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Orcia Rosso “Cenerentola” 2016 della Fattoria del Colle di Trequanda

Fattoria del Colle

Ecco un vino potente come ne sta riproponendo la giovane DOC Orcia in provincia di Siena, nata il 14 febbraio 2000 nel territorio collinare che si trova proprio in mezzo tra le zone di produzione del Brunello di Montalcino e del Vino Nobile di Montepulciano. Una Cenerentola, appunto, fra due sorellastre più vecchie e conosciute in questa terra assolatissima dove il sangiovese è re incontrastato. Il sangiovese, infatti, produce un’uva molto influenzata dal clima, perché ha una buccia sottile e per maturare bene ha bisogno dell’aiuto del sole in un clima arido, ma fresco, proprio come sulle alte colline della

Donatella Cinelli Colombini con l'uva Foglia tonda
Donatella Cinelli Colombini con l’uva Foglia tonda

Toscana meridionale, dove ha trovato il suo d’elezione e dona vini dai livelli di eccellenza irraggiungibili in qualsiasi altro angolo del mondo, dalla veste elegante. Per raggiungere anche la potenza, il compagno ideale con cui crea un vino unico, diverso da tutti gli altri, ma dai caratteri assolutamente senesi, è il vitigno foglia tonda (praticamente circolare e somigliante a una piccola padella), autoctono della Toscana meridionale, un tempo molto diffuso ma ora è molto raro da almeno un secolo e viene coltivato in totale da sole 18 aziende in meno di 20 ettari.
Il sodalizio fra questi due vitigni ha una storia che risale all’Ottocento, quando i contadini poveri di queste terre ancora non diradavano i grappoli (vendemmia verde), perciò le viti del foglia tonda, che producono tanta uva in modo spontaneo, non riuscivano mai a farla maturare completamente, quindi sono state via via trascurate e poi lasciate in abbandono, ormai da oltre un secolo. Nel 1998, quando Donatella Cinelli Colombini ha ricevuto la Fattoria del Colle dal padre Fausto Cinelli tramite la madre Francesca, ci ha messo poco a comprendere l’importanza di questo vitigno senese quasi estinto, perché in un paio d’anni di osservazione si era rivelato vigoroso, resistente a peronospora, botrite e, in parte, all’oidio, ma fin Vigneti Fattoria del Colletroppo generoso. Così ha motivato i suoi agronomi a trovare il modo di rendere le viti meno produttive e di portare i grappoli a una maturazione perfetta, fino a quel momento sconosciuta, scegliendo il terreno più adatto e le esposizioni più consone a questo vitigno che va coltivato in zone aride e molto soleggiate. Non è stato facile né veloce imparare a coltivarlo bene, a cominciare dalle prime 400 marze innestate su viti adulte del vigneto “Boschetto”, perché è leggermente più tardivo del sangiovese in germogliazione, fioritura, invaiatura e maturazione, oltre al problema più grosso, l’esagerata produzione d’uva.
Dopo quelle prime viti, il professore Cesare Intrieri dell’Università di Bologna ha fornito le barbatelle per un altro vigneto a coltivazione biologica e oggi le viti sono curate manualmente con molta attenzione e con la selezione e la riduzione dei grappoli fino alla consegna in cantina a maturazione perfetta. Anche in cantina le sperimentazioni dal 2001 sono state tante e non sempre fortunate. Il foglia tonda attualmente viene raccolto Fattoria del Colleper ultimo, fermenta da solo e matura da solo, per almeno 12 mesi, in tonneaux da 5 ettolitri di rovere francese e solo allora viene assemblato con il miglior sangiovese della Fattoria del Colle. Il vino da foglia tonda è di colore rosso granato scuro, con aromi intensi di viola, prugne secche, piccoli frutti rossi e neri, In bocca è di buon corpo, pieno e si dimostra adatto a sfidare il tempo. Dopo un lungo percorso fatto di sperimentazioni, di tante prove e di investimenti, l’assemblaggio di questo vino è sangiovese al 65% e foglia tonda al 35%. Questo Orcia Rosso ”Cenerentola” 2016 è proprio il coronamento di un sogno, ma anche di tante fatiche e sacrifici.
Bisogna dire che Donatella, quando è arrivata alla Fattoria del Colle, ha dovuto sobbarcarsi un compito enorme, perché era già gravata da altri impegni come Assessore al turismo del Comune di Siena, fondatrice del Movimento del Turismo del Vino e ingaggiata perfino nell’Associazione Donne del Vino (che oggi presiede), ma non soltanto. Il marito e la figlia erano restati ad abitare a Firenze e si era così ritrovata da sola in questo

Carlo e Donatella
Carlo e Donatella

posto fuori dal mondo, freddo, circondato dai boschi, con i cinghiali che di notte scorrazzavano anche per il borgo e arrivavano fin quasi alla porta di casa. All’inizio si era spaventata sul serio per aver trovato una situazione finanziaria molto difficile, una quantità enorme di fondamentali investimenti da farci, ma la sua presenza era indispensabile per rimettere in piedi questa proprietà di famiglia.
Erano stati gli antenati di Donatella Cinelli a costruire qui la fattoria nel 1592. Si chiamavano Socini o Soccini e se ne trovano ancora gli stemmi con il leone rampante agli ingressi, sui soffitti e in alcuni mobili antichi della villa. Quella famiglia, allora ricca e importante, era precipitata però in rovina a causa del sostegno alle tesi del protestantesimo di due suoi notabili che, perseguitati dalla Chiesa, dovettero fuggire all’estero, mentre gli altri, dopo aver subìto la confisca dei beni, si erano trasferiti a Siena in miseria. Nel 1919 il bisnonno di Donatella, Livio Socini, che era stato anche sindaco di Siena dal 1914 al 1916 e aveva fatto fortuna con la distillazione dell’alcool e nel 1919, ricomprò a prezzo d’affare la Fattoria del Colle dal conte Spannocchi che l’aveva mandata in rovina per godersi la vita, scoprendo soltanto dopo l’acquisto che erano stati proprio i suoi antenati a costruirla.
Altri vigneti di Fattoria del ColleCome ho già scritto però in un precedente articolo, Donatella è un terremoto. Ha trasformato in bottaia il sotterraneo della villa cinquecentesca con un restauro eseguito a tempo di record nella primavera del 2001 nonostante la bocciatura del progetto di scala esterna da parte del Comune di Trequanda che l’aveva obbligata a costruire una scala interna fra la bottaia e il sottotetto, abbattendo anche un solaio, ma senza mai lasciarsi scoraggiare. Oggi dirige con suo marito Carlo Gardini una tenuta enorme che comprende un bel borgo cinquecentesco con appartamenti, camere e due ville per l’agriturismo, un ristorante, la scuola di cucina, la zona benessere, quattro parcheggi illuminati, tre parchi, tre piscine, il campo da tennis e una marea di oliveti, vigne, riserve tartufigene e campi coltivati per un totale di 336 ettari. La Fattoria del Colle, raggiungibile con un vialetto di 200 metri ben illuminato, è stata la prima fattoria toscana con animazioni permanenti. Ogni giorno ci sono due visite guidate con degustazione itinerante, una lezione di cucina, una verticale di annate diverse e l’assaggio di diversi formaggi oppure salumi a chilometro zero. Per chi lo vuole ci sono anche tennis, mountain bike, spa, bagno nella vasca in legno di ginepro per la vinoterapia di coppia e il percorso wellness (solarium, sauna, doccia emozionale, hammam, vasca idromassaggio, massaggi e relax), prati attrezzati con sedie, sdraio e ombrelloni.

Violante
Violante

In questa splendida cornice che riscuote sempre maggiore successo fra gli enoturisti, la cenerentola non poteva che diventare principessa. L’annata 2016 è da incorniciare, almeno per quelle aziende, come la Fattoria del Colle, che sono state risparmiate dalle altrui calamità e che hanno potuto godere di una delle migliori vendemmie a memoria d’uomo. Nel 2016 il primo semestre dell’anno la pioggia è stata incessante, penetrando la terra in profondità e creando, delle buone riserve per i mesi caldi, ma ha disturbato non poco la fioritura al punto da ridurre sensibilmente il numero e la dimensione dei grappoli. Per questo motivo non c’è stato bisogno di diradare l’uva con la vendemmia verde. Poi è arrivata un’estate matta, con giornate torride (sempre sopra i 35 °C) alternate a temporali di grande violenza e a rischio grandine. Poiché la comparsa dei germogli sui ceppi delle viti è avvenuta due settimane prima del solito, si prevedeva una vendemmia anticipata, invece già dal momento dell’invaiatura (cambio di colore dei grappoli da verde a blu), intorno al 20 luglio, il calendario del ciclo vegetativo si era riallineato a quello tradizionale e poi la maturazione è proseguita regolarmente, ma più lentamente del solito. Per la prima volta dopo diversi anni l’accumulo degli zuccheri nella polpa degli acini procedeva più lentamente della maturazione dei polifenoli, le sostanze nobili contenute nella buccia. Il settembre è stato sereno, con notti fresche che hanno consentito un’eccellente maturazione lenta, lunga, che ha donato al vino profondità, complessità, finezza e soprattutto grande longevità.
La vendemmia 2016, prima del sangiovese e poi del foglia tonda, è stata manuale. L’uva si è presentata sanissima, con un grado di maturazione molto uniforme e acini piccoli con vinaccioli perfettamente lignificati. La vinificazione è avvenuta in tini d’acciaio da 80-100 ettolitri a controllo di temperatura per 15 giorni. la maturazione è stata di 1 anno in tonneaux da 5 ettolitri di rovere francese (ma in cantina ci sono anche dei contenitori di cemento a forma di uova, oltre a botti più piccole). L’assemblaggio di 65% sangiovese e 35 % foglia tonda ha prodotto infine 10.000 bottiglie con un tenore alcolico del 14,5%. %. Dice bene Violante Gardini (la figlia di Carlo e Donatella): ”abbiamo imparato molto e anche il clima è cambiato, comunque la principale cosa da capire è che i vitigni autoctoni fanno rispettati e aiutati a venire fuori esattamente per quello che sono, rispettando le loro caratteristiche uniche”.
La cantina e il vinoRosso granato intenso, scuro, dai riflessi viola, vuole calici ampi e deve scaldare i muscoli prima di dare il meglio di sé. L’ultimo calice è migliore del primo, come capita soltanto con vini eccellenti. Sprigiona aromi complessi che riempiono il naso di ciliegia nera, erbe officinali, tabacco fresco, lavanda, timo, borragine con un impercettibile tocco di pepe nero. Il floreale prevale sul fruttato, comunque maturo. È un vino di particolare finezza, profondità e complessità, che sorprende per il rilascio degli aromi in successione, sempre più intensi a mano a mano che si adatta all’ambiente. Note delicate di piccoli frutti come corniola e sambuco nero si fondono con quelle di spezie dolci, ma in grande armonia e sempre con modi eleganti. La sua struttura tannica è ben domata, molto vellutata ma promette longevità, come minimo da 10 a 20 anni ancora. La piacevolezza gustativa permane a lungo in bocca, migliora riscaldandosi e ossigenandosi, ha bisogno però di scaldare i muscoli in ampi calici tipo ballon per dare il meglio di sé, perché si apre più lentamente di un Brunello. Si raccoglie in un finale mentolato, molto aromatico e persistente e, poiché non teme temperature ambiente nemmeno davanti al camino acceso, si serva pure da 18 a 22 °C, che non li teme, anzi!
È un vino da tutto pasto, eclettico, adatto a zuppe di cavolo nero o di fagioli con le bietole, crostini toscani di fegato, bico farcito con salsiccia e spinaci, scottiglia di cinghiale, succose pietanze di carni rosse e scure, formaggi stagionati, pecorini di Pienza, ma anche cantucci salati. Sono da evitare assolutamente pietanze con aceto, cipolla e aglio crudi, carciofi e asparagi, finocchiona, per via dei tannini molto giovani e combattivi con quelli estranei.

Mario Crosta

Fattoria del Colle
SP 38 da Trequanda a Pecorile, traversa per la Località Il Colle, 53020 Trequanda (SI)
coordinate GPS: lat. 43.181538 N, long. 11.654678 E
Tel. 0577.662108
sito www.cinellicolombini.it
e-mail info@cinellicolombini.it

Mario Crosta

Di formazione tecnica industriale è stato professionalmente impegnato fin dal 1980 nell’assicurazione della Qualità in diverse aziende del settore gomma-plastica in Italia e in alcuni cantieri di costruzione d’impianti nel settore energetico in Polonia, dove ha promosso la cultura del vino attraverso alcune riviste specialistiche polacche come Rynki Alkoholowe e alcuni portali specializzati come collegiumvini.pl, vinisfera.pl, winnica.golesz.pl, podkarpackiewinnice.pl e altri. Ha collaborato ad alcune riviste web enogastronomiche come enotime.it, winereport.com, acquabuona.it, nonché per alcuni blog. Un fico d'India dal caratteraccio spinoso e dal cuore dolce, ma enostrippato come pochi.

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