Rosso Naos 2015

Degustatore: Andrea Li Calzi
Valutazione: @@@@@
Data degustazione: 03/2022
Tipologia: IGT Rosso
Vitigni: refosco dal peduncolo rosso 70%, merlot 20%, cabernet franc 10%
Titolo alcolometrico: 14%
Produttore: PITARS
Bottiglia: 750 ml
Prezzo enoteca: da 15 a 25 euro
Concludiamo la carrellata di vini rossi promossi dalla Cantina friulana Pitars, di San Martino al Tagliamento (PN), con un altro blend di vitigni autoctoni e internazionali sapientemente dosati, il vino in questione è il Venezia Giulia Rosso Naos 2015. Questo millesimo verrà ricordato ancora per tanto tempo per la sua qualità, il suo equilibrio. Indubbiamente caldo tuttavia lontano da picchi di afa e clima torrido registrati in altre annate, occorre riconoscere che l’Azienda anche in quest’ultimo caso, cito per esempio il Venezia Giulia Rosso Brumâl 2017 già recensito, ha saputo dimostrare che la cura maniacale del vigneto e tantissimi altri fattori dettati dal perfezionismo, dell’esperienza e soprattutto dal sacrificio, possano realmente fare la differenza; figuriamoci dunque in un millesimo più favorevole.
Questa volta il blend è composto da 70% refosco dal peduncolo rosso, 20% merlot e 10% cabernet franc; ennesima riprova di quanto la Cantina tenga particolarmente a dare risalto agli autoctoni regionali. Le uve vengono allevate con sistema a guyot tra le colline di Passariano, in provincia di Udine, una piccola parte di merlot proviene dai vigneti ubicati in prossimità della Cantina, a San Martino al Tagliamento (PN). Da queste parti la matrice del terreno è sassosa e argillosa, componenti tipiche delle cosiddette Grave del Friuli.
Si parte da una selezione manuale in cassette, un appassimento di circa il 20% delle uve, segue vinificazione in rosso con macerazione sulle bucce per 15 giorni, affina 12 mesi in barrique di rovere. Degustando l’annata 2015, dunque essendo trascorsi ben 7 anni dalla vendemmia, non posso che riscontrare un equilibrio di fondo che caratterizza gran parte del vino. Il colore è rubino acceso, tonalità calda che evidenzia lontanissime sfumature granato ancora piuttosto timide, l’estratto è notevole.
Avvicinandolo al naso ciò che rapisce è la fusione tra toni speziati caldi, ben lontani dalla natura del legno, e il frutto goloso, mai esausto seppur seducente, sinuoso. In sequenza: amarena, prugna, mirtillo e una coltra balsamica di eucalipto che incontra tanto caffè, cardamomo, caucciù e liquirizia; chiude il quadro olfattivo un ricordo salmastro unito ad un curioso accento mediterraneo che sa di salamoia di olive/capperi.
La consueta morbidezza che contraddistingue i vini rossi Pitars, anche in questo caso, è perfettamente contrastata da una spalla acida notevole in grado di dipingere un quadro gustativo dov’è sempre la bevibilità l’arma vincente. Il sorso è ancor più che vitale, sapido, per nulla arrivato a destinazione, sarò curioso di riassaggiarlo non prima del 2025. Perfetto su formaggi stagionati di latte vaccino, su tutti scelgo per ovvie regioni di confine regionale un bel Montasio DOP Stravecchio con oltre 18 mesi di stagionatura.