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Le DOC del Piemonte: Malvasia di Castelnuovo Don Bosco

Le Doc del Piemonte: Malvasia di Castelnuovo Don Bosco


❂ Malvasia di Castelnuovo Don Bosco D.O.C.
(D.P.R. 20/9/73 – G.U. n.26 del 28/1/1974; ultima modifica Reg. UE n. 33/2019, art. 61, par. 6, comma 3, lett. b e comma 4 – G.U.U.E. n.C225 del 5/7/2019)


zona di produzione
● in provincia di Asti: comprende i territori dei comuni di Albugnano, Berzano S. Pietro, Castelnuovo Don Bosco, Moncucco Torinese, Passerano Marmorito e Pino d’Asti;

base ampelografica
anche spumante: Malvasia di Schierano o Malvasia nera lunga 85%-100%, Freisa 0-15%;

norme per la viticoltura
le condizioni di coltura dei vigneti devono rispondere ai requisiti esposti ai punti che seguono:

  • terreni: i terreni argillosi / limosi / sabbiosi / calcarei e loro eventuali combinazioni;
  • giacitura: esclusivamente collinare. Sono esclusi i terreni di fondovalle, umidi, pianeggianti non sufficientemente soleggiati;
  • altitudine: non inferiore a 150 m s.l.m.;
  • esposizione: adatta ad assicurare un’idonea maturazione delle uve;
  • densità d’impianto: quelle generalmente usate in funzione delle caratteristiche peculiari dell’uva e del vino. I vigneti oggetto di nuova iscrizione o di reimpianto dovranno essere composti da un numero di ceppi ad ettaro, calcolati sul sesto di impianto, non inferiore a 3.300;
  • forme di allevamento e sistemi di potatura: devono essere quelli tradizionali (forma di allevamento: la controspalliera con vegetazione assurgente; sistema di potatura: il Guyot tradizionale, l’archetto, il cordone speronato basso e/o altre forme comunque atte a non modificare in negativo la qualità delle uve);

è ammessa l’irrigazione di soccorso;
la resa massima di uva in coltura specializzata e il titolo alcolometrico volumico minimo naturale devono essere di 11 t/Ha e 10% vol. (9,5 t/Ha con menzione aggiuntiva “vigna“). In particolare, per i vigneti di età inferiore ai sette anni la produzione di uve ad ettaro ammessa e il titolo alcolometrico volumico minimo naturale devono essere pari a:

  • al terzo anno d’impianto: 5,7t/ha e 11,50% vol.
  • al quarto anno d’impianto: 6,65t/ha e 11,50% vol.
  • al quinto anno d’impianto: 7,6t/ha e 11,50% vol.
  • al sesto anno d’impianto: 8,55t/ha e 11,50% vol.

norme per la vinificazione
le operazioni di vinificazione e di elaborazione dei vini devono essere effettuate nella zona delimitata, tuttavia, tenuto conto delle situazioni tradizionali di produzione, è consentito che tali operazioni siano effettuate nell’intero territorio della provincia di Asti;
è consentito l’arricchimento della gradazione zuccherina, secondo i metodi riconosciuti dalla legislazione vigente;
il vino all’atto dell’immissione al consumo può essere caratterizzato, alla stappatura del recipiente, da uno sviluppo di anidride carbonica proveniente esclusivamente dalla fermentazione che, conservato alla temperatura di 20° centigradi in recipienti chiusi, presenta una sovrapressione dovuta all’anidride carbonica in soluzione, non superiore a 1,8 bar;

norme per l’etichettatura e il confezionamento
nella designazione e presentazione dei vini, con l’esclusione della tipologia spumante, è obbligatoria l’indicazione dell’annata di produzione delle uve;
le bottiglie in cui vengono confezionati i vini per la commercializzazione devono essere di vetro, di forma tradizionale, di capacità consentita dalle vigenti normative, ma comunque non inferiori a litri 0,187 e non superiori a litri 5,000, con l’esclusione del contenitore da litri 2,000;

legame con l’ambiente geografico
A) Informazioni sulla zona geografica
L’area nord occidentale del Monferrato, e dell’intero bacino terziario piemontese, al confine con la collina torinese che ha tutt’altra origine geologica (morenica) possiede un suo specifico patrimonio ampelografico. Ne fanno parte tra gli altri il vitigno Freisa, che si è diffuso in seguito in altre aree piemontesi, e alcuni vitigni aromatici a bacca nera: la Malvasia di Schierano e la Malvasia nera. In questa piccola area di produzione, si coltivano La Malvasia di Schierano e la Malvasia Nera, uve a bacca nera aromatica. Da queste due varietà, come tradizione in questa piccola enclave, si possono ottenere tre tipologie di prodotti, che vanno a costituire la Malvasia di Castelnuovo Don Bosco: il vino dolce, frizzante o spumante (è possibile il taglio tradizionale con Freisa fino al 15%).
B) Informazioni sulla qualità o sulle caratteristiche del prodotto essenzialmente o esclusivamente attribuibili all’ambiente geografico
La zona di produzione è rappresentata da colline che si impennano ad altitudini maggiori rispetto alla restante area nord-astigiana, ad oltre 400 metri. I suoli poggiano su marne mioceniche (langhiano-burdigaliano) e sono di colore chiaro, di medio impasto; le pendenze sono spesso elevate e i versanti peggio esposti o troppo ripidi sono occupati da boschi, che contribuiscono a mitigare il calore estivo.
C) Descrizione dell’interazione causale fra gli elementi di cui alla lettera a) e quelli di cui alla lettera b)
Il vino prende il nome da uno dei sei comuni della piccola zona di produzione, Castelnuovo Don Bosco. Alla tutela e miglioramento della viticoltura dell’area del castelnuovese e alla sua notorietà portò il suo contributo anche San Giovanni Bosco, figlio di viticoltori, che parrebbe aver anche scritto un testo divulgativo andato perduto: “L’enologo italiano”.

Roberto Giuliani

Figlio di un musicista e una scrittrice, è rimasto da sempre legato a questi due mestieri pur avendoli traditi per trent’anni come programmatore informatico. Ma la sua vera natura non si è mai spenta del tutto, tanto che sin da ragazzo si è appassionato alla fotografia e venticinque anni fa è rimasto folgorato dal mondo del vino, si è diplomato sommelier e con Maurizio Taglioni ha fondato Lavinium, una delle prime riviste enogastronomiche del web, alla quale si dedica tutt’ora anima e corpo in qualità di direttore editoriale. Collabora anche con altre riviste web e ha contribuito in più occasioni alla stesura di libri e allo svolgimento di eventi enoici. Dal 2011 fa parte del gruppo Garantito Igp.

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