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Ritorno nelle Colline Novaresi fra vigneti, cantine, vini e l’infestante Popillia japonica

Il Monte Rosa, ben visibile grazie a una fortunata giornata di cielo terso
Il Monte Rosa, ben visibile grazie a una fortunata giornata di cielo terso

Sono ormai 18 anni che giro per l’Alto Piemonte, in particolare nelle Colline Novaresi, posso dire di conoscere abbastanza quelle zone, anche se sappiamo bene che nulla è fermo nel tempo, infatti da quel 2004 a oggi ho assistito a numerosi cambiamenti, a nascite di nuove realtà vitivinicole, a fusioni, a separazioni, ma anche a chiusure e aperture di ristoranti, a cambi di chef, a variazioni di disciplinari e molto altro.

Popillia japonica
Popillia japonica

I mutamenti climatici poi stanno davvero mettendo a dura prova tutti, quest’anno ne è stato un esempio allarmante, una siccità così non c’era mai stata. E poi l’arrivo della “Popillia japonica”, questo scarabeo proveniente dal Giappone che sta infestando la vite, ma anche le piante da frutto, persino i prati erbosi. Nel novarese ormai ha già fatto grossi danni (comincia divorando le foglie più in alto per poi eliminarle quasi completamente, danneggiando seriamente la pianta), l’unico modo per fermarla è l’insetticida, perché per ora non sono stati ancora trovati antagonisti o altri rimedi. In ogni caso ormai si è insediata, anche se si tratta in vigna (quest’anno per fortuna è bastato un solo intervento) uccidendo quelle sulle piante, rimangono le larve nei boschi che si schiuderanno a nuova stagione. Pare che abbia già raggiunto l’Emilia occidentale, comunque nella Pianura Padana trova il suo habitat ideale…

Briona. Danno da Popillia japonica nei vigneti di Francesca Castaldi
Briona. Danno da Popillia japonica nei vigneti di Francesca Castaldi

Sono tornato, quindi, dal 15 al 18 settembre grazie a un Press Tour organizzato dal Consorzio Tutela Nebbioli Alto Piemonte con il supporto dell’agenzia Why Net di Alba e dell’ATL di Novara. Erano presenti sia il Presidente Andrea Fontana che la Vicepresidente Lorella Zoppis Antoniolo, ambedue produttori di vino.
Per l’occasione abbiamo potuto effettuare un giro tra i vigneti nei comuni di Briona, Mezzomerico, Suno, Boca e Ghemme, e visitare le aziende Enrico Crola (Mezzomerico), Chiovini & Randetti (Sizzano) e Ioppa (Romagnano Sesia).
Sabato 17 nella bellissima Villa Caccia a Romagnano Sesia abbiamo degustato 30 vini del territorio, in presenza del sommelier AIS Piemonte Ennio Camperi che ci ha illustrato le caratteristiche dei diversi territori.

Francesca Castaldi
Francesca Castaldi

La degustazione ha confermato, se mai ce ne fosse bisogno, che il livello qualitativo di quest’area di antiche origini è semplicemente ottimo.
Peccato che per quanto riguarda i vini bianchi ci sia questa “macchia” di non poter mettere in etichetta il vitigno principe della zona, ovvero l’Erbaluce, a causa di un veto posto dai produttori di Caluso che hanno chiesto e ottenuto l’esclusiva del nome sulle bottiglie, caso praticamente unico e senza senso, testimonianza che in Italia siamo più bravi a farci inutili guerre che a fare gruppo e promuovere insieme un territorio. Fra l’altro questo non consente a chi produce nelle Colline Novaresi vini a base di Erbaluce di fornire a chi li acquista alcuna informazione sul vitigno, proprio quando nel settore alimentare si va sempre più verso il massimo dettaglio possibile sulle etichette.

La nuova cantina di Ioppa a Romagnano Sesia
La nuova cantina di Ioppa a Romagnano Sesia

Sono passati 14 anni, sarebbe ora che le cose cambiassero, come sarebbe altrettanto importante che l’Alto Piemonte comprendesse anche la doc Carema in provincia di Torino, visto che si trova perfettamente in linea con le altre denominazioni del nord, ma qui entriamo in altre questioni spinose che non è il caso di affrontare in questo articolo…

Grappoli di vespolina, annata 2022 all'insegna dell'abbondanza e della qualità
Grappoli di vespolina, annata 2022 all’insegna di abbondanza e qualità

Ecco le mie impressioni sui 30 vini.

  • Colline Novaresi Bianco Il Criccone 2021 Rovellotti – paglierino medio con riflessi verdolini, agrumato, fieno, floreale, basilico, qualche cenno esotico, note di erbe aromatiche; al palato ha acidità evidente, i toni agrumati emergono con maggiore evidenza, pulito, fine, molto gradevole e fresco.
  • Colline Novaresi Rosato Rouse La Capuccina – rosa tenue, profumo di ciliegia candita e cipria, leggermente etereo, fragolina di bosco, bocca fresca, piacevole, strutturato per un rosato, mentolato, ma anche di un certo carattere, particolare.
Vigneti di Davide Carlone
Vigneti di Davide Carlone
  • Colline Novaresi Uva Rara Valceresole 2021 Francesca Castaldi – rubino trasparente, note di viola, ciliegia, non perfetto in fase iniziale, poi si pulisce; in bocca è leggermente amarognolo, buona vena acida, tannino leggero, chiude appena asciugante ma con un discreto piglio.
  • Colline Novaresi Vespolina 2018 Comero di Cominoli – rubino vivace con unghia appena granata, profumo di viola, rosa canina, lampone, pepe, piccoli frutti rossi; bocca con bella freschezza, note speziate che tornano evidenti, leggermente erbaceo, tannino moderato.
  • Colline Novaresi Vespolina Afrodite 2021 Chiovini & Randetti – rubino netto, meno sparato il pepe, più equilibrato fra frutto e spezie, qualche riverbero floreale, in bocca restituisce la nota pepata con maggiore vigore, tannino fine e ben dosato, freschezza integrata, una bella espressione di vespolina.
Davide Carlone
Davide Carlone
  • Colline Novaresi Vespolina Bona 2020 I Dof Mati – rubino caldo, naso interessante con la speziatura affiancata al frutto, venature balsamiche; bocca coerente, ancora giovane, buona dinamicità, promettente.
  • Colline Novaresi Vespolina Maria 2020 Francesco Brigatti – rubino trasparente di bella tonalità, naso molto fine, con un bel frutto generoso, ciliegia, mirtillo, lampone maturo, ricordi floreali; al palato emerge la spezia, c’è freschezza, tonicità, balsamico, appena vegetale, ancora giovane ma di bella finezza.
  • Colline Novaresi Vespolina 2019 Enrico Crola – rubino medio di bella luminosità, naso di piccoli frutti agrumati, arancia, atipico, speziatura leggera, fine, in bocca guadagna punti per intensità espressiva e freschezza, torna l’agrume, particolare.
L'erbaluce
L’erbaluce
  • Colline Novaresi Nebbiolo 2020 Platinetti – rubino medio, naso molto gradevole, viola, rosa, ciliegia, lampone; bocca coerente, espressiva, leggermente speziata, venature di liquirizia, tannino nebbioleggiante che gli dà corpo e spinta.
  • Colline Novaresi Nebbiolo 2019 Davide Carlone – rubino con unghia granata, naso di carattere, austero, profondo, frutto e spezia ben fusi, al palato si libra con decisione verso l’alto, intenso, invitante, che si dona ma senza facili piacevolezze, molto giovane ma dalla personalità già definita.
  • Colline Novaresi Nebbiolo 2021 Ioppa – rubino leggero, piccoli frutti, molto pulito, anche floreale, al palato è fresco, giovanissimo, tutto in divenire ma con un bel frutto croccante.
Erbaluce in appassimento da Chiovini & Randetti
Erbaluce in appassimento da Chiovini & Randetti
  • Colline Novaresi Nebbiolo Faren 2018 La Capuccina – impronta visiva già granata con ricordi rubini, naso dove si sente un leggero apporto di legno (tonneau), particolare nello sviluppo spezia-frutto, erba umida, balsamico, in bocca sorprende per questa nota pepata da vespolina, c’è succo, buona materia, decisamente interessante.
  • Colline Novaresi Nebbiolo Giulia 2018 Enrico Crola – granato di buona intensità, profumo di frutto maturo, ciliegia, rosa appassita, balsamico, anche qui sembra avere fatto legno; al palato è corrispondente, buona intensità, tannino importante e freschezza ancora viva testimoniano un vino dalle ottime possibilità di tenuta nel tempo.
  • Colline Novaresi Nebbiolo Motziflon 2018 Francesco Brigatti – rubino granato caldo, naso molto varietale, intenso ed elegante, con un bel frutto maturo al punto giusto, ricordi di fiori appassiti, leggera liquirizia, balsamicità naturale non da legno; bocca intensa, fresca, elegante, tannino importante ma ben rifinito, lungo, molto bello.
Vista sui vigneti dalla cantina di Ioppa
Vista sui vigneti dalla cantina di Ioppa
  • Colline Novaresi Nebbiolo Ramale 2018 Torraccia del Piantavigna – granato classico, legno ben dosato, ciliegia matura, speziatura dolce, anche floreale, liquirizia, caffè; al palato ha una buona tonicità, anche qui il legno fa la sua parte ma senza invadere il campo, la freschezza non manca, ma è strano che sembri già maturo sul piano aromatico.
  • Colline Novaresi Nebbiolo Saggezza 2019 Pietraforata – granato con ricordi rubini, naso lineare, senza picchi, rifinito nel modo giusto, fiori, frutti e spezie delicate; anche in bocca ha la stessa impronta, si sente che è giovane ma la tessitura è già molto interessante.
  • Colline Novaresi Nebbiolo Carlin 2019 Boniperti Gilberto – rubino ancora netto, tanta ciliegia e rosa, lampone, bocca giovane, fresca, molto fruttata, forse meno ampia di altri nebbioli ma di ottima bevibilità, sapido, succoso, puro piacere.
Paride Chiovini con un grappolo di erbaluce
Paride Chiovini con un grappolo di erbaluce
  • Sizzano 2017 Comero di Cominoli – granato caldo, naso maturo, speziato, si sente anche il legno, liquirizia, balsamico, toni scuri e austeri; ha bisogno di tempo per amalgamarsi, di materia ne ha da vendere, del resto questa denominazione ha dei tratti molto riconoscibili che si mostrano più gradualmente.
  • Fara 2017 Francesca Castaldi – granato con ricordi rubini, naso che cerca ancora una definizione e pulizia, frutto maturo, fiori appassiti, grafite, agrumi, si riprende mano a mano e si pulisce, il frutto recupera freschezza; bocca piacevole, buona freschezza, si distende…
  • Fara Barton 2019 Boniperti Gilberto – rubino con cenni granati, naso e bocca giovani, il frutto è legato alla componente speziata; in bocca c’è grande freschezza, eleganza, è giovane ma di notevole finezza.
  • Boca 2015 Davide Carlone – granato, maturo, forse in discesa, amaricante, china, radici amare, sembra già evoluto, strano, probabilmente è un campione sfortunato.
Nebbiolo nei vigneti di Francesca Castaldi
Nebbiolo nei vigneti di Francesca Castaldi
  • Ghemme 2017 Chiovini & Randetti – granato con ricordi rubini, frutto maturo giusto, leggera balsamicità, liquirizia, fiori appassiti, cenni di tabacco, in bocca è ancora mordente nel tannino, si sente l’annata calda nell’alcolicità un po’ spingente, la qualità però è buona, migliora con l’ossigenazione.
  • Ghemme 2017 Mirù – granato luminoso, fiori ancora presenti, minerale, frutto non spinto, più speziato, anche al palato la speziatura è evidente, c’è un buon ritorno fruttato appena maturo, il caldo dell’annata è stato gestito meglio e ne emerge un vino di buona freschezza e profondità, con un alcol più integrato.
  • Ghemme dei Mazzoni 2018 Mazzoni – rubino trasparente, molto floreale, “gentile” nel frutto, fine, al palato ha una naturale dolcezza, legno ben integrato, la sensazione floreale è netta anche qui, lungo, balsamico più da nebbiolo che da legno, davvero suggestivo ed elegante.
Vigneto a maggiorina
Vigneto a maggiorina
  • Ghemme Chioso dei Pomi 2015 Rovellotti – granato medio, naso non pulitissimo, poi si libera ed emerge il frutto e una bella florealità, man mano si compone e diventa più ampio e complesso; il sorso è pieno, ben lontano dalla fine corsa, ha molto da dare.
  • Ghemme Il Matto 2017 I Dof Mati – si schiude lentamente, il frutto non è ipermaturo ma c’è una leggera stonatura nella qualità espressiva, una nota quasi vegetale, al palato va un po’ meglio, il tannino però incide ancora molto, sembra avere più bisogno di tempo degli altri.
  • Ghemme Vigna Pelizzane 2008 Torraccia del Piantavigna – granato caldo, si sente ancora il legno ma la trama è complessa e profonda, molto balsamico, appena ossidativo, frutto maturo, leggero terziario fungino, assaggiato in magnum era decisamente migliore; al palato ha comunque una bella freschezza, integrato abbastanza bene nel tannino, buona lunghezza e profondità, comunque un bel Ghemme.
Ghemme
Ghemme
  • Ghemme Vigna Ronco al Maso 2018 Platinetti – granato con ricordi rubini, qui la spezia appare abbastanza evidente, chiodo di garofano, cardamomo, ginepro, il frutto è un po’ restio, riservato, trova più ampia espressione al palato, dove si intensifica e aumenta profondità, molto piacevole e dal tannino di grana fine, finale balsamico e di liquirizia dolce.
  • Ghemme Vigna Cavenago Riserva 2015 Mirù – granato di buona luminosità, naso leggermente vegetale maturo, ciliegia e prugna, balsamico, bocca altrettanto balsamica, ancora buona freschezza, non sembra di lunga gittata.
  • Ghemme Santa Fè 2016 Ioppa – granato di bella profondità e calore, naso molto elegante, balsamico, fumé, si sente l’ottima annata, anche in bocca è molto bello, fresco, succoso, meritevole, non si poteva chiudere la degustazione meglio di così.

Roberto Giuliani

Roberto Giuliani

Figlio di un musicista e una scrittrice, è rimasto da sempre legato a questi due mestieri pur avendoli traditi per trent’anni come programmatore informatico. Ma la sua vera natura non si è mai spenta del tutto, tanto che sin da ragazzo si è appassionato alla fotografia e venticinque anni fa è rimasto folgorato dal mondo del vino, si è diplomato sommelier e con Maurizio Taglioni ha fondato Lavinium, una delle prime riviste enogastronomiche del web, alla quale si dedica tutt’ora anima e corpo in qualità di direttore editoriale. Collabora anche con altre riviste web e ha contribuito in più occasioni alla stesura di libri e allo svolgimento di eventi enoici. Dal 2011 fa parte del gruppo Garantito Igp.

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