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Storie di cantine, uomini e luoghi

Cantina Tollo: qualità e quantità, dimensioni e dinamica

Tollo: panorama vigneto

La città del vino di Tollo, e la Cantina omonima in particolare, sono il luogo dove si coniugano qualità e quantità, dimensioni e dinamica.
Che il Montepulciano fosse un vitigno in grado di garantire un’ottima qualità delle uve, anche con rese più alte rispetto ad altri vitigni, si sapeva, ma non è questo il punto. Il punto è che alla Cantina Tollo si lavora bene su qualsiasi vitigno di quelli autoctoni del territorio (Montepulciano, Trebbiano, Pecorino, Passerina e Cococciola), allevati tra la costa adriatica e le pendici della Maiella, in un clima tipicamente mediterraneo, temperato e con escursioni termiche notevoli.
Come fanno?
Qualità prima di tutto. La quantità ce l’hanno già, poiché 780 soci per 3000 ettari vitati sono grandi numeri. La qualità è curata incentivando le basse rese in vigna, per avere un’ottima materia prima, e proseguendo altrettanto bene il lavoro in cantina, dove da sempre si associano le sapienti tecniche antiche alla ricerca in ambito enologico.
Un esempio, a dimostrazione concreta di questo impegno è il progetto ‘Vigneto avanzato‘, con il quale è stata introdotta la retribuzione al socio per ettaro lavorato e non più per quintale prodotto, portando così la cultura della qualità in vigneto. Un progetto che ha cambiato radicalmente la filosofia produttiva, permettendo di ottenere una costanza qualitativa eccezionale, che rende ogni socio un tassello fondamentale all’interno della cantina. Ho avuto modo di parlare con alcuni dei soci partecipanti al progetto e mi sono parsi entusiasti. Ad essi è richiesto soltanto di lasciarsi guidare, nella conduzione delle vigne, dagli agronomi della cantina. Le uve che si ottengono dai loro vigneti, in genere, sono utilizzate per produrre i vini di alta gamma.

Tollo: vigna in autunno

Continue azioni a tutela dell’ambiente, produzione di vini biologici (mettendo in atto politiche di riconversione produttiva sin dai primi anni Novanta), produzione di vini certificati Vegan, per andare incontro alla diffusione di preferenze di consumo sempre più sensibili all’etica del prodotto e delle modalità con cui viene realizzato… insomma, la Cantina Tollo è una grande realtà cooperativa con una vivacità che spesso supera quella delle piccole cantine private. Le decisioni vengono prese in tempi brevi, nonostante le dimensioni della realtà e il numero di soci, e sono quelle giuste.
Basti assaggiare, ad esempio, i vini nati nel XXI secolo, risultato dell’attuazione dei programmi di qualità: uno più interessante dell’altro, a coniugare l’eccellenza, stavolta, a un profondo legame con il territorio. Lo abbiamo fatto, l’assaggio, e di seguito vi raccontiamo com’è andata.

 

Pecorino 2015
Tipologia: Igt Bianco
Vitigni: pecorino
Titolo alcolometrico: 13 %

Pecorino Tollo

Dinamico come la Cantina da cui proviene, cristallino, di un bel colore giallo paglierino con riflessi verdolini. Esalta le proprie caratteristiche di freschezza con note fruttate di drupe e agrumi, quali pesca bianca, cedro e lime, quindi note floreali di tiglio e aromatiche di salvia. Al gusto ha buona struttura, dove prevale leggermente, e gradevolmente, la freschezza acida, corroborata da una apprezzabile sapidità. Bel finale di cedro candito ed erbe aromatiche.
Si abbina egregiamente ad antipasti e primi piatti di mare, in particolare a fritture di pesce e verdure. Servito a 10°C circa, in calici a tulipano leggermente svasati sul bordo.
Valutazione: @@@+

 

Trebbiano d’Abruzzo C’Incanta 2011
Tipologia: Doc Bianco
Vitigni: trebbiano
Titolo alcolometrico: 13 %

Trebbiano d'Abruzzo C'Incanta

C’Incanta come “cinquanta”, per celebrare il 50° anniversario della fondazione della Cantina, ma questo vino incanta per come è stato ottenuto e per il risultato che ne è scaturito. Macerato e fermentato per oltre una settimana in presenza di bucce, fermentazione spontanea, non stabilizzato, non filtrato, struttura da vendere e, soprattutto, buono.
Ha un colore oro pieno, quasi antico, luminoso. Profuma di pesca gialla matura, di cedro e arancia canditi, di mandorla, di timo e rosmarino, seguiti da lievi note speziate di zafferano. Corposo tra lingua e palato, morbido ma ben bilanciato da freschezza e sapidità, e dal lieve tannino estratto dalle uve di trebbiano, da cui è ottenuto. Finale ricco, fruttato, candito, speziato, lungo.
Può accompagnare egregiamente secondi piatti di pesce grigliato, carni bianche e formaggi a media stagionatura o erborinati. Servito a 10°C circa in ampi calici.
Valutazione: @@@@+

 

Cerasuolo d’Abruzzo Hedòs 2015
Tipologia: Doc Rosato
Vitigni: montepulciano
Titolo alcolometrico: 13,5 %

Cerasuolo d'Abruzzo Hedòs

Un Cerasuolo pensato per fare il rosato, senza cadere nell’errore di voler strafare. E Hedòs si mostra bene per quello che è: un Cerasuolo dal frutto croccante, fresco, di lampone, di ciliegia durona chiara, di melagrana, con nuances floreali di rosa canina. Scorre tra lingua e palato che è un amore: fresco, sapido, appena tannico, perfettamente amalgamato in una struttura che soddisfa, ma non stanca.
Ottimo con il brodetto di pesce abruzzese, da provare con la pizza. Servito a 6-8°C in calici a tulipano leggermente svasati.
Valutazione: @@@@

 

Montepulciano d’Abruzzo Riserva Mo 2011
Tipologia: Doc Rosso
Vitigni: montepulciano
Titolo alcolometrico: 13,5 %

Montepulciano d'Abruzzo Riserva Mo

E’ appena nato ma dev’essere stato ben ideato, giacché si pone immediatamente a livelli d’eccellenza.
Un Montepulciano d’Abruzzo Riserva, frutto di quindici giorni di fermentazione con le bucce; ventiquattro mesi di maturazione in botti di rovere, poco tostate, non nuove, per preservare il carattere varietale; e sei mesi di affinamento in bottiglia.
Vino intenso e di gran classe, limpido, dal colore rubino pieno con ancora una vena violacea, consistente nel calice. Profuma di visciola, di prugna, di frutti di bosco. Poi note di rabarbaro, china. Vibrante, mai statico. Al gusto è rugoso al punto giusto… giusto per affermare il suo carattere abruzzese. Tannico, sapido, ben contenuto dalla morbida struttura, mai eccessivo, con la vena acida a marcarne la bevibilità. Finale profondo, di grande equilibrio e classe, ancora fruttato, lievemente amaricante, persistente.
Si abbina a della tradizione abruzzese, carni rosse cucinate, formaggi semi stagionati. Servito a 16°C circa, in ampi calici.
Valutazione: @@@@@

 

Montepulciano d’Abruzzo Riserva Cagiòlo 2010
Tipologia: Doc Rosso
Vitigni: montepulciano
Titolo alcolometrico: 14,5 %

Montepulciano d'Abruzzo Riserva Cagiòlo

Il Cagiòlo resta coerente a se stesso: da quando è stato creato, persevera nel preservare la grande tradizione dei rossi abruzzesi, quelli da uve Montepulciano, ricchi e concentrati, quasi da tagliare con il coltello.
Quasi quaranta grammi di estratto secco e si vedono. Nel colore amaranto, concentrato, impenetrabile. Nei profumi intensi, di visciola appassita, di prugna, di china, tabacco scuro, erba medica essiccata, mandorla, lieve cacao. Nella bocca piena e tannica, nella materia in sospensione quasi masticabile, nell’intensità e nella persistenza di un finale franco, di terra e di territorio, eccellente.
Carni rosse, selvaggina e formaggi stagionati i suoi abbinamenti d’elezione. Servito a 18°C circa in calici panciuti.
Valutazione: @@@@+

 

Maurizio Taglioni

Sociologo e giornalista enogastronomico, è direttore responsabile di laVINIum - rivista di vino e cultura online e collabora con diverse testate del settore. Ha curato la redazione dell’autobiografia Vitae di un vignarolo di Antonio Cugini (2007), ha scritto il saggio “Dall’uva al vino: la cultura enologica ai Castelli Romani” in Una borgata che è tutta un’osteria a cura di Simona Soprano (2012), e ha pubblicato la ricerca socio-economica «Portaci un altro litro» - Perché Roma non beve il vino dei Castelli (2013). Collaboratore scientifico del Museo diffuso del Vino di Monte Porzio Catone, porta avanti dal 2009 la ricerca qualitativa volta alla raccolta e documentazione delle storie di vita degli anziani vignaioli dei Castelli Romani, confluita nell’allestimento museale multimediale Travaso di cultura e nell’installazione artistica itinerante Vite a Rendere, per la riscoperta e il recupero delle tradizioni vitivinicole dei Castelli Romani.

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