaccioli”; ne ritroviamo parecchi all’interno dell’acino. Le esigenze di questa varietà sono assecondate dal suolo di tipo argilloso – sabbioso, dall’esposizione a Sud e dalla collocazione del vigneto nella parte alta della collina. L’agronomo Carlo Arnulfo ha compiuto studi specifici riguardo i trenta ettari di vigneti gestiti da Tenuta la Fiammenga. Egli conferma, dunque, che in questa situazione la fertilità del suolo – piuttosto contenuta – riesce a frenare l’esuberanza della varietà, oltre a consentire alla pianta di orientarsi verso produzioni qualitative senza perdere la freschezza tipica del varietale. Ed è proprio quest’ultima caratteristica che mi ha sempre affascinato del Grignolino, oltre ai suoi profumi sottili e ariosi da ricercare a lungo nel bicchiere.
In cantina si parte dalla sgranellatura senza pigiatura degli acini, si prosegue con la macerazione a freddo (per 24 ore) e fermentazione con rimontaggio (dodici giorni). Il vino affina quattro mesi in barrique di rovere francese.
Devo ammettere che la scelta del legno mi ha sbalordito non poco, considerando soprattutto quanto il grignolino richiami inesorabilmente l’acciaio. In questa sua prima fase di vita la tonalità è un bel rubino acceso con assenza di sfumature. Il ventaglio di profumi risulta variegato e il contenitore d’affinamento qui non incide più di tanto, amplifica semmai la complessità del bouquet. Oltre alle classiche note di violetta e pepe nero, tipiche della cultivar in questione, riconosco anche una spezia dolce e un ricordo di tabacco frammisto alla grafite.
In bocca mostra agilità pur conservando un centro bocca di medio spessore e irruente sapidità, quest’ultima data principalmente dal terreno. Quattro chiocciole abbondanti. Coniglio alla ligure.