Vino Santo Trentino: l’affascinante rito della spremitura e il valore del tempo

Tra il Lago di Garda, le Dolomiti di Brenta e la città di Trento si sviluppa la Valle dei Laghi, che costituisce un antico alveo del fiume Adige e si fonde a sud con la Valle del Sarca; un meraviglioso percorso che attraversa suggestivi scorci naturali, bellezze architettoniche e luminosi specchi d’acqua. Piccoli borghi e insediamenti rurali sono disseminati in tutta l’area, così come i frutteti e i vigneti che ne colorano il paesaggio. Questa vallata è nota non solo per i suoi magnifici laghi, ma anche per la produzione del Vino Santo e per la Nosiola, un vitigno autoctono trentino a bacca bianca, tanto unico quanto prezioso.
Il Vino Santo della Valle dei Laghi ha una storia antica, che racconta di un territorio dove condizioni climatiche e tradizioni culturali si intrecciano e si fondono in un vino unico al mondo, prodotto con i migliori grappoli di uva Nosiola, lasciati appassire lentamente sulle “arele” fino a primavera e pigiati durante la “Settimana Santa”. Dopo una lenta e lunga fermentazione, il risultato è un vino di grande morbidezza, con giusto equilibrio di tenore zuccherino e alcolico, ricco di profumi e aromi che lo rendono unico, un dessert liquido perfetto da gustare alla fine del pasto con la sua delicata dolcezza e profondità.

Appena sei le aziende agricole socie dell’Associazione Vignaioli Vino Santo Trentino, fondata nel 1977 (Fratelli Pisoni, Giovanni Poli, Francesco Poli, Gino Pedrotti, Pravis e Maxentia), riunite per promuovere, tutelare e trasmettere i valori legati alla produzione del Vino Santo. Assumono il ruolo di custodi e interpreti con il proprio stile inconfondibile, di questo piccolo, ma preziosissimo patrimonio della storia di questa terra, con una produzione che nella sua totalità non va oltre le 12mila/15mila bottiglie.
Un percorso da vivere e raccontare, che inizia nella neonata Casa Caveau Vino Santo di Padergnone, un luogo esperienziale e suggestivo, dove attraverso voci, suoni, immagini, profumi, gusto, ci si può immergere in questa affascinante storia territoriale.
Casa Caveau Vino Santo nasce a febbraio 2020, dal progetto di riqualificazione dell’appassitoio di Padergnone, da anni in disuso, ridonando vita a un luogo storico, attraverso il restauro conservativo, la riconversione, l’allestimento e la messa in rete delle Cantine dei produttori di Vino Santo Trentino attraverso la sentieristica secondaria che percorre le zone dei coltivi. Un luogo non solo simbolico, ma anche legato al campo enologico per essere la sede dei Vivai Cooperativi, fondati nel 1910 da Lodovico Pedrini, oltre ad essere stata la casa di Rebo Rigotti, genetista importante per il territorio.

Questo delizioso scrigno è stato anche tappa immersiva dell’edizione 2023 di “DiVinNosiola”, una manifestazione che vuole coinvolgere appassionati e professionisti in questa antica tradizione.
Ogni anno prima del periodo Pasquale e della Settimana Santa, come ricorda Enzo Poli, Presidente dell’Associazione Vino Santo, si ripete il tradizionale rito della spremitura; un processo unico e suggestivo che mantiene in vita le competenze tramandate di padre in figlio delle piccole cantine del luogo. Una sacralità e un lavoro minuzioso che, come si vede anche nel percorso di Casa Caveau, ha come suo elemento distintivo il “Tempo”. Una clessidra ne rappresenta il suo scorrere lento, a cui si uniscono i suoni e le immagini che fanno da impronta a questa magia che ogni anno si ripete.
Il “Rito” della Spremitura del Vino Santo Trentino, a cura dell’Associazione Vignaioli del Vino Santo Trentino, che si svolge in collaborazione con la Confraternita della Vite e del Vino, vede torchiare manualmente i primi acini appassiti di Nosiola, e rappresenta uno dei momenti simbolicamente più importanti, segnando il passaggio dall’appassimento alla vinificazione. Casa Caveau diventa inoltre tappa del percorso che parte dal lago e permette poi di scoprire le diverse aziende dove si produce il Vino Santo.

Riguardo la produzione, va evidenziata la fermentazione molto lunga che serve per produrlo, l’appassimento che dura per oltre sei mesi e il successivo affinamento va oltre gli 8/10 anni, ma è soprattutto grazie alle condizioni climatiche uniche che questo prodotto si distingue. In particolare, l’Ora del Garda, il vento del Sud, il più famoso tra i venti del Garda che soffia e consente l’asciugatura dei grappoli in modo perfetto. Inoltre, i numerosi specchi lacustri favoriscono un microclima temperato, con temperatura e umidità ideali per la formazione della “muffa nobile” che ne arricchisce il profilo sensoriale.
Tra tutti i vini dolci si distingue per la dolcezza iniziale controbilanciata dalla freschezza, si tratta di un vino affascinante e dinamico, capace di raccontare storie nuove. Un vino dal grande potenziale evolutivo e abbinabilità a tavola
Il vino santo è fortemente radicato negli usi e costumi della gente di qui, si regalava al parroco quando veniva a benedire la casa o al medico. Il vitigno con cui si produce – la nosiola – ha un’origine piuttosto antica e lontana e nella sua tradizione e storicità ha una tremenda contemporaneità. Nella valle dei Laghi prende declinazione femminile mentre nella zona a nord avisana ha connotazione maschile il nosiola. Una delle sue caratteristiche è l’acidità che connota la beva e la struttura. Praticamente scomparso dal catalogo dei vini trentini (la prima bottiglia del Dopoguerra è la 1965 della Cantina Toblino) la sua produzione riprende vita negli anni Settanta, incentivata dal Comitato Valle dei Laghi guidato dal botanico Giuseppe Morelli, e nel 2013, grazie ai sei soci dell’Associazione Vignaioli Vino Santo Trentino, viene riconosciuto presidio Slow Food.

Tornando all’edizione 2023 di “DiVinNosiola”, è stato naturalmente possibile degustare due diverse espressioni di Nosiola, e quattro annate storiche di Vino Santo; sei vini degustati, un percorso a ritroso nel tempo, frutto del sapere secolare della tradizione: Nosiola 2022 di Giovanni Poli, Nosiola 2022 di Maxentia, Vino Santo 2008 di Pravis, Vino Santo 2003 di Gino Pedrotti, Vino Santo 1998 di Francesco Poli e Vino Santo 1983 di Pisoni. A guida di questo viaggio, Roberto Anesi, Miglior Sommelier d’Italia 2017, che ne ha apprezzato “I tratti distintivi del vitigno che ha mostrato il suo carattere e la sua identità: freschezza, eleganza e versatilità.” Nel corso della degustazione ha saputo valorizzare i diversi vini: “Le due Nosiole, la prima vinificata in acciaio, la seconda con una parziale macerazione sulle bucce, hanno mostrato tutta la loro bevibilità, con sentori di nocciola, una nota vegetale e un finale minerale e salino, sempre con una complessità a tratti scattanti”.
La Degustazione
NOSIOLA | 2022 Az. ag. Giovanni Poli
Molte note floreali, frutta fresca bianca come mela e pesca bianca, salino di agrume ed erbe aromatiche sapido e fresco al sorso, pulito. Teso, un vino dalla articolata semplicità; stuzzicante, diretto e fresco. Intrigante e dal profilo scattante
NOSIOLA | 2022 Az. ag. Maxentia
Nota balsamica e di susina; un vino ancora molto giovane e leggermente chiuso, con un tratto fenolico che si percepisce sul palato, seguito da una eggera tannicità.
VINO SANTO | 2008 Az. ag. Pravis
Note di miele, uvetta e ricordi speziati, erbe balsamiche di montagna, note di nocciole caramellate e marmellata di arancia amara. Grande gioventù e freschezza che alleggerisce il palato, con un ricordo di cedro semicandito
VINO SANTO | 2003 Az. ag. Gino Pedrotti
Maggiore densità e concentrazione delle sostanze zuccherine. Note di resina e tanto agrume, un fumè accennato e aromaticità di mandorle tostate e leggermente salate. Lascia un leggerissimamente velo tannico e in retrolfazione si apprezzano note maltate, cerelicole, quasi di birra.
VINO SANTO | 1998 Az. ag. Francesco Poli
Complesso, con note di mallo di noce e mandorle tostate, dattero, fico caramellato, melassa di fico. Colore mogano, ambra molto scura, con note officinale di erboristeria, toni del caffè, del rabarbaro, china, ed erbe amaricanti. Palato dolcezza intensa. Dolce con rimandi sapidi, residuo sui 180 gr. Freschezza e sapidità. Note speziate.
VINO SANTO | 1983 Az. ag. F.lli Pisoni AIOLI VINO
Tratti del colore Tona di monaco, mogano un vino che ha 40 anni note mediterranee, nota di cacao, balsamicità, ricordo di incenso. Grande freschezza e leggerezza nel sorso, succosità e slancio.
Fosca Tortorelli