Ci siamo, manca ormai poco, il parere favorevole alla nuova Doc Sicilia è già stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, è solo questione di giorni e il decreto sarà approvato in via definitiva. Che le Doc stiano perdendo sempre più di significato è ormai un fatto, ma a questo punto viene da chiedersi che senzo abbiano le Igt (Indicazioni geografiche tipiche). Se una Doc può coinvolgere una intera regione, per assurdo la Igt rispecchia molto meglio una zona vitivinicola. Basta leggersi il disciplinare Sicilia Doc per rendersi conto che come “zona di produzione” si intende l’intero territorio amministrativo della regione, isole annesse, unica specificazione nell’articolo 4 che recita: 1.1. Le condizioni ambientali dei vigneti destinati alla produzione dei vini di cui all’art. 1 devono essere quelle tradizionali della zona e atte a conferire alle uve le specifiche caratteristiche di qualità. 1.2. I vigneti devono trovarsi su terreni idonei per le produzioni della denominazione di origine di cui si tratta. Sono pertanto da escludere i terreni eccessivamente umidi o insufficientemente soleggiati. (e ci mancherebbe!) Ma se andiamo ad esaminare i vitigni ammessi e i vini prodotti non può non saltare all’occhio che dentro ci hanno messo tutto, ma proprio tutto lo scibile enoviticolo! – Bianco, anche nella tipologia vendemmia tardiva; – Rosso, anche nelle tipologie vendemmia tardiva e riserva; – Rosato; – Spumante bianco; – Spumante rosato;
con la menzione di uno dei seguenti vitigni: – Inzolia; – Grillo; – Chardonnay; – Catarratto; – Carricante; – Grecanico; – Fiano; – Damaschino; – Viogner; – Muller thurgau; – Sauvignon; – Pinot grigio; – Nero d’Avola; – Perricone; – Nerello cappuccio; – Frappato; – Nerello mascalese; – Cabernet franc; – Merlot; – Cabernet sauvignon; – Syrah; – Pinot nero; – Nocera;
con la menzione di due dei seguenti vitigni: a) bivarietali bianchi – Catarratto – Chardonnay; – Catarratto – Grillo; – Catarratto – Inzolia; – Catarratto – Viogner; – Catarratto – Fiano; – Grecanico – Inzolia; – Grecanico – Chardonnay; – Grecanico – Viogner; – Grecanico – Fiano; – Carricante – Chardonnay; – Carricante – Catarratto; – Carricante – Grecanico; – Grillo – Grecanico; – Grillo – Viognier; – Grillo – Sauvignon; – Grillo – Chardonnay; – Inzolia – Chardonnay; – Inzolia – Viognier; – Inzolia – Grillo; – Inzolia – Sauvignon;
b) bivarietali rossi – Nero d’Avola – Merlot; – Nero d’Avola – Perricone; – Nero d’Avola – Cabernet sauvignon; – Nero d’Avola – Syrah; – Nero d’Avola – Cabernet franc; – Nero d’Avola – Pinot nero; – Nero d’Avola – Nerello cappuccio; – Nero d’Avola – Frappato; – Nero d’Avola – Nerello mascalese; – Nerello mascalese – Merlot; – Nerello mascalese – Nerello cappuccio; – Syrah – Merlot; – Syrah – Cabernet sauvignon; – Syrah – Alicante; – Merlot – Cabernet sauvignon; – Merlot – Syrah; – Frappato – Syrah; – Frappato – Cabernet sauvignon; – Perricone – Nerello mascalese.
E la resa massima di uva per ettaro? Escludendo i vini da vendemmia tardiva, siamo per tutte le tipologie tra i 120 e i 130 quintali! Alla faccia della qualità… (che, per chi non lo sapesse, ammette una tolleranza del 20% in più in caso di annate favorevoli – dove “favorevoli” sta per “abbondanti” non “qualitativamente migliori”). Ovviamente si può raccogliere l’uva a Mazara, vinificarla a Messina, invecchiarla a Palermo e imbottigliarla…non si sa! Non è specificato… “Origine Controllata” eh? E come ciliegina sulla torta, ad esclusione delle riserve, delle vendemmie tardive e degli spumanti, “è consentito l’uso di contenitori alternativi al vetro, costituiti da un otre in materiale plastico pluristrato di polietilene e poliestere racchiuso in un involucro di cartone o di altro materiale rigido, nei volumi non inferiori a due litri e non superiori a 5 litri.” Denominazione Opportunamente Congegnata…
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