Un tuffo tra i rossi di Montefalco con Winesurf
Ci voleva Carlo Macchi, alias →Winesurf, per farmi tornare a Montefalco a distanza di due anni. Non perché abbia qualcosa contro questo Comune, né tantomeno nei confronti dei vini, ma da qualche anno ho iniziato a diversificare le mie trasferte (non si può vivere di solo vino…), vuoi perché sono orientato ad altri percorsi all’interno di questo mondo così variegato e complesso.
Una parte di me, per le belle esperienze vissute sin dall’adolescenza, ha sicuramente un pezzo di cuore in Umbria, pertanto tornarvi è sempre un piacere, e Montefalco è sicuramente uno dei luoghi che ho frequentato di più.
Insomma, per farvela breve, ho accettato l’invito del Macchi a degustare con lui e con Bruno Caverni, uno dei collaboratori storici di Winesurf, una settantina di vini presso la sede del →Consorzio Tutela Vini Montefalco, per la precisione 72 fra Montefalco Rosso e Montefalco Sagrantino. A dire la verità c’erano anche 9 Montefalco Rosso Riserva più un buon numero di passiti, ma per ragioni di tempo mi sono adeguato ai colleghi e ho rinunciato a degustarli, avendo a disposizione la sola mattinata di martedì 27 ottobre.
Una nota di merito alla brava Maruska Passeri, responsabile per il Consorzio delle attività promozionali, tecniche e amministrative, che ci ha permesso di degustare i vini nelle migliori condizioni, con una sala espressamente dedicata e attrezzata. L’occasione ci ha permesso anche di “saggiare” il ristorante Aurum dell’→Hotel & SPA Palazzo Bontadosi, situato praticamente a fianco del Consorzio, dove abbiamo potuto apprezzare una cucina sobria e ben eseguita.
Ovviamente, essendo arrivato una decina di minuti prima, ne ho approfittato per fare qualche foto, visto che il paese merita, la luce era piuttosto buona.
In sala ci ha accolto Sandro, un bravo sommelier che si è dimostrato indispensabile nel darci il ritmo necessario per non sforare l’orario.
Come sempre abbiamo degustato tutti i vini alla cieca, scelta che personalmente continuo a preferire, soprattutto con i vini di cui ho già una buona conoscenza.
Diverse le annate presentate, iniziando dalle più “anziane”, poche per la verità, dei Montefalco Rosso un 2009 e un 2010, dieci 2011, undici 2012 e nove 2013; a seguire un Sagrantino 2006, tre 2007, cinque 2008, sette 2009, undici 2010 e tredici 2011.
Tralasciando le annate con un numero di campioni insufficienti, per quanto riguarda il Montefalco Rosso ho notato maggiore equilibrio e qualità espressiva nella 2012, fresca, a tratti elegante, seguita a poca distanza dalla 2011, mentre la 2013 è apparsa più difficile, con tannini meno fini e una materia un po’ rustica.
Complessivamente l’impressione è stata di una qualità media piuttosto buona, anche se con stili spesso differenti, soprattutto per via del disciplinare che consente di giocare con l’uvaggio (60-70% sangiovese, 10-15% sagrantino, fino al 30% altre uve ammesse, fra cui cabernet, merlot e syrah). Di seguito quelli che ho preferito, in ordine di servizio.
• Montefalco Rosso Poggio la Pia 2009 – Cantina Bartoloni
Azienda di Maria Rosa Bartoloni e Giordano Bravetti situata a Giano dell’Umbria, il vino presenta un colore rubino granato caldo, profuma di frutta matura, ciliegia, prugna, leggero chiodo di garofano e tabacco; buona acidità e un tannino ancora solido ma efficace nell’assorbire la sua tensione. Non ho a disposizione le schede tecniche dei vini ma la sensazione è che ci sia l’apporto del merlot.
• Montefalco Rosso 2011 →Adanti
Cantina storica fondata negli anni ’60 da Domenico Adanti nel Comune di Bevagna, oggi dispone di 30 ettari vitati e 10 a oliveto, situati nelle zone collinari di Arquata e Colcimino. Il vino si presenta rubino con cenni granati, naso di rosa, mora fresca, bocca appena amarognola, buon ritorno fruttato e acidità giusta, tannino non particolarmente aggressivo, con un bel finale di liquirizia.
• Montefalco Rosso 2011 →Le Cimate
Ecco un esempio di uvaggio consentito per questa tipologia: sangiovese in prevalenza, poi cabernet, merlot e sagrantino. Inizialmente il vino non mi aveva convinto per un attacco olfattivo non pulitissimo, poi la sensazione netta del legno, quasi burrosa, ma dopo un paio di rotazioni del calice si è disteso, rivelando toni di prugna, ciliegia e sfumature di fragola; in salita all’assaggio, rivelando una notevole piacevolezza ed un buon equilibrio, con un tannino non aggressivo e una polpa ancora fresca e godibile.
• Montefalco Rosso 2011 →Scacciadiavoli
Oltre centotrenta anni di storia per questa cantina fondata nel 1884 dal Principe Ugo Boncompagni-Ludovisi di Piombino e oggi di proprietà della famiglia Pambuffetti, con 35 ettari vitati divisi fra Montefalco, Giano dell’Umbria e Gualdo Cattaneo.
Il vino rivela un colore rubino vivace senza cedimenti al granato, naso di frutto dolce, molta ciliegia, rosa rossa, peonia, addirittura un filo di arancia rossa, venature di tabacco; bocca intensa, ha materia ma senza esagerare, c’è respiro, freschezza giusta, buon tannino, davvero convincente.
• Montefalco Rosso 2011 →Rocca di Fabbri
Roberta e Simona Vitali dimostrano col passare delle vendemmie di avere un’ottima mano: rubino con cenni granati, naso alcolico e un po’ pungente, ricorda la paglia secca, sotto c’è la viola passita, la mora e la ciliegia nera; bocca dolce, tanto frutto, si sente il tannino del sagrantino, vino interessante.
• Montefalco Rosso 2012 →Lungarotti
Era il primo della lista dei 2012 e ho sentito subito il cambio di passo, certo l’apporto del merlot rende il vino più scorrevole e godibile, ma non gli sottrae comunque carattere, grazie anche alla presenza del sagrantino. Rubino intenso e vivace, naso fresco e ricco di note fruttate di ciliegia, mora e prugna, guizzi di cacao, cardamomo e cannella; palato ricco di polpa, si colgono sfumature di grafite, buona lunghezza e tannino ben fuso con la materia.
• Montefalco Rosso 2012 →Antonelli
Azienda da 300.000 bottiglie annue con una storia che si perde nella notte dei tempi, ma che deve soprattutto alle numerose generazioni della famiglia Antonelli, che si sono succedute dalla fine dell’800, quando Francesco acquistò la tenuta, la sua progressiva evoluzione, che l’ha portata ad imbottigliare i vini in proprio a partire dal 1979.
Il Montefalco Rosso è ottenuto da sangiovese, sagrantino e montepulciano, matura un anno in botti di rovere da 25 hl.
Il 2012 ha colore rubino luminoso e trasparente, bouquet improntato sul frutto appena maturo, ciliegia, amarena e un velo di prugna; al gusto ha una buona corrispondente, è fresco, vivace, godibile, non complesso ma stimolante.
• Montefalco Rosso 2012 →Còlpetrone
L’azienda fa parte delle Tenute del Cerro (Fattoria del Cerro a Montepulciano, Poderina a Montalcino e Monterufoli in provincia di Pisa), che a loro volta sono di proprietà del Gruppo Unipol. Il vino è ottenuto per il 70% da sangiovese e per la restante parte, in egual misura, da sagrantino e merlot, affina un anno in barrique non nuove e 6 mesi in bottiglia.
Non è lo stile di Montefalco Rosso che preferisco, un po’ ruffiano, ma non posso non riconoscergli la qualità di essere ben fatto e senza sbavature; ha colore rubino intenso, molta mora e ciliegia al naso, cioccolata, liquirizia; bocca corrispondente, con un tannino disinvolto e finale sapido.
• Montefalco Rosso 2012 →Goretti-Le Mura Saracene
La famiglia Goretti è legata al vino da oltre un secolo, l’azienda ha la base storica nei Colli Perugini, a Pila, e negli anni ’90 ha concretizzato una seconda realtà nell’area di Montefalco nominata Le Mura Saracene, dove vengono prodotti il Sagrantino e questo Montefalco Rosso, ottenuto da sangiovese al 60% e per la restante parte da merlot e sagrantino.
Ha colore rubino vivo, naso fitto di mora, ribes e prugna, con evidenti riflessi speziati; al palato deve assorbire ancora un po’ il legno, ha buona freschezza, un bel frutto avvolgente e un finale leggermente più corto di quanto ci si aspetterebbe.
• Montefalco Rosso 2012 →Il Torrione
Con l’azienda di Antonio Napolitano torniamo a Gualdo Cattaneo, in località Saragano, dove dimorano su 22 ettari, vigneti, ulivi e cereali.
Non male il 2012, dal colore rubino con unghia appena granata, al naso si colgono sfumature di magnolia e ciclamino, mora, e ciliegia; al palato ha buona intensità, freschezza, tannino senza eccessi, solo l’alcol è un po’ pungente ma è un peccato veniale.
• Montefalco Rosso 2012 →Bocale
Fra i 2012 il Montefalco della famiglia Valentini è uno di quelli che ho preferito, anche se c’è da dire che il piccolo legno impone ancora un po’ di bottiglia perché si fonda bene con l’ottima materia. Ha colore rubino intenso, note selvatiche e di frutto scuro, prugna, ciliegia, poi liquirizia e una speziatura in formazione. E’ al gusto che il legno si fa ancora sentire un po’, ma il vino ha impatto fresco, ottimo tannino e un finale convincente.
• Montefalco Rosso 2013 →Tabarrini
Senza dubbio il migliore fra i 2013 assaggiati, uno dei pochi che nasconde bene i limiti dell’annata. Ha colore rubino intenso e profondo, naso fitto di mora, eucalipto, balsamico; bocca altrettanto fitta, ricca di frutto, molto avvolgente, buona freschezza e tannino risolto, lungo anche il finale.
• Montefalco Rosso 2013 →Moretti Omero
Apparentemente più semplice, il vino rivela invece una certa personalità, da sottolineare che è biologico e adatto anche ai vegani poiché non vengono usati prodotti di derivazione animale. E’ ottenuto da sangiovese al 65%, merlot 20% e sagrantino 15% maturati in tonneaux; si presenta alla vista di un bel colore rubino vivace, naso di viola e ciliegina di bosco, corredato di piacevoli sfumature speziate.
Al palato è corrispondente, fresco, ben fatto, con una buona trama tannica e una polpa sufficiente a garantire una discreta persistenza.
• Montefalco Sagrantino Il Suragano 2007 →Il Colle di Saragano
Molto convincente la versione 2007 del Sagrantino di Ivan Di Vincareti ed Elisabetta Gervasi: ha colore rubino granato, bouquet piuttosto classico e variegato, Si sente ancora un po’ il legno ma riesce ad esprimere bene i toni del sagrantino; al palato ha buona materia, caldo e alcolico ma rotondo, certamente boisé ma senza eccessi, finale lungo e speziato.
• Montefalco Sagrantino 2008 →Goretti-Le Mura Saracene
Anche il Sagrantino 2008 dei Goretti si è rivelato un prodotto valido, ha un colore ancora rubino vivace, profuma di confetto, cumino, ciliegia e tabacco, in bocca ha buona materia, freschezza, il tannino non disturba e il sorso fila ricco e senza cedimenti.
• Montefalco Sagrantino 2008 →Adanti
Davvero buono, del resto l’azienda è uno dei punti di riferimento in Umbria. Ha colore rubino con rintocchi granati, naso di ribes, prugna, pepe, toni balsamici e tabacco; al gusto restituisce un ottimo frutto, sorretto da freschezza e da un tannino di ottima fattura, con finale piacevolmente speziato.
• Montefalco Sagrantino Chiusa di Pannone 2008 →Antonelli
Rubino con riflessi granati, trama olfattiva ricca di frutto ma anche accompagnata da una fine speziatura di chiodo di garofano, liquirizia, china, molto piacevole. Al palato ha ottima corrispondenza, bel frutto e ritorno di speziatura dolce, finale avvolgente e sapido.
• Montefalco Sagrantino 2008 →Scacciadiavoli
Cuore rubino intenso e profondo, bouquet fitto di frutto, ciliegia, mora, mirtillo, forse un po’ troppo maturo al naso per essere un 2008; in bocca ha trama tannica fitta, si sente l’apporto del legno, arrivano liquirizia, prugna e tabacco, buona complessità e potenza ben controllata.
• Montefalco Sagrantino 2009 →Colle Ciocco-Spacchetti
Ottant’anni di vita per questa azienda condotta dai fratelli Lamberto ed Eliseo Spacchetti, che dispone di 8 ettari vitati a sagrantino sul colle in prossimità di Montefalco. Il 2009 è molto buono, ha colore rubino netto non profondissimo, naso ricco di frutto, mora, ciliegia, ribes, sfumature di erbe aromatiche, sfumature di caffè, ginepro, ricordi di viola appassita. In bocca è succoso, fresco, buon tannino, ben fatto, ha ancora strada davanti a sé.
• Montefalco Sagrantino Collepiano 2009 →Arnaldo Caprai
Chiunque conosca i vini di Montefalco sa bene quanto Marco Caprai, figlio di Arnaldo, abbia influito sul Sagrantino moderno; ha avuto riconoscimenti ma anche critiche dai più tradizionalisti, ma c’è da dire che domare un vitigno del genere è opera assai complessa, sia per la mole tannica che per la tendenza ad andare su di zuccheri e, quindi, di alcool. Marco è indubbiamente riuscito a trovare la quadratura del cerchio offrendo dei prodotti di livello che sono stati apprezzati anche all’estero. Il Collepiano a volte riesce ad avere addirittura più equilibrio e bevibilità del sontuoso 25 Anni.
La versione 2009 presenta un colore rubino ancora netto, rivela sentori di ciliegia matura, gelso, leggera prugna, pepe rosa, inizio di tabacco e in bocca ha materia, alcol e legno misurato, buon tannino, liquirizia, finale lungo e sapido.
• Montefalco Sagrantino 2010 →Tenuta Alzatura
Di proprietà della nota azienda chiantigiana Cecchi, questo vino rivela una notevole stoffa, ha colore rubino di buona intensità, naso di fragolina di bosco, rosa e lampone, maturo, toni di liquirizia, rabarbaro, spezie orientali. Al palato non manca di frutto e aromaticità, ha giusta freschezza e tannini importanti.
• Montefalco Sagrantino 2010 →Còlpetrone
Sempre nello stile che contraddistingue questa cantina, si fa apprezzare anche il Sagrantino 2009, che regala profumi di confettura di ciliegia, sfumature vanigliate, mallo di noce, caffè, pepe e cacao.
Bocca marcata da una nota fitta di liquirizia, ha buona freschezza e tannino importante ma stemperato dalla parte alcolica e fruttata.
• Montefalco Sagrantino Carapace 2010 →Tenute Lunelli-Tenuta Castelbuono
Chi ha visitato la Tenuta Castelbuono della famiglia Lunelli sa bene cosa sia il carapace, ovvero il guscio di tartaruga “interpretato” dall’estro di Arnaldo Pomodoro, con cui è stata costruita quella che è sicuramente la più spettacolare cantina dell’Umbria.
Ad essa è dedicato questo vino davvero pregevole, di colore rubino con riflessi granati, corredato da una tavolozza di profumi che spaziano dalla prugna alla liquirizia, dalla china al tabacco, con una zona speziata che sta già mettendosi in bella mostra; al palato ha uno sviluppo progressivo, ottima materia e un finale ampio e prolungato.
• Montefalco Sagrantino 25 anni 2010 →Arnaldo Caprai
Non c’è che dire, questo millesimo mette in risalto tutte le qualità del Sagrantino 25 anni, rivelando quella classe che lo ha reso famoso. Ha colore rubino intenso con nuances granate all’unghia, parte con la prugna e la confettura di visciole, poi liquirizia, tabacco, noce moscata, chiodo di garofano, venature mentolate, cannella; al palato ritorna netta la liquirizia, fresco e con un tannino sontuoso eppure perfettamente integrato; succoso, avvolgente e complesso il finale.
• Montefalco Sagrantino 2011 →Bocale
Riuscito anche questo Sagrantino di Bocale, dal colore rubino di buona intensità, bouquet con un bel frutto maturo ma non eccessivo, legno di sandalo, prugna, torna la liquirizia, poi menta e caffè. In bocca fa il medesimo percorso, fresco, appena asciugante ma ben delineato.
• Montefalco Sagrantino Collenottolo 2011 →Tenuta Bellafonte
Da questa azienda di recente costituzione uno dei migliori Sagrantino assaggiati in questa occasione: appare carnoso e dinamico già al naso ma magnificamente estratto, la cosa che mi ha colpito è la misura in ogni ambito, si sente la mora e il lampone, il ginepro, la liquirizia dolce; bocca che rispecchia perfettamente l’annata, mantenendo in equilibrio tannini, freschezza e alcol.
• Montefalco Sagrantino 2011 →Fattoria Colsanto
Di proprietà della famiglia Livon dal 2001, l’azienda di Bevagna propone una versione interessante e convincente, dal colore rubino intenso, naso austero, compatto, con la liquirizia in bella evidenza, cenni di asfalto, poi arriva il frutto. Bocca che evidenzia un tessuto scalpitante e bisognoso di tempo, la materia però è ottima.
• Montefalco Sagrantino Campo alla Cerqua 2011 →Tabarrini
Notevole prodotto, dal colore rubino deciso, trama olfattiva arricchita da note di rosa e violetta appassinte, bel frutto fresco, prugna e ciliegia nera, timo, pepe e ancora la liquirizia, sentore che sembra quasi un marchio di fabbrica del sagrantino.
Tratto che si evidenzia anche nel sorso, buona acidità e ottimo equilibrio, con un tannino setoso e ben integrato.
• Montefalco Sagrantino 2011 →Milziade Antano
Rubino granato, bouquet improntato sulla prugna matura, la confettura di ribes, la liquirizia, la cannella e la noce moscata, sfumature di felce e sottobosco. Bocca coerente, materia fitta, tannino solido, acidità ben bilnciata con la struttura.
• Montefalco Sagrantino 2011 →Di Filippo
I vini di quest’azienda hanno tutti un gran potenziale, ma non sempre trovano riscontro nell’esecuzione, più volte, anche in passato, ho riscontrato imprecisioni olfattive e una trama non sempre ben definita. Non è il caso di questo Sagrantino, che appare invece convincente sotto tutti i punti di vista, l’ho preferito all’Etnico per la grande linearità e pulizia, forse un po’ rigido al naso ma con un impatto gustativo coinvolgente e profondo, molto bello.
Roberto Giuliani