Ci sarà anche la crisi, ma non c’è week-end con un tempo accettabile che non si veda una bella coda di autovetture in uscita dalle città su autostrade e statali. Tutti piangono miseria ma guai a rinunciare alla classica gita fuoriporta, magari si fa qualche chilometro in meno, magari il mangiare lo si porta da casa, qualcuno, pochi a dire il vero, si accontenta di partire il sabato mattina e tornare la sera per evitare di dormire fuori. Ma anche in questo caso almeno una coda te la devi fare. “Io no, non la faccio mai, perché parto prestissimo e torno sempre la sera tardi!”. Ok, ma è una minoranza, altrimenti la coda si sposterebbe di fascia oraria, la maggior parte dei comuni mortali che tengono famiglia e fanno orari di lavoro piuttosto stancanti, la mattina del sabato non ce la fanno a partire alle 6, nella migliore delle ipotesi alle 9, se si è provveduto a preparare tutto l’occorrente la sera prima… Detto questo, però, c’è anche la possibilità di fare una scelta diversa, di utilizzare per partire un fine settimana anonimo, di quelli che non coincidono né con la Pasqua, né con il Natale, né con l’8 dicembre o altri periodi più gettonati. In queste date, invece, perché non restarsene a casetta, soprattutto quando comincia ad arrivare il freddo invernale, e leggersi un buon libro? Si dice che in Italia si legge sempre meno, quotidiani pochissimi, saggi per carità, tiene a stento il romanzo d’avventura o d’amore, molto meglio accendere il computer, tuffarsi nel web e guardare, leggere titoli e poco altro, in fretta, magari farsi una chattatina con sconosciuti “amici della rete”, curiosare dentro Facebook o cercare qualche video musicale su Youtube, Un ottimo sistema per dimenticarsi anche la lingua italiana, non c’è luogo più da matita blu (le persone di una certa età ricorderanno come le maestre sottolineavano con il rosso, o nei casi più gravi con il blu, gli errori di grammatica) del web. A parte l’ormai classico uso del “k” al posto di “ch”, ora c’è il vizio di eliminare le vocali, così invece di “non” trovi scritto “nn”, e fin qui non si tratta di errori ma di scelte per velocizzare il linguaggio, anche se il più delle volte finiscono per storpiarlo. Il punto è che molti hanno dimenticato che “anno” senza acca non è una declinazione del verbo avere, che tra apostrofo e accento c’è una notevole differenza, che “fà”, “dà”, “sà”, “dò” non hanno affatto bisogno dell’accento sulla vocale, e poi niente più punteggiatura, niente maiuscole, sarà pure comodo ma come si finisce con il prendere l’accento e le inflessioni di un dialetto locale, così si può acquisire il vizio di scrivere male. Insomma, lasciare la macchina in garage, non accendere il portatile o la TV e riprendere la sana abitudine di leggere un buon libro può fare solo bene. Sulla tipologia poi, è giusto che ognuno scelga quella che più gli aggrada, anche se sarebbe bene non limitarsi ad un unico genere. Dal canto nostro non possiamo esimerci dal proporvi testi che trattano di vino e gastronomia, sebbene nulla ci vieta di spaziare su altri campi, ma chi frequenta Lavinium si aspetta di trovare questi e non altri argomenti, perché deluderlo? Eccovi allora una proposta, che pur essendo legata al mondo del vino, affronta la tematica da un punto di vista completamente diverso.
Vi presentiamo una esilarante ma tutt’altro che superficiale raccolta di aneddoti legati alla vita dell’autrice, Maddalena Mazzeschi, umbra di nascita ma con accento fortemente influenzato dalla sua lunga permanenza in territorio toscano. Chi è Maddalena? Molti lettori probabilmente lo sanno, una delle donne più dinamiche e in gamba che si possano incontrare nel complesso mondo delle pubbliche relazioni in campo enogastronomico, in parole povere nel “marketing del vino”. “Una vita da PR… e pensare che volevo fare la contadina”, così inizia il suo libro dal titolo emblematico: “…e se Noè non avesse piantato la vigna come mi sarei guadagnata il pane?“. A soli 20 anni, un anno dopo aver conseguito il diploma all’Istituto Agrario “A. Vegni” di Arezzo, Maddalena inizia la sua attività lavorando per il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, otto anni che sono senz’altro serviti a garantirle un bagaglio di esperienza tale da potersi permettere poco dopo, nel 1991, di avviare nella stessa cittadina una propria agenzia di marketing e comunicazione specializzata nel settore del vino. Ovviamente la sua attività non è rimasta ancorata a Montepulciano, ma è frutto di numerose collaborazioni con aziende in varie regioni italiane. Se questo libro si fosse limitato ad essere una semplice autobiografia, non avrebbe neanche lontanamente fatto comprendere qual è la personalità di Maddalena Mazzeschi, che non è certo tipo da autocelebrarsi, al contrario trasuda ironia, voglia di giocare con la vita, di evitare di prenderla troppo sul serio, ed è in quest’ottica che vanno letti i suoi aneddoti, episodi accaduti realmente raccontati per “ricordare a me stessa la mole di stupidaggini che sono riuscita a fare in 25 anni di lavoro nel mondo del vino, sperando così di allontanare il rischio di montarmi la testa”. Certamente, come l’autrice tiene a precisare, sono situazioni realmente accadute, ma “meglio infiocchettate e romanzate” per renderle più divertenti, inoltre rispondono alla sua versione della verità. Il primo capitolo è dedicato al suo periodo studentesco: la scelta di frequentare l’istituto di agraria derivava dal desiderio di lavorare nell’azienda agricola di famiglia, ma i difficili rapporti con il padre, che non le ha mai perdonato di essere femmina, tanto da pretendere che indossasse pantaloni di velluto a coste attillati e maglioni informi solo perché convinto che chi studia in un Istituto Agrario debba essere vestito comodo perché destinato ad andare a zappare la terra o guidare trattori, non le resero il primo periodo molto facile, tanto più trovandosi in una scuola frequentata nella quasi totalità da uomini, per giunta “maschilisti come solo gli studenti di un prestigioso e antico Istituto Agrario possono essere”. Ed è proprio in situazioni come questa che Maddalena tira fuori tutta la sua forza e capacità di ribaltare a suo favore anche momenti difficili e apparentemente insuperabili, arrivando a diventare, grazie alla sua superiore volontà nello studio (si sa, a scuola sono sempre le donne che si fanno il mazzo mentre i maschi, nel migliore dei casi, scioperano, fanno assemblee, vogliono una società migliore, ma guai ad aprire un libro…ndr), un punto di riferimento per tutti i compagni di classe, un elemento indispensabile per non fare brutte figure alle interrogazioni, grazie ai suoi appunti che faceva girare di mano in mano.
Il secondo capitolo ci accompagna nelle sue prime esperienze… e gaffe, da dipendente nella città del Poliziano: dal primo documento stilato per il Consorzio del Nobile, una lettera di convocazione del Consiglio di Amministrazione… firmata da Maddalena in persona “per non far sprecare tempo al presidente per tornare in ufficio”, all’involontario, ma fortemente imbarazzante, “battesimo” dei pantaloni di un senatore con del vino rosso, durante un pranzo di lavoro a Bologna. Il libro scorre con grande facilità grazie ad una scrittura scorrevole e apparentemente disimpegnata, che in realtà rivela aspetti anche profondi del carattere dell’autrice, senza mai annoiare o dare l’impressione di “volersi parlare addosso”. Esilarante, e condivisibile (ne so qualcosa visto che ho spesso a che fare con esse, ndr) il paragrafo dedicato agli errori nelle schede tedcniche dei vini fornite dalle aziende: dalle percentuali sballate degli uvaggi (spesso la somma da risultati diversi dal 100%) agli errori nel conteggio dei mesi del “periodo di affinamento”. L’autrice cita un caso un cui, alla voce “Epoca di vendemmia” il produttore aveva risposto “Da luglio ad aprile”. Ancora oggi Maddalena non è riuscita a scoprire qual è l’operazione colturale o la tecnica di cantina che inizia a luglio e finisce ad aprile… Ma tutto il libro è intriso di humour, persino nelle “Istruzioni per la lettura” scritte nel retro del volume, dove Maddalena ci rivela che fra le motivazioni che l’hanno spinta a scriverlo, occupa – per un filino – il secondo posto, quella di guadagnare un sacco di soldi con i diritti d’autore. Buona lettura!
…e se Noè non avesse piantato la vigna come mi sarei guadagnata il pane? di Maddalena Mazzeschi Protagon Editori 95 pagine Prezzo: euro 10,00
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