Statistiche web
Il vino nel bicchiereSimposi

Verticale 2009-2015 Epokale Cantina Tramin

Grappolo di Gewürztraminer
Grappolo di Gewürztraminer

Se è certo che un viaggio può essere di esperienza e non di fretta, di approfondimento e non di consumo, è altrettanto reale che una visita in Alto Adige Südtirol sorge, più di altre, serenamente predisposta a essere intrapresa e vissuta in questo modo. Il primo ausilio, con tutta probabilità, proviene dalla geografia che segmenta, o meglio, scandisce, la provincia autonoma di Bolzano in una complessità di valli spaziose e ristrette, diramanti dall’asse centrale dei suoi fiumi, come nervature di una foglia di vite. Ogni valle esibisce un’area antropica a sé, con una propria misura di storia, saperi, economia e paesaggio; ognuna ordinata, pettinata, impeccabile.

Willi Stürz
Willi Stürz

La cantina Tramin, originaria di Termeno, monumento enologico della Bassa Atesina, non poteva infatti che disegnare un nuovo capitolo dell’enologia italiana con il Gewürtraminer nel “suo” territorio e precisamente nella frazione di Sella verso il maso Nussbaumer, ai piedi del monte Roen. Tra i 420 e i 440 m slm, su crinali porosi, erosi, ricchi di calcare (dolomia) e porfido vulcanico, con piccole alternanze di ghiaia, argilla e qualche striscia di arenaria, tra abituali alberi da frutto, casette in pietre nuda, volatili e gerani, dimorano infatti, da oltre trent’anni, imponenti viti di questa affascinante varietà. Il loro sguardo è rivolto a sud-est, verso il lago di Caldaro per intenderci, da dove soffia provvidenziale l’Ora; quella brezza tiepida e crepuscolare che consente loro di rinfrancarsi delle spire della Costiera della Mendola che, invece, incombe alle loro spalle.

L'equipe alla miniera
L’equipe alla miniera

È qui che sorge l’ormai leggendario Epokale, lo Spätlese di Gewürztraminer, dopo una vinificazione soffice e una sosta per circa undici mesi sui lieviti, per poi albergare nella suggestiva miniera di Ridanna Monteneve per 6 anni, a 2000 metri d’altitudine, a 4 chilometri dall’imbocco della galleria e a una umidità di oltre il 90%. Dentro la terra iridescente di argento, zinco e piombo della montagna che segna il confine tra la Val Ridanna e la Val Passiria, Epokale ha tutto il tempo di comprendere il suo potenziale di longevità e di riflettere sulle sue inconfutabili caratteristiche di eleganza e freschezza: in una quiete ferma ed perenne, a difesa da tutte le più superficiali agitazioni che, solitamente colpiscono l’esterno, in un ambiente ove possono accordarsi i due pensieri, generalmente incompatibili, di altitudine e profondità.

Paesaggio intorno alla miniera
Paesaggio intorno alla miniera

Ecco allora che, uscito dalla cava il poter “respirare” a pieni polmoni tutta la sua evoluzione stilistica sembra sorprendere ogni volta il preparatissimo kellermeister Willi Stürz, nonché persona di rara umiltà, che ha forse trovato nell’ultimo nato (l’incertezza è sempre d’obbligo!), ovvero il 2015, una sua integrazione ottimale, risultato di un raccolto d’uva sempre più maturo e che lo riporta in uno stadio di residuo zuccherino oltre i 50 g/l.
Un vino, come anche i suoi trascorsi, contraddistinto da sorsi indimenticabili che fanno bella mostra del suo carattere tipicamente alpino. Assaggi che, soprattutto in questi luoghi, si trovano di fronte panorami mozzafiato, sospesi tra l’azzurro del cielo e il giallo, il verde, il marrone o ancora il bianco di pascoli quasi sconfinati, a seconda ovviamente delle stagioni.

Willi Stürz e Wolfgang-Klotz
Willi Stürz e Wolfgang-Klotz

In summa, un’emozione da vivere, un’esperienza che ha riprodotto una mia convinzione quasi mistica, ovvero che la maestosità delle alture richiama il senso delle cose: una forma di panteismo primordiale rappresentato prima in storie o leggende, poi in forme d’arte.
L’Alto Adige (ed Epokale, non a caso, incarna appieno questo spirito) è dunque solo apparentemente una barriera, fatta da montagne ardite, possenti ed eleganti, una delle cerniere più singolari di tutto l’arco alpino, dell’Europa stessa, dove il nord incontra gli stili solari della penisola, rilanciando tradizioni variegate, ognuna con la propria indole, senza prevaricazioni, per una convivenza dinamica e una reciproca contaminazione, culturale e di stili di vita.

Verticale Epokale

Epokale 2009 (alcol 12,5; zuccheri res. 107g/l; acidità tot 5,6 g/l): vendemmia matura e generosa. Spezie indiane, litchi, ananas e qualche frutto candito dominano la parte olfattiva. In bocca entra sicuramente ed inevitabilmente molto dolce, cremoso, avvolgente. Immensa la struttura e la profondità. Un cenno di amaricante gli impedisce di non risultare eccessivamente oleoso. Il finale è lunghissimo e l’abbondante zucchero trova bilanciamento in una sconvolgente freschezza. Eleganza e armonia complessiva da vendere!

Epokale 2010 (alcol 13,5; zuccheri res. 36g/l; acidità tot 5,0 g/l): al naso piuttosto erbaceo, agrumato con cenni di curcuma e paprika dolce. Al palato mostra muscoli e una densità minima, ma del tutto coerente. Bocca molto minerale, probabilmente ancora in una fase embrionale, ma comunque con evidenze di equilibrio e persistenza.

Epokale 2011 (alcol 14,2; zuccheri res. 30g/l; acidità tot 5,0g/l): mostra un intenso bouquet aromatico di frutta esotica, mango e anguria. In bocca è lievemente cremoso, morbido, con un calore alcolico assolutamente non aggressivo. Lo zenzero si fa notare anche nel sorso per un finale lungo, armonico e secco.

Miniera

Epokale 2012 (alcol 12,5; zuccheri res. 23g/l; acidità tot 4,5 g/l): annata debole che raggiunge i minimi standard analitici per questa tipologia di vino. Naso agrumato soprattutto di pompelmo e mandarino, accompagnato da folate di pepe, zafferano e polvere da sparo. L’amaricante è molto meno evidente rispetto ai predecessori, però non troppo dolce e leggermente in debito di fenolico tipico del vitigno. Malgrado il tutto, potenza e finezza non gli mancano di certo.

Epokale 2013 (alcol 12,5; zuccheri res. 46g/l; acidità tot 5,0 g/l): cambio di passo, soprattutto per quanto riguarda il palato. Al naso si presenta tanto floreale quanto fruttato: rosa e lavanda seguiti dagli immancabili frutti tropicali e dalle spezie orientali. Agile, ritmato, pochissimo denso e notevolmente equilibrato. Non totalizzante, quasi etereo, lieve, con tanta anima, grinta e solidità.

Epokale 2015 (alcol 12,5; zuccheri res. 55g/l; acidità tot 5,1 g/l): siamo nella “legalità” del vino dolce per il grado zuccherino. Intenso e inebriante al naso, simile al suo diretto precedente, ma con una un tropicale ed un agrumato ancora più marcati. Vivace, scorrevole, fresco, leggerissimo, con un’acidità molto ben integrata. Una dolcezza di fondo improntata alla cucina asiatica, per nulla amaricante (in questo caso), gli dona un bilanciamento davvero impressionante. Freschezza alpina decisa con chiusura estremamente persistente.

Lele Gobbi

Lele Gobbi

Torinese, sognatore, osservatore, escursionista, scrittore. Laurea in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso l'Università di Torino e Master in “Non profit” presso la SDA Bocconi di Milano. Per otto anni si è impegnato in progetti con l'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, occupandosi di raccolta fondi, marketing, comunicazione, relazioni esterne, degustazioni e soprattutto di organizzazione di viaggi educativi in Italia e nel mondo. Scrive per Spirito diVino, James Magazine, La Cucina Italiana, Viaggiare con Gusto, Senza Filtro. È consulente per agenzie di marketing e comunicazione. Ha viaggiato in tutti i continenti alla ricerca dei cibi più vari, dei mercati più pittoreschi e dei popoli più antichi. Ama lo sport (sci e basket), la montagna (le Alpi) e l'arte contemporanea.

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio