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Storica verticale di “Sangiovese del Greppo” al secolo “Brunello Biondi Santi”


 

Brunello di Montalcino - Biondi Santi Giustamente definito da Daniele Cernilli la Rolls Royce del vino italiano, il Brunello di Montalcino Riserva della “Tenuta Greppo” di Biondi Santi rappresenta, senza dubbio, uno dei vini mito dell’enologia mondiale. Unico italiano, con la straordinaria vendemmia del 1955, ad essere eletto tra i 12 vini del secolo di Winespectator. Fuori dalle mode ha sempre puntato prima di tutto sulla longevità senza mai cercare scorciatoie né ruffianerie finalizzate a compiacere il mercato. In questo senso va letta la costante ed estrema ricerca in termini di acidità per ogni annata in cui è stato deciso di produrre questa Riserva. La comprovata tenuta nel tempo di queste bottiglie insieme al blasone della denominazione (a cui Biondi Santi stesso ha contribuito in maniera determinante), e la storia centenaria di questa famiglia, sono i fattori che hanno determinato e giustificano, naturalmente, anche dei prezzi decisamente più elevati e non sempre accessibili. Una breve notazione prima di passare agli appunti di degustazione riguarda il netto cambiamento che è stato avvertito un pò da tutti passando dal ’85 al ’75. Un mutamento che il Dott. Franco Biondi Santi in persona ha tenuto a precisare non dipendere nella maniera più assoluta da un mutamento di stile aziendale nè tantomeno nelle tecniche di vinificazione ma che deve essere, soprattutto, imputato alle importanti variazioni climatiche intervenute già a partire dalla fine degli anni settanta.

La degustazione

Brunello di Montalcino Ris. Biondi Santi 1999
Giovanissimo al naso nelle sue note fruttate ed una leggera nota eterea che scompare con l’ossigenazione. Note delicatamente floreali ed accenni di ciliegia in confettura. Al palato nonostante la caratteristica acidità è già godibile e molto piacevole da bere adesso. Il giudizio va anche, però, in prospettiva.
@@@@ 88/100

Brunello di Montalcino Ris. Biondi Santi 1983
Naso dolce fruttato non particolarmente ampio con, solo cenni, evoluti e terziari di tabacco e spezie. Se al naso è un piccolo capolavoro di armonia ed eleganza al palato si mostra fresco e forse chiude non lunghissimo come in altri millesimi. Anche questo vino avrebbe probabilmente meritato le 5 chiocciole.
@@@@ 89/100

Brunello di Montalcino Ris. Biondi Santi 1975
Standing ovation. Naso particolarissimo ed intrigantissimo. Fine, elegantissimo. Balsamico e minerale. La quintessenza del fascino di Biondi Santi. Freschissimo. Finale lungo ed appagante.
@@@@@ 96/100

Brunello di Montalcino Ris. Biondi Santi 1970
Finalmente riesco a bere un vino che porta in etichetta l’anno della mia data di nascita. Nonostante ciò è stato l’unico campione a non convincermi fino in fondo. Peccato!. Il più evoluto della serie, già dal colore. Anche al palato non tiene il passo degli altri millesimi in degustazione.
@@@ 85/100

Brunello di Montalcino Ris. Biondi Santi 1964
Colpisce per il ricordo ancora vivo e pulsante del frutto. Rosso, dolce, maturo. Di ciliegia sotto spirito sepolta sotto una coltre minerale di ceneri e spezie. Il più “forte” della serie, sicuramente, in personalità e carattere.
@@@@@ 91/100

Brunello di Montalcino Ris. Biondi Santi 1955
Naso delicato, fine, elegante. Reticente sulle prime. Che annuncia una freschezza balsamica ed inaspettata puntualmente confermata al palato. Sulla distanza terziario in evidenza: beef, tartufo, spezie orientali, tabacco da pipa. Emozionante.
@@@@@ 95/100

Prima di congedarmi vorrei sottolineare come questo vino oltre a conservarsi nel tempo offra una serbevolezza non comune anche a bottiglia aperta dimostrando di poter durare, senza problemi, a lungo, dopo l’avvenuta stappatura.

Fabio Cimmino

Napoletano, classe 1970, tutt'oggi residente a Napoli. Laureato in economia, da sempre collabora nell'azienda tessile di famiglia. Dal 2000 comincia a girovagare, senza sosta, per le cantine della sua Campania Felix. Diplomato sommelier ha iniziato una interminabile serie di degustazioni che lo hanno portato dapprima ad approfondire il panorama enologico nazionale quindi quello straniero. Ha partecipato alle più significative manifestazioni nazionali di settore iniziando, contemporaneamente, le sue prime collaborazioni su varie testate web. Ha esordito con alcuni reportage pubblicati da Winereport (Franco Ziliani). Ha curato la rubrica Visioni da Sud su Acquabuona.it e, ancora oggi, pubblica su LaVinium. Ha collaborato, per un periodo, al wineblog di Luciano Pignataro, con il quale ha preso parte per 2 anni alle degustazioni per la Guida ai Vini Buoni d'Italia del Touring. Nel frattempo è diventato giornalista pubblicista.

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