Cabernet Franc Auritea 2016

Degustatore: Andrea Li Calzi
Valutazione: @@@@@
Data degustazione: 03/2021
Tipologia: IGT Rosso
Vitigni: cabernet franc
Titolo alcolometrico: 14,5%
Produttore: TENUTA PODERNOVO
Bottiglia: 750 ml
Prezzo enoteca: oltre 50 euro
Vino Bio: sì
Non c’è due senza tre: torno a parlare di uno dei “satelliti” che gravitano attorno al noto brand Ferrari di Trento, Tenuta Podernovo in Terricciola (PI), Toscana. Gli altri due sono ubicati in Trentino e Umbria, rispettivamente Tenuta Margon e Tenuta Castelnovo. Il primo articolo parlava in maniera piuttosto approfondita delle suddette Cantine, il secondo dell’anteprima del “Solenida” sempre di Podernovo: un sangiovese in purezza che rappresenta una vera e propria sfida lanciata dalla famiglia Lunelli.
Restiamo sempre a Terricciola, ma questa volta la Tenuta toscana ha scommesso sul cabernet franc, autoctono francese piuttosto anarchico, tra le cultivar più note al mondo, in Italia quasi sempre relegato ad un ruolo marginale nonostante le potenzialità insite in alcune zone ed in relazione al clima, particolarmente adatto al vitigno. Tutto ciò i Lunelli l’hanno capito è sin da subito hanno avviato un progetto nato dalla collaborazione con Luca D’Attoma, enologo di grande fama e stimato conoscitore del territorio toscano.
Il risultato è il Costa Toscana Igt Cabernet Franc Auritea, giunto alla seconda annata, la 2016, ormai universalmente riconosciuta a cinque stelle. Terricciola è un comune situato nel cuore delle colline pisane, ci troviamo a circa 40 chilometri dalla splendida Costa Toscana all’altezza della provincia di Livorno. Il cabernet franc di Podernovo è allevato in vigna Olmo, caratterizzata da una tessitura di medio impasto, limoso tendente all’argilloso, terreno ricco di conchiglie fossili di origine marina. Piantata nel 2004 a 130 metri s.l.m gode di una esposizione a sud est, nota in zona per la capacità di preservare l’integrità delle uve; in altri versanti le stesse verrebbero violentemente attaccate dalle alte temperature estive in determinati momenti della giornata. Frutto di un’accurata selezione attuata grazie al sistema Animavitis®, che permette di vendemmiare le microzone separatamente: grappoli piccoli, acini leggeri e piuttosto concentrati, così facendo si punta a ottenere massima qualità ed espressione del territorio.
Deriva da agricoltura biologica, come tutti i vini della Tenuta. Deve il suo nome “Auritea” ad Arca Aurita, una conchiglia fossile d’origine marina presente da milioni di anni nei terreni della Tenuta, che dona a questo vino una suadente mineralità, ma questo lo vedremo tra poco. Il sistema d’allevamento scelto è il cordone speronato (5680 ceppi/ha), rese bassissime di circa 38 quintali d’uva per ettaro. La temperatura di fermentazione avviene a 24-26°C per 21 giorni in tini di acciaio, macerazione pre-fermentativa a freddo a 12°C per 42 ore, temperatura di vinificazione massima di 26°C – 28°C in acciaio, macerazione vera e propria di 20 – 25 giorni con leggere bagnature del cappello in modo da estrarre lentamente la parte nobile dei tannini. Affinamento di 18 mesi in barriques di legno francese, più un anno di riposo in bottiglia prima della vendita.
Tinge il calice grazie a un colore rubino vivace, tonalità profonda, calda, mostra consistenza e notevole estratto. Del classico varietale francese scorgo le peculiarità più interessanti: legno ben digerito, pennellate floreali con toni leggermente appassiti, geranio su tutte, un frutto maturo che sa di ribes nero e mirtillo accompagnato da dolci ricordi di cacao amaro e caffè tostato. Con lenta ossigenazione erbe aromatiche quali santoreggia e rosmarino cedono il passo a una spezia dolce, definita e sinuosa: noce moscata e cannella; il vino chiude definitivamente i battenti, dopo circa un paio d’ore dalla mescita, incentrando tutta la sua finezza su eleganti ricordi boschivi e balsamici con un richiamo continuo alla grande mineralità del suolo, una vena salmastra e ricordi di conchiglie frammiste a iodio e calcare.
Un vino che ha stoffa, profondità gustativa anticipata da una freschezza invidiabile, tannino vispo e ben coeso alla materia, lo stesso risulta ancora protagonista, e assieme alla lunga scia sapida che lo contraddistingue mostra enormi potenzialità nei confronti del lungo affinamento. Cinque chiocciole strameritate, a mio avviso è destinato a competere ad armi pari con i più grandi Cabernet Franc del mondo.
Abbinato a un piatto di paniscia (risotto con verze, legumi e salame sotto grasso), anche un po’ per gioco, ho voluto portare un po’ della provincia di Novara nella splendida Toscana.