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Post emergenza virus: il pizzaiolo Giuseppe Bove racconta la sua ripartenza

Giuseppe Bove e la sua pizza margherita
Giuseppe Bove e la sua pizza margherita

Ai tempi del coronavirus molti sono gli interrogativi che ci si sta ponendo relativamente al futuro dell’enogastronomia. La consapevolezza di star vivendo un periodo complesso e soprattutto di cui non si ha esperienza alcuna, spaventa, ma bisogna anche riuscire a reagire e cercare le modalità più opportune per vivere la crisi come cambiamento positivo e come crescita.
Una ricerca minuziosa e contemporanea, quella di Giuseppe Bove, fatta di studio, sacrifici, passione, viaggi e voglia di guardare lontano, per emozionare ed emozionarsi.
La sua pizzeria “Il Segreto di Pulcinella” si trova a Montesarchio, un locale che ha sempre posto l’accento su una offerta attenta, mirata all’accoglienza e a una proposta gastronomica capace di coccolare l’ospite.
La curiosità di Giuseppe e la sua sensibilità si riflettono anche in un momento critico come quello che stiamo vivendo.

Buongiorno Giuseppe, come stai vivendo questo momento di “chiusura obbligata”? Ottimismo o sconforto?
Buongiorno Fosca, beh che dire, all’inizio quando all’improvviso ho dovuto chiudere la pizzeria ero molto sconfortato, il solo pensiero di dover abbassare la saracinesca da un giorno all’altro mi ha rattristato tanto. Poi con il passare dei giorni, vedendo tutta questa grave situazione, mi sono reso conto che bisognava iniziare a essere ottimisti, avere pazienza e aspettare che tutto ritorni come prima.

Senza dubbio questa pausa forzata non è facile da affrontare, ma potrebbe averti anche dato modo di scoprire il valore del tempo o la voglia di poter studiare e sperimentare con maggiore calma?
Purtroppo no, non è per niente facile stare in questa triste pausa forzata, mi sto adeguando a tutto ciò, sperimentando con calma nuovi abbinamenti, ma senza esagerare.

Il Segreto di Pulcinella

Come vedi il futuro della ristorazione e delle pizzerie – in particolare di realtà come la tua – in questa prossima fase post Covid-19?
Di sicuro niente sarà come prima, dovrò adeguarmi alle nuove normative fin quando non si trova il vaccino. Saremo costretti a continuare a vivere in modo restrittivo, sperando di poter tornare presto alla normalità, senza tutte le paure che ad oggi carichiamo sulle nostre spalle.

Quali potrebbero essere le strategie economiche da adottare per rimettersi in marcia?  
Nessuna strategia, nessuna offerta e nessun prezzo cambiato, perché la qualità rimane sempre la stessa.

Cosa pensi della soluzione di asporto/consegna a domicilio che è stata appena deliberata? Alternativa valida e davvero gestibile per tutti?
Purtroppo l’asporto a domicilio per le realtà come le mia non è una valida alternativa, anche perché non riuscirei a sostenere tutte le spese. Con il nuovo decreto abbiamo deciso dopo alcune riflessioni, di riaprire al pubblico con il servizio da asporto con prenotazione telefonica. Una scelta che dovevo fare, sia per iniziare ad aiutare qualcuno dei miei ragazzi, sia perché era arrivato il momento di soddisfare anche in maniera ristretta i miei clienti.

Cosa pensi delle nuove disposizioni?
Penso che bisogna ancora aspettare per le nuove disposizioni, visto che ad oggi non sappiamo con sicurezza quali esse siano. Certo da come si sente parlare, a partire dalla distanza che si dovrà tenere tra i tavoli, non sarà una cosa semplice da gestire, significherebbe non poter ospitare tutte quelle persone che prima del virus affollavano il marciapiede del mio locale con la felicità di entrare e mangiare la mia pizza.

Idee e possibili soluzioni appena si potrà riaprire?
Purtroppo fino a quando non ci sarà un decreto preciso con regole e normative, non posso ancora trarre soluzioni; per adesso sono solo ipotesi.

Se e come può la tecnologia aiutare la ripresa della tua attività? Tante le app e le piattaforme per gestire ordini e clienti, cosa pensi a tal proposito?
Penso che sia la soluzione giusta per ricominciare, mettendo a disposizione del cliente un menu digitale e prenotazioni online, oggigiorno penso che per le persone non sarà difficile, ormai della tecnologia non ne possiamo fare a meno. Sto studiando un menu in formato digitale che il cliente scarica tramite un link oppure QR Code in modo da velocizzare i tempi e di evitare il continuo toccare del menu cartaceo, che sarà sempre a disposizione qualora il cliente ne avesse bisogno.

Che messaggio vorresti dare ai tuoi clienti e soprattutto ai tuoi colleghi?
Ai miei clienti dico solo di avere un altro poco di pazienza e di fidarsi di noi come hanno sempre fatto. Faremo tutto il possibile per farvi stare bene, con il vostro aiuto e la vostra pazienza ritorneremo ad abbracciarci come prima. Anche ai miei colleghi invece dico di avere pazienza, se saremo tutti uniti riusciremo a superare questo brutto periodo della nostra vita.

Fosca Tortorelli

Fosca Tortorelli

È Sommelier e Degustatrice ufficiale A.I.S. rispettivamente dal 2003 e dal 2004; ha sviluppato nel suo lavoro di dottorato in Industrial Design, Ambiente e Storia, la tesi sperimentale dal titolo “Reinterpretare le Cellae Vinariae. Ambiente, Processo, Produzione” e una successiva pubblicazione in collaborazione con la Prof. Muzzillo F. dal titolo “Vitigni del Sud: tra storia e architettura” (Roma Natan Edizioni, 2012). Ha conseguito il Master Sommelier ALMA-AIS (luglio 2016) presso ALMA a Colorno (Parma). Fa parte dei Narratori del Gusto e insieme al Centro Studi Assaggiatori di Brescia partecipa a panel di degustazione di rilievo nel settore enogastronomico. Fa parte anche dell’associazione Donne del Vino, ha scritto sulla rivista l’Assaggio, oltre che su diverse testate registrate e ha preso parte alle degustazioni per la Guida Vitae, per la guida Slow wine 2017 e per la guida Altroconsumo. Dal 2018 è giornalista pubblicista.

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