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Tour in Terre di Sagrantum

Nella foto: Francesco Antano (Colle Allodole), Nicola Chiucchiurlotto (Madrevite), Luca Baccarelli (Cantina Roccafiore), Giampaolo Tabarrini (Tabarrini) e Paolo Menghini (Villa Mongalli).Gli inviti alle degustazioni sono tanti, ma non sempre si riesce a partecipare. Alcuni, però, non si possono disattendere. Ho ricevuto un invito per un tour degustazione in zona Sagrantino dal chiaro titolo “Taste Umbria“; l’occasione è succulenta. Ho solo pochi giorni per preparare il viaggio e venerdì si parte per seguire un programma molto denso di attività.
Stabilito il quartier generale in un moderno ed elegante albergo di Spoleto, già alle 18,30 si parte per la visita alla prima azienda. Il programma è stato disegnato soprattutto sul Sagrantino e sul Trebbiano Spoletino, che, oltre al Grechetto, sono i due vitigni autoctoni per eccellenza della zona.

Sagrantino
Come molti vitigni italiani, il Sagrantino ha origini sconosciute; l’ipotesi più accreditata lo vuole originario della Grecia ed importato da monaci bizantini nel Medioevo. Facilitato da un terreno calcareo-argilloso e da un clima mite, ha trovato un terroir ideale sui colli Martani, il cui epicentro è Montefalco. Ha un corredo polifenolico fra i più elevati in assoluto e la difficoltà accusata nel passato a domare i suoi tannini molto decisi, ne hanno fatto un vitigno per vini dolci. Probabilmente il suo nome deriva dalla utilizzazione di questo vino (dolce) nel sacrificio della messa (uso sacro) o da sagrestia.
il vitigno sagrantinoAccurati studi e sperimentazioni mirate effettuate sul vitigno negli anni ’80 del secolo scorso, hanno portato questo vino alla ribalta internazionale come vino secco. Oggi è senz’altro il vino più prestigioso dell’Umbria e già dal 1992 gode della DOCG. Molto ampio lo spettro aromatico: frutta rossa matura con more, ciliegie e prugne in primo piano. La propensione al lungo invecchiamento è garantita dalla ricchezza del corredo polifenolico.

Trebbiano Spoletino
Questa varietà a bacca bianca ha origini sconosciute; la sua prima descrizione ufficiale risale al 1878 nei Bollettini Ampelografici di Francolini. Come è successo a tanti vitigni in Italia, anche questo era stato messo in disparte a favore di un’altra varietà: il Grechetto risultava più prolifico. La riscoperta di alcune piante franco di piede, maritate ad aceri, ha solleticato la fantasia di qualche produttore, dando inizio alla vinificazione in purezza. Recenti studi genomici effettuati dal Trebbiano spoletinoProf. Attilio Scienza escludono la sua appartenenza alla famiglia dei Trebbiani e ne attribuiscono l’appartenenza alla grande famiglia dei Greco.
Ha forma cilindrica allungata, non ha ali all’attaccatura alta, ma, molto spesso, ha una biforcazione in punta. Prende piede l’ipotesi secondo la quale il suo nome derivi dalla vecchia denominazione della città di Trevi (Trebia), dove, da sempre, è molto diffuso. Le sue caratteristiche aromatiche più frequenti sono legate a note agrumate, alla Passiflora,frutta tropicale ed alle erbe officinali secche (tè e camomilla in primis). Ha, nel suo corredo, un tannino riconoscibile e grande propensione all’invecchiamento con evoluzioni molto interessanti.

Le aziende visitate
In totale abbiamo visitato cinque aziende fino al sabato sera! Qualcuna piccola, qualcun’altra molto grande. Il territorio è tipicamente collinare, fatti di colli e declivi e ti costringe a continui saliscendi. In questo periodo le grandi estensioni di vigneti sono verdi e qualcuno ancora carico di uva.

Cantina RoccafioreL’Azienda Roccafiore di Todi, non ricadendo nel territorio di elezione della DOCG, fa sei vini IGT; insiste su una tenuta di 90 Ha, di cui 12 coltivati a vigna e convertiti a biologico. Molto buona la qualità dei vini, curati dall’enologo Hartmann Donà. Fra i vini più rappresentativi dell’azienda ricordiamo il Fiorfiore 2010, un bianco fatto con Grechetto, passato in botte grande di Slavonia per 12 mesi. Giallo oro intenso, ha profumi di frutta gialla e conserva una nota erbacea.
In bocca i sapori più immediati ed intensi sono quelli della frutta gialla matura e note di erbe officinali secche: te verde e camomilla; è un vino strutturato, sapido, persistente e con un finale leggermente caldo e speziato. Il rosso più rappresentativo della casa è il Prova d’Autore 2008. E’ ottenuto dalla unione di tre vitigni: il Sangiovese, il Sagrantino ed il Montepulciano e la metà del Sagrantino viene fatto surmaturare in pianta per due settimane. Esprime profumi di ciliegia matura che si ritrovano in bocca ben integrati con l’acidità; è un vino intenso e persistente, ha un tannino deciso ed un finale caldo e dolce per via dei 5 grammi di zucchero residuo.
Cantina Roccafiore – Segnalo, inoltre, un vino dolce atipico in questa zona. L’enologo, anziché utilizzare il tradizionale Sagrantino passito, ha fatto impiantare moscato giallo; il profumo di rosa è molto intenso, è fresco ed offre note di frutta passita e secca.

Cantina MongalliVilla Mongalli
La Tenuta comprendente la villa ha una estensione di oltre 200 Ha ed è stata acquisita dalla famiglia Menghini nel 1999. Successivamente è stato impiantato un vigneto per una estensione di 15 ettari.
Cantina Mongalli – Lo standard qualitativo dei vini è molto alto ed il rapporto qualità/prezzo sembra molto favorevole.
Il vino bianco degustato è il Trebbiano Spoletino Calicanto 2011: bel punto di giallo oro; al naso si concede con un ampio spettro olfattivo che va dalla frutta gialla tropicale, al biancospino, al frutto della passione. Una leggera nota di bosso è dovuta, dice il proprietario, alla componente silicea del terreno. Alla gustativa è fruttato, fresco, sapido e secco; una leggera nota calda chiude frettolosamente la gustativa, lasciando una leggera sensazione tannica.
Il Montefalco Sagrantino della Cima 2006 ha un approccio al naso poco accattivante, ma roteando il bicchiere si riprende sorprendentemente regalando frutta rossa in quantità ed una intensa florealità. Alla gustativa manifesta sapori intensi e variegati di frutta rossa matura, è fresco ed ha un tannino deciso ma dolce.

Vigneto Madrevite

L’azienda Madrevite nasce nel 2001, ma la Fattoria Agricola ha oltre 360 anni di vita. Insiste su venti ettari argillosi e calcarei, di cui 6 ettari destinati a vigneto. Da tre generazioni è proprietà della famiglia Chiucchiurlotto ed oggi è il giovane Nicola a condurla. I vitigni Montepulciano, Canaiolo, Ciliegiolo, Syrah e Trebbiano Spoletino sono stati aggiunti al Sangiovese, Merlot e Gamay del Trasimeno presenti da decenni nella “vigna vecchia”.
La presenza del Gamay del Trasimeno ha una storia curiosa, che vale la pena conoscere. Fu introdotta in quella zona intorno al 1600 durante la dominazione spagnola nell’Italia centro-meridionale. Questa vite veniva allevata ad alberello come nella Loira, e non “maritata” come l’uso locale; per tale ragione veniva indicata con il nome di “vigna francese”. Recenti studi effettuati dall’università di Perugia hanno dimostrato che appartiene, invece, alla famiglia dei Grenache.
Altra curiosità dell’azienda: è una delle poche a coltivare la Fagiolina del Trasimeno, un legume non importato dall’America, ma già presente al tempo degli Etruschi.
Il Reminore 2011 è un vino IGT Umbria ottenuto da uve Trebbiano Spoletino in purezza. All’olfatto è molto ricco di intensi profumi: fiore della passione, miele e melone giallo. Alla gustativa risulta fruttato, fresco, speziato e secco; in chiusura è leggermente caldo e tannico.
Il Capofoco 2007 è un gran rosso ottenuto da uve Gamay, Merlot e Montepulciano in ragione di un terzo ciascuno. La prima olfazione può dare note erbacee, cuoio e terra (affatto fastidiosi), ma, appena si apre un po’, si apprezzano i frutti caratteristici dei vitigni componenti: frutti di bosco, marasca, prugna, note nocciolate e note balsamiche; alla gustativa è intensamente fruttato e fresco, è morbido equilibrato, ha tannini setosi ed una buona persistenza.

Vigneto AntanoLa Fattoria Colle Allodole ha una storia come tante aziende agricole nate dopo il 1960, quando finì la mezzadria e molti mezzadri acquistarono terreni per continuare a fare ciò che sapevano fare: coltivare la terra ed allevare bestiame. Milziade Antano nel 1969 acquistò questa fattoria di circa 40 ettari e, oltre trenta anni fa, ne destinò 15 da coltivare a vigneto.
Vigneto Antano – Oggi l’azienda è condotta dal vulcanico figlio Francesco, che segue ancora le pratiche vitivinicole tradizionali in prima persona e non si avvale di consulenze di enologi: pressoché biologico in vigna e pochissima tecnologia in cantina, per una produzione totale di 70.000 bottiglie. La sua filosofia di fare vino non prevede il controllo delle temperature, ma, probabilmente, qualche investimento in tecnologia renderà il suo vino bianco sicuramente più elegante e ricercato sul mercato.
Il Bianco di Milziade 2011 è un vino a base di Grechetto con aggiunte di Pinot grigio, Chardonnay, Tocai e Trebbiano Spoletino. Bellissimo il colore dorato; al naso offre profumi di fiori bianche e frutta gialla esotica, ma una leggera e fugace acidità volatile, riducono l’attrazione verso il bicchiere. Alla gustativa è fruttato, leggermente caldo e tannico.
Di ben altra caratura il Montefalco Sagrantino Colleallodole 2008, senz’altro il miglior vino dell’azienda. Il colore è rubino carico. Al naso offre intensi profumi fruttati e mentolati. Alla gustativa offre ampi sapori di frutta rossa ed un tannino impetuoso, ma dolce e setoso; conserva una buona acidità e scalda il fondo del palato, ma non la gola. Veramente godibile!

Vigneto TabarriniDa quattro generazioni la famiglia Tabarrini coltiva i propri vigneti in località Turrita in Montefalco, ma solo dalla fine degli anni ’90 imbottiglia e commercializza il proprio vino. La tenuta conta su circa 25 ettari, di cui 18 vitati, ha una produzione totale di circa 70.000 bottiglie. I vitigni utilizzati sono solo varietà autoctone: Sagrantino, Trebbiano Spoletino, Sangiovese e Barbera.
Vigneto Tabarrini – Otto sono le etichette, di cui tre “cru” di Sagrantino, date le diversità pedoclimatiche delle vigne. In una vecchia vigna di oltre 50 anni (viti a piede franco e maritate ad aceri) è stato recuperato e diffuso un vitigno autoctono della zona: il Trebbiano Spoletino.
Adarmando 2007 è un Trebbiano Spoletino in purezza che matura sei mesi in acciaio e 12 mesi in bottiglia. Nonostante la vetustà (2007), il vino si è mantenuto giovane e fresco. Giallo oro è il suo colore; all’olfattiva offre frutto della passione, frutta esotica e pompelmo rosa insieme ad una nota erbacea; alla gustativa si ritrova tanta frutta matura, è secco e conserva una buona acidità.
Il Montefalco Sagrantino Campo alla Cerqua 2007 è un crù di Sagrantino. Una fugace salamoia iniziale, lascia il posto ad una esuberante frutta rossa; alla gustativa si ritrova il sapore pieno della frutta rossa (soprattutto mora), abbastanza morbido e persistente e con tannini in affinamento. Le pratiche enologiche di Tabarrini, Villa Mongalli e Madrevite sono affidate alle cure di Emilano Falsini. Due anni fa avevo assaggiato molti di questi vini; per curiosità sono andato a rivedere i miei appunti per confrontarli e con mia sorpresa ho ritrovato gli stessi giudizi di oggi: allora fu una sorpresa, oggi è stata una bella conferma.
Tutte le visite in cantina prevedevano un pranzo od una cena per assaggiare tutti i vini aziendali. Per la domenica mattina è stata organizzata,nella accogliente azienda Tabarrini, una degustazione alla cieca di 14 vini bianchi e 19 vini rossi: oltre alle cinque aziende Umbre, erano presenti altre 14 aziende provenienti da tutta Italia e tutte di altissima qualità. Lo scopo era quello di dimostrare che i vini umbri riescono a reggere il confronto con le eccellenze italiane.

Il logo di Taste UmbriaLa degustazione con i Produttori
La formula si è rivelata divertente ed interessante, anche se a tratti goliardica e un po’ “caciarona”. In ogni tavolo sedevano 7 persone; la composizione era libera e capitavano allo stesso tavolo degustatori e produttori. Spontaneamente in ogni tavolo si è svolta una sorta di gara per indovinare il vino od almeno vitigno e/o provenienza. L’aspetto più divertente è stato vedere i produttori in difficoltà nell’individuare con sicurezza il proprio vino!
Seguono i vini delle altre aziende presenti all’evento e degustati. Una selezione veramente ad alto livello e per ognuno sono stati riportati i descrittori più significativi e che meglio caratterizzano le sensazioni suscitate.

I Vini Bianchi
La Valentina – TREBBIANO D’ABRUZZO DOC SPELT – 2011 – Corrispondenza naso/palato ed equilibrio;
Köfererhof G. Kerschbaumer – ALTO ADIGE VALLE ISARCO SYLVANER “R” – 2011 – Floreale, speziato, in pieno affinamento;
Inama – SOAVE CLASSICO DOC FOSCARINO – 2010 – Floreale, piacevole;
Graci – ETNA BIANCO DOC QUOTA 600 – 2010 – Frutta esotica, piacevole, elegante;
Ettore Germano – LANGHE DOC BIANCO HÉRZU – 2010 – Fruttato, minerale, tipico;
Fattoria San Lorenzo – VERDICCHIO DEI CASTELLI DI JESI CLASSICO VIGNA DELLE OCHE – 2009 – Erbaceo, mandorlato, minerale;
Valentini – TREBBIANO D’ABRUZZO DOC – 2007 – Fruttato, minerale, elegante;
Ronco del Gelso – TOCAI FRIULANO – 2006 – Fruttato, nocciolato, minerale;
Pietracupa – GRECO DI TUFO DOC – 2006 – Frutta gialla, erbe aromatiche, frutta secca, speziato e persistente.

I Vini Rossi
Tenuta A. Waldgries – SUDTIROL DOC ST. MAGDALENER CLASSICO ANTHEOS – 2011 -Fruttato, nocciolato;
Nanni Copè – SABBIE DI SOPRA IL BOSCO – 2010 – Piccola frutta rossa e fresco;
Passopisciaro – PASSOPISCIARO – 2010 – Frutta rossa, fresco, elegante;
Isole & Olena – CEPPARELLO – 2009 – Ciclamino, viola, fruttato, fresco;
Elena Fucci – AGLIANICO DEL VULTURE DOC TITOLO – 2009 – Frutta rossa, fresco, tannino morbido;
Girolamo Russo – ETNA ROSSO DOC SAN LORENZO – 2008 – Ciliegie e note iodate;
Morella – PRIMITIVO OLD VINES – 2008 – Fruttato, mentolato, tannico;
Le Macchiole – PALEO ROSSO – 2008 – Frutta rossa, speziato, tannico;
La Cerbaiola – Salvioni – BRUNELLO DI MONTALCINO DOCG – 2006 Frutta rossa, lauro, fresco, speziato;
Giacomo Fenocchio – BAROLO DOCG BUSSIA – 2008 – Frutta rossa dolce, mentolato, tannico;
Aldo Rainoldi – SFURSAT DI VALTELLINA DOCG – 2008 – Cuoio, frutta, fresco, tannico;
La Valentina – BELLOVEDERE MONTEPULCIANO D’ABRUZZO DOC TERRE DEI VESTINI RISERVA – 2007 – Confettura, marasca, tannico;
La Fornace – BRUNELLO DI MONTALCINO RISERVA DOCG – 2006 – Frutta rossa, lauro, nocciolato, tannino levigato;
Nicolis – AMBROSAN AMARONE DELLA VALPOLICELLA CL. DOC – 2006 – Frutta passita, tannino morbido, equilibrato.

Maddalena Mazzeschi, l’organizzatrice di questa kermesse lunga quasi tre giorni, molto ben coadiuvata dalla sua assistente Paola Paoloni, è riuscita a tener testa a oltre trenta giornalisti provenienti da tutto il mondo, oltre 25 produttori, enologi ed operatori del settore con molta simpatia e “savoir faire”. Se solo penso alla degustazione di 19 vini rossi dopo una degustazione di 14 vini bianchi, credo di non sbagliare se dico che ha dovuto gestire una degustazione di circa 3.000 bicchieri! Inoltre, ha avuto un occhio attento alle molteplici esigenze di tutti noi e rispettando quasi sempre gli orari: un grande applauso!

Antonio Di Spirito

Antonio Di Spirito

Il vino ha sempre fatto parte della sua vita; dal 1974 vinifica le uve acquistate e nel 1981 ha impiantato una piccola vigna che coltiva tutt'oggi, sempre per il consumo familiare. Dal 2006 si è dedicato interamente al mondo del vino; dopo aver seguito tanti corsi, ha ricoperto il ruolo di docente alla Rome Wine Academy School, organizzando e guidando degustazioni, partecipando alla stesura di una Guida annuale ai Migliori Vini e curando la pubblicazione del New Wine Journal online. Dal 2011 è Free Lance Wine Journalist. Dal 2013 collabora con "Lavinium" e dal 2014 anche con "LucianoPignataro WineBlog". Dal 2014 è Giudice Internazionale al "Concours Mondiale de Bruxelles" e dal 2016 è Membro delle Commissioni di Valutazione del Concorso Enologico Internazionale "La Selezione del Sindaco". Nel 2015 ha partecipato alle selezioni ed alla scelta dei vini della guida Slow Wine 2016 per la Sardegna e nel 2016 ha fatto parte del panel di degustazione per le selezioni e la scelta dei vini della guida Guida "I vini d'Italia" de L'Espresso.

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