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Bernard Brémont, Ambonnay e un sogno diventato realtà

Vigne Ambonnay

La storia della famiglia Brémont di Ambonnay ha il pregio di rappresentare egregiamente la realizzazione di un sogno diventato realtà. Stendhal scriveva: “La vocazione è avere la tua passione come professione”, Bernard Brémont e Michèle, sua moglie, ci sono riusciti, e loro storia ha avuto inizio nel 1965 con l’avvio della maison omonima. Qualche anno prima il nostro protagonista, impiegato presso una tra le più importanti aziende della storia del vino francese, dedicava anima e cuore alle vigne ereditate dalla madre, ogni sera, dopo il lavoro, viveva quasi in simbiosi con il proprio “vero lavoro”, fu questo che lo spinse a fare il grande salto. Il desiderio di vedere il proprio nome scritto sull’etichetta di una bottiglia di Champagne divenne irrefrenabile, non passò un giorno in cui Bernard non lavorò duro per realizzare quest’obbiettivo. Questa è una storia di caparbietà, metodo, passione ma soprattutto grande spirito imprenditoriale.

Famiglia Brémont
Famiglia Brémont

Ambonnay è un celebre comune della Montagne de Reims classificato Grand Cru. Le uve allevate in questi vigneti acquisiscono una straordinaria fisicità, è senza dubbio uno tra i villaggi più quotati dell’intera regione, dominato da un sottosuolo profondamente gessoso e dalla sovranità assoluta del suo celebre pinot noir. Queste caratteristiche hanno spinto Bernard a produrre una gamma di vini che potesse mostrare tutte le peculiarità di questo straordinario terreno. I suoi vini sono fortemente legati all’identikit del territorio e al rispetto della natura circostante, a tal proposito vengono adottati sistemi di allevamento eco-sostenibili che limitano l’impatto con l’ambiente, in vigna si predilige la lotta integrata per limitare il più possibile i trattamenti. I vigneti della Maison si sviluppano su 12 ettari di pinot noir e 3 ettari di chardonnay, hanno in media un’età pari a circa 30 anni, suddivisi per il 98% sul comune di Ambonnay e per il 2% sul comune di Bouzy, altro importantissimo Grand Cru della Montagne de Reims.
Il vino che ho avuto il piacere di degustare in quest’uggiosa giornata di giugno, ha prontamente rallegrato i colori di un cielo cupo e minaccioso, questo per via della sua luminosità, di un perlage davvero unico nel suo genere. Lo Champagne è sempre il prodotto che più di tutti si presta a risollevare le sorti di un momento no, di una giornata storta o più semplicemente di un pomeriggio in cui il sole è solo un lontano ricordo, i motivi sono da ricondurre alle caratteristiche intrinseche al vino stesso, quali briosità, carattere ed estrema piacevolezza.

Champagne Brut Grand Cru Ambonnay Bernard Brémont
Foto Danila Atzeni

Champagne Brut Grand Cru Ambonnay, Bernard Brémont
Nasce da assemblaggio di pinot noir 70 %, chardonnay la restante parte. Per questa cuvée vengono utilizzate uve che provengono dai migliori vigneti classificati Grand Cru nel comune di Ambonnay, il vino sosta 36 mesi sui lieviti prima del dégorgement. Come spesso accade, riguardo al mondo dello Champagne, si fa davvero fatica a reperire info precise circa le caratteristiche del vino nel dettaglio. Al di là del 12% Vol., e in questo caso della classificazione brut, specifiche obbligatorie da disciplinare, non si trova nulla né sul sito della maison, né sull’etichetta. Dalla mia esperienza ultra decennale di degustatore seriale, ma direi soprattutto accanito bevitore della nobile bollicina francese, ritengo che il dosaggio sia di 9 grammi litro, inoltre la sboccatura non dev’essere avvenuta più tardi del secondo semestre 2019. Questi dati mi riprometto di andarli a verificare nel dettaglio quando scriverò un articolo molto più dettagliato su questa maison, sull’intera gamma, a seguito, spero presto, di una visita in azienda. Veniamo al vino che colpisce da subito per via del perlage minuto e continuo, sottile, lo stesso amplifica una luminosità eccelsa che riflette nuances oro antico su uno sfondo paglierino caldo, luminoso, vivace; inoltre si delineano cordoncini fitti e regolari, conseguenza diretta di un’ottima presa di spuma. Il naso, al suo esordio, mostra un frutto opportunamente maturo: ananas, mango e frutto della passione rincorrono l’agrume dolce, questi sentori sono intervallati da effluvi minerali che mostrano tutta l’autenticità del terroir, gesso ma soprattutto gusci d’ostriche a volontà. Con leggerissimo aumento di temperatura affiorano dolci ricordi di pâtisserie, in questa sfera di profumi la nota di plumcake al limone è davvero irresistibile, contrasta alla perfezione l’iniziale austerità del bouquet che chiude su mallo di noce e mimosa. Il palato mostra da subito estrema coerenza, freschezza agrumata che si contrappone perfettamente all’importante progressione del vino incentrata sulla sapidità, ecco che torna prepotentemente il terroir. Il corpo è moderato, non vuole in nessuno modo invadere o adombrare l’arma vincente del vino, ovvero l’estrema piacevolezza.

Pizza fatta in casa con pancetta, funghi e basilico
Foto Danila Atzeni

Una bollicina cremosa, ben fatta, in bocca danza risultando al contempo verticale, stuzzica il palato detergendo magnificamente l’untuosità e la grassezza della pancetta, ingrediente protagonista di una pizza fatta in casa che ho deciso di preparare in abbinamento al vino. Per dovere di cronaca gli altri ingredienti sono: passata di pomodoro, mozzarella, basilico e funghi champignon. Visto che attualmente non siamo ancora sicuri al 100% di poter varcare i confini di stato per raggiungere i cugini francesi, soprattutto senza incorrere in noie burocratiche legate al Covid-19, almeno enogastronomicamente parlando direi che ci siamo riusciti.

Andrea Li Calzi

Andrea Li Calzi

È nato a Novara, sin da giovanissimo è stato preso da mille passioni, ma la cucina è quella che lo ha man mano coinvolto maggiormente, fino a quando ha sentito che il vino non poteva essere escluso o marginale. Così ha prima frequentato i corsi AIS, diplomandosi, poi un master sullo Champagne e, finalmente, nel giugno del 2014 ha dato vita con la sua compagna Danila al blog "Fresco e Sapido". Da giugno 2017 è entrato a far parte del team di Lavinium.

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