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DONATO D’ANGELO

Logo Donato D'AngeloIndirizzo: Via Padre Pio, 10 – 85025 Rionero in Vulture (PZ)
Tel: +39 0972 724602
Sito: www.donatodangelo.it
Email: info@donatodangelo.it


laVINIum 09/2021
Oltre un anno fa ho dedicato un articolo all’Aglianico del Vulture 2016 di Donato D’Angelo, un vino che indubbiamente mi ha conquistato. Diverse le ragioni: estrema corrispondenza nei confronti del territorio, capacità di tradurre fedelmente il DNA del vitigno, evoluzione nel bicchiere. Quest’ultima caratteristica è troppo spesso sottovalutata, ormai sempre meno persone sono dotate di pazienza, capacità di analisi, raccoglimento, si perde troppo tempo a fotografare la bottiglia e pochissimo ad approfondirla, ma è una moda, passerà.

Famiglia D'Angelo fra le botti
Famiglia D’Angelo fra le botti

Nel mio articolo ricordo di aver citato il film Basilicata coast to coast diretto da Rocco Papaleo, attore e regista dal carattere istrionico, un po’ come l’uva aglianico: “La Basilicata esiste!”. La curiosità e il grande rispetto che nutro nei confronti di questo territorio vitivinicolo – uno tra i più vocati del nostro belpaese – mi ha spinto ad approfondire la conoscenza dell’Azienda e dunque dei suoi protagonisti. Il primo contatto l’ho avuto con Emiliana, giovane rampolla di casa D’Angelo, laureatasi in Viticoltura ed Enologia nel 2018. Oltre all’interesse per l’uva protagonista del sud Italia condividiamo anche in parte il cognome, mia madre è anche lei una D’Angelo ma di origini sicule.
La Cantina nasce nel 2001, circa 20 ettari di vigneti dislocati nella zona più classica di produzione dell’Aglianico del Vulture – in provincia di Potenza – i comuni sono: Barile, Ripacandida e Maschito. Si coltiva principalmente l’aglianico, con una restante parte di cabernet sauvignon e fiano utilizzati per gli altri vini della gamma. L’Azienda attualmente è condotta da Filomena Ruppi e Donato D’Angelo, quest’ultimo dopo aver lavorato per quarant’anni nell’azienda storica di famiglia – marchio ancor oggi importantissimo per il territorio e per il vino italiano – ha deciso di iniziare questa nuova e personalissima avventura. Una produzione che si assesta attorno alle 150.000 bottiglie circa, molte delle quali esportate in tutto il mondo.

Donato D'Angelo
Donato D’Angelo

Lascio la parola ad Emiliana: “La nostra è un’agricoltura convenzionale, mai invasiva, stiamo cercando una via per la conversione ma in zona non è affatto semplice per diverse ragioni. Il rispetto per l’ambiente e per la natura si riesce comunque ad ottenere in vari modi e ci impegniamo sempre per questo. Anche in cantina gli interventi sono davvero minimi. Gli appezzamenti che si trovano nella zona di Barile e Ripacandida sono composti da terreni piroclastici di medio impasto e ricchi in minerali, mentre a Maschito sono di origine alluvionale prevalentemente argillosi, sabbiosi e ricchi in ferro.”

Vigneto D'Algelo

La Cantina Donato D’Angelo si traduce dunque in attenzione massima in vigna, in cantina e un rispetto sacrale dei grandi suoli vulcanici che nutrono le viti; l’azienda guarda anche al futuro e con Emiliana ha inaugurato la quarta generazione. L’obbiettivo principale è perseguire il concetto di qualità della materia prima – e del vino – a tutti i costi. In realtà dovrebbe essere quello di tutte le Cantine, in alcuni casi troppo spesso disposte a sacrificare la bontà finale del vino per inseguire mode o filosofie produttive spesso discutibili. Queste le parole di Filomena: “Il nostro obbiettivo è quello di essere costanti nella qualità e a dimostrazione di ciò, siamo anche disposti a sacrificare le annate mediocri nel senso che se un’annata non è molto convincente dal punto di vista qualitativo, non la mettiamo in bottiglia.”

Grappolo di aglianico
Grappolo di aglianico

Queste colline di origine vulcanica sono in grado di elevare l’uva aglianico a livelli davvero alti, vette di austerità e complessità che forgiano un carattere del tutto unico, riconoscibile, difficilmente assimilabile ad altri territori italiani dove questo vitigno vive e regna. Quest’uva, allevata nel suo ambiente ideale, ovvero l’alta collina, è arrivata più di duemila anni fa dalla Grecia e si è presto affermata quale leader indiscussa nella viticoltura meridionale, per numeri e qualità. È una cultivar caratterizzata da grappoli piccoli, compatti, gli acini hanno buccia spessa di colore blu scuro, questo elemento genera profumi ammalianti nel vino, complessità, struttura ed importanza a livello gustativo. Le viti in Casa D’Angelo sono splendide quaranta-cinquantenni, la vendemmia solitamente avviene a fine ottobre – tutto dipende dai capricci della natura s’intende – le uve vengono vinificate con pigiatura, diraspatura e quindi macerazione e fermentazione in vasche di cemento; dopo la svinatura, il lungo affinamento in tonneaux (minimo diciotto mesi).

Famiglia D'Angelo

L’azienda presenta tre etichette: Aglianico del Vulture Calice, prodotto con uve aglianico 100% provenienti da vigneti un po’ più giovani, (minimo 10 anni), Aglianico del Vulture Donato D’Angelo – superiori a 20 anni – infine Balconara IGT Basilicata Rosso, uve allevate in un singolo vigneto; quest’ultimo vino è prodotto con 50% di uve aglianico e 50% cabernet sauvignon che tra queste alte colline d’importante matrice vulcanica ha trovato felice connotazione.

Andrea Li Calzi

Vini degustatiAnnataPrezzoVoto
Aglianico del Vulture2016da 15 a 25 euro@@@@@
Aglianico del Vulture Calice2016da 10 a 15 euro@@@@
Balconara2017da 15 a 25 euro@@@@
Aglianico del Vulture Donato D'Angelo2017da 15 a 25 euro@@@@
Basilicata Rosato Ede2022da 12 a 15 euro@@@@

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