Nosiola Annada 2021

Degustatore: Andrea Li Calzi
Valutazione: @@@@
Data degustazione: 06/2023
Tipologia: IGT Bianco
Vitigni: nosiola
Titolo alcolometrico: 12,5%
Produttore: PISONI
Bottiglia: 750 ml
Prezzo medio: da 19 a 23 euro
A giudicare dal nome, Annada, rievoca millesimi indimenticabili: nulla di tutto ciò, il vino si fa in vigna e ogni annata occorre “combattere” per portare a casa ottimi risultati, le annate favorevoli aiutano ma non basta. Fratelli Pisoni, Cantina di Pergolese (TN) piccolo borgo vitato della Valle dei Laghi in Trentino Alto-Adige, dedica questo vino bianco ai due secondogeniti dei titolari Stefano e Marco: Anna e Davide, da qui nasce il nome di questo vino legato alla viticoltura del territorio. Ottenuto dai migliori grappoli di nosiola, cultivar autoctona trentina a bacca bianca, allevati nei vigneti sulla collina di San Siro, i filari sono esposti al sole e rinfrescati dalle brezze quotidiane che accarezzano la Valle dei Laghi tra cui la nota Ora del Garda. Successivamente alla vendemmia, le uve vengono spremute ed il mosto fermenta direttamente nei tonneaux di acacia. Dopo un anno di affinamento nel medesimo contenitore viene imbottigliato, riposa altri sei mesi prima della messa in vendita.
La nosiola è un vitigno molto particolare, il suo nome, “nosela” in dialetto trentino, pare sia da ricondurre ai richiami olfattivi di nocciola presenti nel vino, nonché al colore oro intenso delle sue bacche. Quest’uva è particolarmente indicata per l’appassimento grazie alla buccia spessa e alla maturazione tardiva, per questo ed altri motivi la nosiola viene utilizzata per la produzione del noto Trentino Vino Santo.
Veniamo al Vigneti delle Dolomiti Nosiola Annada 2021, che si presenta in veste oro antico con riflessi paglierino accesi; buona consistenza. Naso incisivo, profumi intensi di spezie dolci in parte derivati dal DNA del vitigno e in parte dal legno. Tra i vari sentori impossibile non distinguere la nocciola lievemente tostata, seguita da vaniglia, agrume candito, piccoli fiori di malga e yogurt millefiori, oltre ad un incessante richiamo alla pietra frantumata e al calcare.
In bocca non risparmia colpi: la sapidità è in primo piano supportata da una spalla acida che ben richiama le caratteristiche dei vini di montagna, in un crescendo di profondità gustativa che a mio avviso non teme l’abbinamento con piatti di carni bianche salsate, tra cui coniglio. Quattro chiocciole, una gran bella scoperta.