Degustatore: Andrea Li Calzi Valutazione: @@@@@ Data degustazione: 11/2022
Tipologia: DOCG Spumante Vitigni: pinot nero 95%, chardonnay 5% Titolo alcolometrico: 12,5% Produttore: ENRICO SERAFINO Bottiglia: 750 ml Prezzo enoteca: da 30 a 35 euro
Continuiamo ad occuparci della gamma Alta Langa Metodo Classico di Enrico Serafino. L’azienda, ne ho parlato qui, ha una storia davvero importante: è stata fondata attorno al 1878 a Canale d’Alba (CN), cuore pulsante del Roero. Negli ultimi anni, oltre ai classici vini rossi del territorio che comprendono anche la Langa, si è particolarmente distinta per la produzione delle cosiddette nobili bollicine piemontesi. Personalmente ho poi avuto la possibilità di recensirle quasi tutte, troverete le schede specifiche nella sezione apposita di Lavinium; questa volta tocca all’Alta Langa Extra Brut Parcellaire 2018. Il millesimo in questione è stato caratterizzato da un inverno lungo e ricco di precipitazioni, una manna dal cielo considerando la torrida 2017, tutto ciò ha ristabilito la dotazione idrica del suolo. La fioritura e di conseguenza l’allegagione sono state regolari e svolte in condizione climatiche ideali. La stagione estiva non ha avuto picchi anomali, favorendo così una progressiva maturazione dei grappoli e senza perciò anticipare nulla. È stata dunque un’annata di stampo tradizionale, indubbiamente ha richiesto molta attenzione in vigna ma senza stress particolarmente significativi da segnalare. Il nome del vino deriva da una scelta specifica della Cantina presa già dagli esordi della DOCG Alta Langa, e dal suo enologo Paolo Giacosa, che applica una vinificazione “parcellare”. Una sorta di selezione degli appezzamenti che più rappresentano il carattere tipicamente verticale e slanciato della sopracitata denominazione. Anche il dosaggio è volutamente contenuto (4,5 g/l) per preservare l’identità del frutto e la tipicità del territorio, per lo stesso motivo nella liqueur d’expédition non è presente alcun distillato. Veniamo al vino prodotto con uve pinot nero in prevalenza (95%) a saldo chardonnay, le uve vengono allevate a guyot in alcuni tra i migliori comuni dell’Alta Langa, vigneti esposti a nord e ad ovest, terreni prevalentemente argillosi e calcarei a circa 400-450 metri sul livello del mare. Si inizia da una vendemmia manuale, i grappoli d’uva vengono selezionati a mano su un tavolo vibrante e pressati in ambiente inerte (azoto) con una resa in mosto fiore del 55%; l’intero processo si svolge senza l’utilizzo di coclee al fine di trattare le uve nel modo più delicato possibile. Il mosto viene fatto fermentare in vasche di acciaio inox a temperatura controllata e conservato per 6 mesi sulle fecce con bâtonnage, la presa di spuma viene effettuata secondo il metodo classico e la sosta sui lieviti è di 42 mesi. Davanti ai miei occhi vedo un calice luminoso, algido nella sua tonalità paglierino che ammicca al dorato antico. Perlage particolarmente minuto e continuo anche a diversi minuti dalla mescita. Al naso esordisce mediante un’armonia perfetta tra le note calcaree e la purezza del frutto bianco che sa di ribes, pesca, cedro, fa eco una leggera sensazione fumé di incenso ma anche nocciola tostata; dopo lenta ossigenazione lieve smalto e piccoli fiori di montagna, complessità notevole anche a 24 ore dalla mescita. Il palato non è da meno, possiede densità gustativa ed una materia importante, si avverte da subito la freschezza che richiama l’agrume, successivamente si espande in bocca richiamando la frutta più carnosa in un finale lunghissimo e ammandorlato, incentrato sulla sapidità che richiama fortemente il territorio. Cinque chiocciole meritate, l’ho abbinato ad un rombo chiodato su letto di patate, olio evo, aglio ed erbe aromatiche.
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Sociologo e giornalista enogastronomico, è direttore responsabile di laVINIum - rivista di vino e cultura online e collabora con diverse testate (...)
Di formazione tecnica industriale è stato professionalmente impegnato fin dal 1980 nell’assicurazione della Qualità in diverse aziende del setto (...)
Laureato in Filosofia e giornalista professionista, lavora al Mattino dove da anni cura una rubrica sul vino seguendo dal 1994 il grande rilanci (...)
Maestro Assaggiatore e Docente O.N.A.V., Delegato per la provincia di Lecco; svolge numerose attività come Docente presso Slow Food, Scuola de L (...)
Sommelier e master sul servizio vino e relazione col commensale, ha tenuto alcuni corsi in area territoriale del Pavese di approccio/divulgazion (...)
È Sommelier e Degustatrice ufficiale A.I.S. rispettivamente dal 2003 e dal 2004; ha sviluppato nel suo lavoro di dottorato in Industrial Design, (...)
Napoletano, classe 1970, tutt'oggi residente a Napoli. Laureato in economia, da sempre collabora nell'azienda tessile di famiglia. Dal 2000 comi (...)
Ha iniziato la sua attività in campo enogastronomico nel 1987. Ha collaborato con le più importanti guide e riviste del settore italiane ed este (...)
Nato nel 1974 a Roma in una annata che si ricorderà pessima per la produzione del vino mondiale. Sarà proprio per ribaltare questo infame inizio (...)
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