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Alta Langa Metodo Classico Zero Riserva Pas Dosé Sboccatura Tardiva 2015

Alta Langa Metodo Classico Riserva Pas Dosé Sboccatura Tardiva 2015 Enrico SerafinoDegustatore: Andrea Li Calzi
Valutazione: @@@@@
Data degustazione: 10/2021


Tipologia: DOCG Bianco Spumante
Vitigni: pinot nero
Titolo alcolometrico: 12,5%
Produttore: ENRICO SERAFINO
Bottiglia: 750 ml
Prezzo enoteca: da 25 a 50 euro


A circa un anno dal mio approfondimento sulla Cantina Enrico Serafino, storica realtà vitivinicola piemontese fondata attorno al 1878 a Canale d’Alba, torno a recensire con molto piacere l’Alta Langa Metodo Classico Zero Riserva Pas Dosé Sboccatura Tardiva, questa volta figlio del millesimo 2015.
Quest’area vitivinicola in provincia di Cuneo è oggetto di discussione in questi ultimi anni, molte Aziende stanno investendo, diverse le ragioni: l’aumento delle temperature, elemento che porta inevitabilmente a riscoprire zone più fresche, la moda per le bollicine e il successo riscosso dal disciplinare Alta Langa -nato nel 1990 e Docg dal 2011 – giustamente severo, impone solo millesimati e un affinamento minimo di 30 mesi. Non ho mai nascosto il mio interesse verso questa categoria di vini, soprattutto amo il fatto che il Piemonte, regione dove sono nato e tutt’ora vivo, stia riscoprendo pian piano il suo glorioso passato in fatto di nobili bollicine. Poche persone conoscono realmente la sua storia, talvolta si pensa solo al Moscato d’Asti o all’Asti Spumante, ma questa terra fu tra le prime d’Italia a produrre gioielli enologici caratterizzati dalla rifermentazione in bottiglia.
Dal 1850, infatti, le cantine piemontesi producono bollicine metodo classico, e l’azienda Enrico Serafino ha iniziato poco dopo, nel 1878, nelle stesse cantine sotterranee utilizzate ancora oggi per i propri Alta Langa DOCG. L’annata 2015 è stata un’annata diametralmente opposta alla 2014: la prima è stata caratterizzata da caldo abbondante, mai siccitoso per fortuna, la seconda piovosa e fresca.
I vigneti sono situati nei comuni di Mango, Loazzolo e Bubbio ad un’altitudine compresa tra i 450 – 550 m s.l.m., i suoli sono ricchi di calcare e argilla. Vendemmia manuale, resa in mosto fiore del 45%, l’intero processo si svolge senza l’utilizzo di coclee al fine di trattare le uve nel modo più delicato possibile. Il mosto viene fatto fermentare in vasche d’acciaio inox a temperatura controllata e conservato per 6 mesi sulle fecce con frequenti bâtonnage.
Prodotto secondo metodo classico con affinamento sui lieviti di 72 mesi e sboccatura tardiva. Viene esclusa ogni forma di liqueur d’expédition, dunque lo “ZERO” è un Pas Dosé. Pinot nero in purezza, le vigne hanno in media 20-25 anni d’età. Calice luminoso, paglierino chiaro e vivace, riflessi beige. Perlage impeccabile, minuto, tiene lo sprint per diversi minuti, anche grazie a una sboccatura piuttosto recente.
L’immancabile nota di calcare, in questo millesimo, è avvolta da un frutto goloso, suadente: susina gialla, ribes bianco e mela golden, scorza di limone e mango; la parte floreale è intensa, freschissima, conferisce pulizia e austerità. Con lenta ossigenazione il miele millefiori fa capolino, suggestioni di pâtisserie e pepe bianco, leggero smalto in chiusura ad aumentare carisma e complessità.
Un sorso che riempie letteralmente il palato, timbro piuttosto incisivo, mostra una materia notevole che tuttavia non appesantisce, al contrario, scivola con disinvoltura e appaga per via di un perlage cremoso ed una freschezza controbilanciata egregiamente alla sapidità.
Ho azzardato l’abbinamento con un piatto di lonza di maiale con funghi champignon e ho fatto centro. 5 chiocciole.

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