Le Doc della Toscana: Rosso di Montalcino
❂ Rosso di Montalcino D.O.C.
(D.P.R. 25/11/83 – G.U. n.158 del 9/6/84; ultima modifica P.M. 12/7/2019 – G.U. n.178 del 31/7/2019)
► zona di produzione
● in provincia di Siena: comprende l’intero territorio amministrativo del comune di Montalcino;
► base ampelografica
● sangiovese grosso (loc. – brunello);
► norme per la viticoltura
● per i nuovi impianti e reimpianti, realizzati a partire dal 1 gennaio 2016, la densità non può essere inferiore a 4.000 ceppi a ettaro in coltura specializzata;
● è consentita l’irrigazione di soccorso;
● la resa massima di uva consentita, in coltura specializzata, è di 9 t/Ha pari a 63 Hl di vino (8 t/Ha e 56 Hl per i vini con menzione “vigna“), mentre il titolo alcolometrico volumico minimo naturale deve essere di 11,5% vol. (12% vol. nel caso di menzione “Vigna“). Fermi restando i limiti massimi sopra indicati, la produzione del vigneto in coltura promiscua deve essere calcolata in rapporto al numero di viti esistenti e alla loro produzione per ceppo, che non dovrà essere superiore a kg. 3 di uva;
● è consentito l’arricchimento solo con mosto concentrato prodotto da uve provenienti dai vigneti destinati alla produzione del vino “Brunello di Montalcino” o “Rosso di Montalcino”, o con Mosto Concentrato Rettificato;
● nel caso di rivendicazione di una “Vigna“, non è consentito alcun tipo di arricchimento;
► norme per la vinificazione
● le operazioni di vinificazione, conservazione e imbottigliamento devono essere effettuate nella zona di produzione;
● il vino a Denominazione di Origine Controllata “Rosso di Montalcino” non può essere immesso al consumo prima del 1° settembre dell’anno successivo all’annata di produzione delle uve;
► norme per l’etichettatura e il confezionamento
● nella designazione della Denominazione di Origine Controllata del vino “Rosso di Montalcino” può essere utilizzata la menzione “vigna” o “vigneto” a condizione che sia seguita dal relativo toponimo o nome tradizionale, che la vinificazione e la conservazione del vino avvengano in recipienti separati e che tale menzione venga riportata sia nella denuncia delle uve, sia nei registri e nei documenti di accompagnamento e che figuri nell’apposito elenco regionale ai sensi dell’art. 6 comma 8, del Decreto Legislativo 8 aprile 2010, n. 61, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 96 del 26/4/2010;
● sulle bottiglie contenenti il vino DOC “Rosso di Montalcino” deve sempre figurare l’indicazione dell’annata di produzione delle uve;
● i vini a Denominazione di Origine Controllata “Rosso di Montalcino” devono essere immessi al consumo in bottiglie di vetro di una delle seguenti capacità espresse in litri: 0,375; 0,500; 0,750; 1,500; 3,000; 5,000; 6,000; 9,000; 12,000; 15,000; 18,000. Per i vini a Denominazione di Origine Controllata “Rosso di Montalcino” possono essere usate unicamente bottiglie di vetro di tipo “Bordolese“, di vetro scuro e chiuse con tappo di qualsiasi tipologia prevista dalla normativa vigente ad esclusione del tappo a corona;
► legame con l’ambiente geografico
● A) Informazioni sulla zona geografica
◉ Fattori naturali rilevanti per il legame
Il territorio di produzione del vino Rosso di Montalcino, che corrisponde all’area del comune di Montalcino in provincia di Siena, si trova nella Toscana sud-orientale a 40 chilometri a sud della città di Siena. Il territorio di produzione, che ha una superficie complessiva di 243,62 chilometri quadrati, è delimitato dalle valli dei tre fiumi Orcia, Asso e Ombrone, assume una forma quasi quadrata, i cui lati misurano mediamente 15 chilometri.
L’area così definita si sviluppa in altezza dal livello di circa 120 metri sul livello del mare lungo i fiumi, fino a circa 650 metri a ridosso del Poggio Civitella che è il punto più alto del territorio.
La collina di Montalcino ha numerosi ambienti pedologici, essendosi formata in ere geologiche diverse, riconducibili ad arenarie, anche miste a calcari, ad alberese e a galestro, nonché a terreni con granulometrie miste talvolta tendenti al sabbioso, talvolta tendenti all’argilloso.
La collina di Montalcino dista 40 km in linea d’aria dal mare ubicato ad Ovest e circa 100 km dalla catena appenninica che attraversa l’Italia Centrale, posizionata verso Est. Il clima è mediterraneo, ma comunque tendenzialmente asciutto; ha anche delle connotazioni continentali data la posizione intermedia tra il mare e le montagne dell’Appennino Centrale. Questo è dimostrato dalle medie delle precipitazioni e delle temperature rilevate. Le precipitazioni sono concentrate nei mesi primaverili e autunnali, come avviene nei climi mediterranei e la media annuale delle precipitazioni è di circa 700 millimetri. In inverno, sopra i 400 metri, sono possibili le nevicate. La fascia di media collina non è interessata da nebbie, gelate o brinate tardive, mentre la frequente presenza di vento garantisce le condizioni migliori per lo stato sanitario delle piante. Durante l’intera fase vegetativa le temperature sono prevalentemente miti e con elevato numero di giornate serene, caratteristica ideale ad assicurare una maturazione graduale e completa dei grappoli.
◉ Fattori umani rilevanti per il legame
La produzione di un vino rosso giovane è presente da molto tempo sul territorio di Montalcino. Nel tempo questo vino è stato designato in vari modi ed ha assunto un ruolo rilevante nel territorio di Montalcino. Sono note informazioni di un vino che veniva chiamato Vermiglio e era prodotto per essere consumato in tempi relativamente brevi per le sue caratteristiche di freschezza e fragranza.
Nella seconda parte del XIX secolo esisteva la produzione di un vino definito come “Rosso” e uno di questi fu premiato con medaglia di bronzo nel 1869. Nell’ambito della Mostra dei Vini Tipici Senesi tenutesi a Siena nel 1932, 1933 e 1935, furono presentati dei vini “Rosso” provenienti da Montalcino.
Negli anni ’60 del XX secolo si pensò di inquadrare questo vino nell’ambito di una denominazione di origine e la prima idea fu di designare questo vino come “Rosso dai Vigneti di Brunello”.
Successivamente il vino è stato designato come “Rosso di Montalcino”, nome che si è radicato proprio per essere immediato e legato al territorio.
Il Rosso di Montalcino è apprezzato per la sua fragranza e freschezza, data dagli aromi primari (fruttati) e dagli aromi secondari (provenienti dalla fermentazione). Ha l’apprezzamento di una ampia fascia di consumatori, perché è di facile abbinamento ed ha caratteristiche di versatilità. È infatti possibile trovare in commercio del Rosso giovane oppure del Rosso più strutturato e complesso.
● B) Informazioni sulla qualità o sulle caratteristiche del prodotto essenzialmente o esclusivamente attribuibili all’ambiente geografico
Il Rosso di Montalcino è un vino visivamente limpido, brillante, di colore rosso rubino intenso. Ha profumo caratteristico ed intenso e sapore asciutto, caldo e gradevolmente tannico.
Il Rosso di Montalcino si accompagna a primi piatti con salse strutturate ed a salumi, formaggi e carni non troppo strutturate. Va servito in calici a forma ampia e ad una temperatura di 16-18°C.
● C) Descrizione dell’interazione causale fra gli elementi di cui alla lettera a) e quelli di cui alla lettera b)
La combinazione dei fattori naturali – suolo e clima – con i fattori umani, definisce l’interazione che si estrinseca nelle caratteristiche del vino Rosso di Montalcino.
La tecnica viticola si è evoluta ed oggi i vigneti impiantati sono il risultato delle conoscenze acquisite con le osservazioni e le sperimentazioni realizzate nel corso degli ultimi decenni. I sistemi di potatura e la coltivazione del vigneto tengono conto dell’ambiente pedoclimatico e della relativa scarsità di riserve idriche nel periodo estivo. Vengono pertanto effettuate lavorazioni il cui scopo è quello di mantenere la riserva di acqua. Nel periodo autunnale e di inizio primavera vengono fatte lavorazioni più profonde per favorire la penetrazione delle acque.
I terreni tendenzialmente poveri di sostanza organica, calcarei e con relativa carenza di acqua, consentono al vitigno Sangiovese di svilupparsi con vigoria piuttosto contenuta e con conseguente limitata produzione. Anche il clima influisce sul vitigno e sul suo sviluppo durante la fase vegetativa della vite che va dalla metà del mese di aprile, fino alla metà del mese di settembre. Le piogge della fase primaverile sono utili per l’accumulo di acqua a livello dell’apparato radicale, utile alla pianta per sviluppare bene la prima fase della vegetazione. Successivamente – nei mesi estivi – la pianta ha un progressivo rallentamento vegetativo, dato che i terreni tendono a perdere le riserve idriche a causa della relativa scarsa piovosità. Il periodo successivo, che si sviluppa nella fase tardo estiva e di inizio autunno, si presenta più fresco. Durante il periodo della maturazione delle uve si hanno, sia per la posizione che per le altitudini, escursioni termiche giorno-notte significative.
Le caratteristiche delle uve che si ottengono nel territorio sono la diretta conseguenza del comportamento del vitigno Sangiovese durante la fase vegetativa. La povertà dei terreni, la relativa carenza di acqua, la ventilazione normalmente attiva e il grado di insolazione, consentono di ottenere uve ad un perfetto stato di maturazione e sane dal punto di vista fitosanitario.