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VINI AD ARTE 2014: Anteprima Sangiovese di Romagna

Sangiovese di Romagna

Quando si parla di Emilia-Romagna, l’immaginario collettivo ci porta direttamente alla succulenta cucina ed alla esuberanza di tutti i prodotti di quella terra, proprio come il carattere ed il senso dell’ospitalità e della simpatia della gente del luogo, che attrae, non a caso, molti popoli del nord Europa.
Naturalmente è doveroso fare gli opportuni distinguo trattandosi di due terre, come l’Emilia e la Romagna; nella cucina, per esempio, pur essendo ricca e gustosa in entrambe le aree. E tali caratteristiche si riflettono anche nella enografia. L’Emilia è notoriamente la patria del Lambrusco, una vite selvatica “addomesticata” da qualche secolo e utilizzata per la produzione di vini “bruschi e frizzanti”; altri vitigni utilizzati, al fianco dei Lambrusco, sono la Barbera e la Croatina (localmente chiamata Bonarda), le uve utilizzate per produrre il Gutturnio, ed altri vitigni.
La Romagna ha tutt’altro tipo di vini: il Sangiovese di Romagna, l’Albana (primo vino bianco italiano a raggiungere il traguardo della DOCG), il Trebbiano di Romagna, il Pignoletto ed altre varietà minori.
Ed il solito immaginario collettivo ci porta, qualche volta ancora, a ritenere che tutti i vini dell’intera regione siano tradizionalmente freschi, giovani, frizzanti. Errore!
Nel 1962 fu fondato a Faenza il “Consorzio Vini di Romagna”, nel cui marchio si riporta l’effigie del “Passatore”, al secolo Stefano Pelloni, un brigante romagnolo vissuto nella metà del 1800.
Il consorzio “Convito di Romagna” è nato nel 2001 per la volontà di 8 produttori di eccellenza per valorizzare il loro vitigno preferito: il Sangiovese.
Dal 2010 il “Consorzio Vini di Bertinoro” riunisce otto aziende con lo scopo di promuovere la conoscenza dei vini di Bertinoro in Italia e all’estero ed affrontare insieme il difficile mercato globale.
Il →Consorzio Vini di Romagna ed il Convito di Romagna hanno organizzato nei giorni 23 e 24 febbraio 2014 al →Museo Internazionale delle ceramiche di Faenza la nona edizione di “Vini ad Arte” e quest’anno, per la prima volta, sono stati affiancati dal →Consorzio Vini di Bertinoro. Tre premurose ragazze della →Well Com di Alba, Marinella Minetti, Marta Sobrino e Giulia Breveglieri, hanno curato l’ufficio stampa della manifestazione e seguito tutte le attività.

Nel primo pomeriggio di domenica 23 febbraio, trasferimento al “Riserva Storica dei Sangiovesi di Romagna” in Bertinoro, per la presentazione delle “Menzioni Geografiche” e conseguente degustazione di annate storiche, guidata con passione e professionalità da Giorgio Melandri e Gianni Fabrizio.
Con i primi assaggi si sgretola il mito del “Sangiovese di Romagna fresco, giovane e frizzante”!
Abbiamo assaggiato vini consistenti, secchi, evoluti, ben mantenuti e complessi. E passino le annate dal 2000 in poi; ma quelle antecedenti stanno lì a dimostrare tutta la loro valenza! Queste bottiglie stanno a testimoniare che già negli anni ’80 in Romagna si impiantavano vigneti con criteri tuttora validi e che si producevano vini di qualità che reggessero molto bene nel tempo.
Insomma, la credenza secondo cui il Sangiovese di Romagna fosse figlio di un Dio minore, visti i successi che riscuotono i vini prodotti con lo stesso vitigno nella vicina Toscana, è falsa!
I dodici vini sono stati divisi, molto opportunamente, in due gruppi: “Viaggiare nei Territori” e “Viaggiare nel Tempo“.

Nel primo gruppo c’erano, tutto sommato, vini ancora facilmente reperibili sul mercato, prodotti tra il 2004 ed il 2008.
Da Bertinoro:
Petra Honorii 2004 Tenuta La Viola
Riserva 2004 Bissoni
Da Marzeno e Brisighella:
Corallo Nero 2006 Gallegati
Le Ladi 2006 Paolo Francesconi
Da Predappio:
Pertinello 2008 Tenuta Pertinello
Pruno 2006 Drei Donà.

Campioni di Sangiovese di Romagna

La seconda edizione fu caratterizzata ancora da vini molto differenti nell’interpretazione, sempre molto carichi nel colore (ad eccezione dei vini di un produttore che sembravano dei cerasuolo, ma dotati di ottima consistenza) e dai profumi più orientati più alla confettura che al frutto fresco. Il frutto più ricorrente era, però, la ciliegia accompagnata dal ciclamino; ma la visciola e la prugna sciroppate non erano un ricordo, anzi… Un mese dopo, però, al Vinitaly, alcuni vini che erano sembrati molto buoni all’anteprima, sembravano dei vini mediocri. Sarà stato sicuramente il lungo viaggio, ma la stabilità di quei vini, forse, non era il massimo.
La terza edizione si è tenuta a fine aprile 2012 ed erano presenti piccoli difetti e caratteristiche tradizionali: colore ancora molto carico, frutta un po’ più fresca anche se non mancavano note di confettura, caffè e cacao. Ciliegia ed amarena i frutti più frequenti insieme alla viola. Più apprezzabile, però, il tasso di freschezza per tutti i vini e la mineralità di alcuni. Di contro, abbiamo registrato ancora qualche odore erbaceo pungente, qualche nota di riduzione e qualche tono amarognolo in chiusura. Nel complesso, comunque, abbiamo registrato un buon innalzamento qualitativo, anche se la disomogeneità dei vini era ancora sostenuta e le valutazioni si mantenevano schiacciate verso il basso.
E siamo alla quarta edizione che, a differenza delle tre precedenti tenute nel mese di aprile, quest’anno si è tenuta sei mesi dopo. Sicuramente questo slittamento ha giovato ai vini, perché ce li ha portati più stabili e maturi. Intanto i vini sembrano aver smesso quella veste rubino cupo ed impenetrabile! I profumi sono molto più fragranti di frutta fresca, frutti di bosco e spesso si apprezzano i lamponi, ma anche erbe aromatiche e, non di rado, la liquirizia e la speziatura. Eravamo abituati a Cesanese di color rosso rubino con riflessi violacei più o meno carichi, in cui i profumi di viola e frutta rossa ed i sapori di confetture di amarena, visciola e prugna imperavano; vini secchi, pastosi e morbidi, talvolta davano anche l’impressione di vino stanco; il tutto, naturalmente, in presenza di una gradazione alcolica imponente. Nel recente passato sembravano bevande preparate con confetture condite con cacao, chicchi di caffè e chiodi di garofano, “allungate” opportunamente con alcool.
Oggi, invece, abbiamo trovato vini freschi, giovani e intensi e qualcuno addirittura “leggero”. La gradazione alcolica dei vini presentati aveva una escursione dai 13,5 ai 16° C, che non è da poco, ma quasi mai si è trattato di una presenza ingombrante e condizionante.
Questo non significa che i vini abbiano raggiunto punteggi molto alti; ciò che ha colpito è l’innalzamento qualitativo medio “corale”; i piccoli difetti, seppur ancora sporadicamente presenti, sono molto meno evidenti. E la cosa che ha colpito di più è la somiglianza olfattiva e gustativa dei vini presentati. Non so se quelle riscontrate quest’anno siano le caratteristiche proprie del vitigno, ma finalmente si può cominciare a parlare di uniformità varietale e di tipicità territoriale.

Tutti avevano una colorazione integra ed intensa nella tonalità di rubino e tutti offrivano un fruttato fragrante e note floreali intense, taluni con viole appassite, altri con note erbacee e speziate. Al palato la frutta è stato il sapore principale, sorretta sempre da una ottima acidità e da tannini solo in un caso un po’ polverosi, quasi sempre decisi, risolti e levigati; la persistenza è stata comune a tutti e l’alcool, pur superando in tutti i 13,5%, è risultato ben camuffato dalla quantità di materia presente nei vini.

Nel secondo gruppo, per viaggiare nel tempo, abbiamo assaggiato prima un Superiore:
Torre Ceparano 1994 Fattoria Zerbina
E poi le Riserva:
Calisto Riserva 2001 Stefano Berti
Ronco Ciliegi Riserva 2000 Castelluccio
Ombroso Riserva 1998 Giovanna Madonia
Pietramora Riserva 1993 Fattoria Zerbina

Il folto gruppo di campioni in degustazione

Paradossale constatare in questi vini la tenuta che hanno ancora in tutte le fasi della degustazione: colore vivido ed intenso, pur avendo un’unghia importante. Al naso presentano tutti intensi profumi di frutta rossa croccante, viola ed uno ostenta ancora buccia d’arancia sanguinella. Frutta croccante, tannini setosi, freschezza, intensità e persistenza compongono il quadro gustativo.

L’ultimo della seconda serie e della giornata è stata una commovente “chicca” del 1979:
Vigna del generale 1979 Nicolucci
Si tratta di un vino di oltre 33 anni, ma ancora porta in evidenza le sue caratteristiche principali; il colore è sbiadito rispetto agli altri assaggiati; sembra quasi un Barolo. Nel fondo del bicchiere (non solo nel mio; ho controllato anche gli altri bicchieri) si addensano in sospensione residui di pigmentazione, non sotto forma granulare e compatti; sembra uno stormo di uccelli che svolazza nei cieli di Roma nei tramonti autunnali. Al naso le note fruttate non sono così intense come i precedenti, ma la viola è ben distinguibile. Alla gustativa la frutta fresca è ancora intensa, i tannini sono completamente domati e la freschezza comincia a scemare. E’ un vino vecchio, non decrepito; ma ci dimostra che 33 anni fa già si facevano vini capaci di affrontare lunghi invecchiamenti.
La serata si è conclusa al famoso tempio della ristorazione, il →San Domenico di Imola, dove già la visita alla cantina sotterranea vale il costo della cena: la quantità e la varietà di bottiglie non ti dà modo di immaginare quale etichetta, italiana o straniera, potrebbe mancare!
Il giorno dopo abbiamo assaggiato (alla cieca) le nuove annate e qualche problema si è manifestato: il tannino è ancora un po’ scalpitante e, talvolta, scomposto. Probabilmente è troppo presto per giudicarli con serenità, visto che le vecchie annate non presentano problemi di sorta; di sicuro miglioreranno con l’affinamento in bottiglia. Ed anche per i bianchi il giudizio globale è simile: troppo presto per giudicarli ad un mese circa dall’imbottigliamento. Non è un caso che la preferenza sia caduta su vini prodotti nel 2012 più che nel 2013.

Locandina Vini ad Arte 2014LA DEGUSTAZIONE
GioJa 2011, Giovannini (Imola)
Un Albana in grande forma di un giallo paglierino intenso; al naso è una macedonia di frutta gialla e tiglio; al palato si assapora tanta frutta esotica; è secco, ma la gran quantità di materia, la sapidità e la freschezza lo rendono molto persistente.

Vigna Rio 2013, Tre Monti (Serra)
Il Trebbiano che non ti aspetti: fiori gialli delicati al naso; fruttato al palato con una venatura dolce e speziata; abbastanza secco, ma sapido, fresco e persistente.

Albarara 2012, Santa Lucia Winery (San Vicinio)
Da uve Albana, assume un bel colore giallo paglierino con riflessi dorati; il naso viene assalito da profumi di fiori gialli, note minerali e refoli di erbe aromatiche; la bocca è invasa da frutta gialla matura; è fresco, sapido, secco e speziato.

“A” Magnum Special Edition 2011, Fattoria Monticino Rosso (Imola)
Corrispondenza assoluta tra naso e bocca per questo Albana paglierino dorato: frutta esotica, frutto della passione e tiglio; è fresco, asciutto e materico al contempo, con un leggero tannino ma sapido e fresco; solo in chiusura si avverte l’alcool accompagnato da una leggera speziatura.

Romagna Albana secco 2013, La Berta (Brisighella)
Paglierino classico questo Albana; al naso si annuncia con profumi delicati di primula e mela verde; all’assaggio è fruttato, sapido, freschissimo, abbastanza secco ma persistente.

I Croppi 2013, Celli (Bertinoro)
Albana in purezza per questo vino giovane dal classico colore giallo paglierino; fiori bianchi e mela gialla all’olfatto; al palato si presenta fruttato, fresco e leggermente tannico; buona e tanta la materia, risulta sapido, secco e leggermente caldo.

Il Tornese 2012, Drei Donà Tenuta La Palazza (Predappio)
Si tratta di un assemblaggio di Chardonnay (85%) e Riesling (15%). Tenue il giallo paglierino; al naso offre frutta esotica e note smaltate; all’assaggio, oltre alle note fruttate, risulta fresco, secco e leggermente tannico.

Morosè, Poderi Morini (Oriolo)
Uno spumante non millesimato ottenuto da un vitigno recuperato da poco in vecchie vigne e “battezzato” CENTESIMINO. Di colore rosa-ramato vivo e con spuma e perlage di buona persistenza; al naso offre profumi di frutta rossa, burro, cacao e rosa; alla gustativa è fruttato, dotato di una buona spalla acida, è speziato e persistente.

Bianco di Ceparano 2013, Fattoria Zerbina (Marzeno)
Il colore è molto chiaro (giallo paglierino) ed i profumi tenui di mela verde matura; è fruttato, sapido, freschissimo e secco.

Neblina 2013, Giovanna Madonia (Bertinoro)
Colore giallo paglierino chiaro; il naso è invaso dal profumo di fiori gialli; al palato è fruttato, agrumato, speziato e secco.

Ed ora un po’ di vini rossi da uve Sangiovese, tutti con un bel colore rubino carico anche se spesso con unghia. Non ho incontrato vini di grandissima personalità, ma vini molto ben fatti e di ottime prospettive. Una beva ancora caratterizzata da tannini a volte “polverosi”, altre volte molto giovani; probabilmente, con ulteriore affinamento, si “risolveranno”.

Thea 2011, Tre Monti (Oriolo)
Gran vino, di buona personalità; forti sentori di marasca al naso prima ed al palato poi; è fresco, speziato, ed ha un buon tannino.

Girapoggio 2012, Bissoni Raffaella (Bertinoro)
Frutta rossa e note floreali al naso; frutto carnoso in bocca; è fresco, piacevole, sapido, e giustamente tannico.

Ronco dei Ciliegi 2008, Castelluccio (Modigliana)
Piccola frutta rossa, viola e note empireumatiche compongono il quadro olfattivo; in bocca è fruttato, fresco, un po’ sapido, tannino morbido, di buona persistenza.

Le Ladi 2011, Francesconi (Marzeno)
frutta rossa e note di viola al naso; al palato si concede fruttato, fresco, speziato e con un tannino levigato.

Il Colombarone 2012, Tenuta La Viola (Bertinoro)
Frutta rossa croccante con leggere note empireumatiche; al gusto è fruttato, fresco, speziato, secco e con un tannino levigato ma astringente.

Audace 2011, Terre di Macerato (Imola)
Al naso emana note di frutta rossa ed una timida viola fa capolino; in bocca propone un bel frutto saporoso e croccante; il tannino è levigato ma ancora astringente; buona la freschezza e la speziatura.

Il Moro di Villa 2011, Villa Trentola (Bertinoro)
Piccoli frutti rossi ed una nota erbaceo-ematica compongono il corredo olfattivo; in bocca ripropone la frutta croccante e carnosa, è molto fresco ed ha un tannino levigato.

Bartimeo 2012, Berti Stefano (Predappio)
Al naso piccoli frutti rossi e note empireumatiche; in bocca è fruttato e fresco; ha un buon tannino, deciso ma non invasivo, e regala, in un lungo finale, note piacevolmente amaricanti e speziati.

Notturno 2012, Drei Donà La Palazza (Predappio)
Ottima combinazione tra territorio ed andamento climatico dell’annata: frutta rossa, foglia di noce e pepe verde al naso; in bocca è fruttato, giovane, secco, col tannino un po’ astringente, ma persistente.

Pietramora 2011, Fattoria Zerbina (Marzeno)
Al naso porta frutta rossa e qualche refolo amarognolo; in bocca regala un bel frutto leggermente affumicato; è fresco, lungo, il tannino è levigato e nel finale si avvertono delle piacevoli note amaricanti.

Fermavento 2011, Giovanna Madonia (Bertinoro)
Il quadro olfattivo è composto da frutta rossa leggermente affumicata e carrube; lo stesso fruttato, si presenta in bocca fresco e piacevole, con un tannino levigato ed un finale lungo e speziato.

Il Prugneto 2012, Poderi dal Nespoli (Predappio)
Piccoli frutti rossi, una leggera nota erbacea, note empireumatiche ed una sottile nota di cioccolato sono i profumi che “stuzzicano” il naso ed invitano all’assaggio; in bocca frutta croccante e carnosa; è molto fresco, ma il tannino ha bisogno di un ulteriore periodo di affinamento in bottiglia.

Il Pertinello 2011, Tenuta Pertinello (Predappio)
Al naso si apprezzano intensi profumi di frutta rossa e carrubo; la conferma in bocca con intense note di frutta rossa croccante; è fresco ed ha un tannino levigato e ancora un po’ scalpitante.

Clivo del Re 2012, Tenuta Uccellina (Bertinoro)
L’olfazione è caratterizzata da frutta rossa con note di buccia d’arancia e folate alcoliche; in bocca concede bocconi di frutta fresca e carnosa; ancora un po’ astringente.

Vigna Le Case 2012, Ballardini (Brisighella)
Frutta rossa e note affumicate caratterizzano il quadro olfattivo; in bocca è fruttato e fresco; il tannino è abbastanza levigato, ma ancora un pò astringente.

Taibo 2012, Santa Lucia (Sam Vicinio)
Accostando il bicchiere al naso, la mente va alla piccola frutta rossa e nera (more) e si apprezzano note empireumatiche; alla gustativa è fruttato, fresco, secco e decisamente tannico; ancora un po’ acerbo.

S Zero Solfiti 2012, Fattoria Monticino Rosso (Imola)
L’informazione “Zero Solfiti” suggestiona e non abbiamo potuto fare il confronto con lo stesso vino trattato con solfiti; seppur in elenco non era disponibile. L’impressione riportata è che i profumi di frutta rossa fossero più intensi ed accompagnati da note vinose, di vino giovane; in bocca tanta frutta rossa, buona acidità e speziatura.

GioGiò 2011, Giovannini (Imola)
Frutta rossa ed una nota erbacea compongono il quadro olfattivo; il sorso è fruttato, fresco, ha una nota vegetale “matura”; il tannino è levigato e in chiusura si avverte una nota leggermente amarognola.

Olmatello (P.B.) 2011, La Berta (Brisighella)
Al naso offre un quadro molto equilibrato: fruttato e floreale; il sorso è agile, fruttato, fresco, tannico, e nel finale si avverte una leggera speziatura.

Antonio Di Spirito

Il vino ha sempre fatto parte della sua vita; dal 1974 vinifica le uve acquistate e nel 1981 ha impiantato una piccola vigna che coltiva tutt'oggi, sempre per il consumo familiare. Dal 2006 si è dedicato interamente al mondo del vino; dopo aver seguito tanti corsi, ha ricoperto il ruolo di docente alla Rome Wine Academy School, organizzando e guidando degustazioni, partecipando alla stesura di una Guida annuale ai Migliori Vini e curando la pubblicazione del New Wine Journal online. Dal 2011 è Free Lance Wine Journalist. Dal 2013 collabora con "Lavinium" e dal 2014 anche con "LucianoPignataro WineBlog". Dal 2014 è Giudice Internazionale al "Concours Mondiale de Bruxelles" e dal 2016 è Membro delle Commissioni di Valutazione del Concorso Enologico Internazionale "La Selezione del Sindaco". Nel 2015 ha partecipato alle selezioni ed alla scelta dei vini della guida Slow Wine 2016 per la Sardegna e nel 2016 ha fatto parte del panel di degustazione per le selezioni e la scelta dei vini della guida Guida "I vini d'Italia" de L'Espresso.

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