Sangiovese GS 2015

Degustatore: Roberto Giuliani
Valutazione: @@@@@
Data degustazione: 07/2022
Tipologia: IGT Rosso
Vitigni: sangiovese
Titolo alcolometrico: 13,5%
Produttore: COSTA ARCHI
Bottiglia: 750 ml
Prezzo enoteca: da 25 a 30 euro
Ho scelto di lasciare per ultimo questo vino, per almeno un paio di motivi, il primo è nel significato di quella sigla “GS”, ovvero le iniziali di Glauco Succi, papà di Gabriele, che nel 2011 purtroppo ha lasciato questa terra, il vino è quindi dedicato a lui, proviene da un singolo vigneto impiantato nel 2009 dove dimorano due cloni di sangiovese: BBS 11, lo stesso usato in casa Biondi Santi, e T19, visceralmente romagnolo, più polifenolico e “rapito” da Giulio Salvioni de La Cerbaiona (quindi fra Montalcino e la Romagna qualche legame c’è…).
Il secondo motivo è che questo sangiovese in purezza non è DOC Romagna, ma un “semplice” IGT, perché? Essendo il vino di punta aziendale, era necessario distinguersi da una denominazione che al suo interno, purtroppo, ha vini di qualità e prezzi estremamente diversi, un problema tutt’altro che raro nel nostro Paese e che è proprio il limite principale delle DOC e DOCG, è successo con il Chianti in Toscana, con il Frascati nel Lazio, con l’Orvieto in Umbria e via discorrendo. Come fai a far capire a una persona non esperta come mai sotto la stessa denominazione di origine c’è un vino da 3-4 euro e uno da 25?
Dal punto della vinificazione non ci sono praticamente differenze con il Monte Brullo. Questo vino mi lascia davvero senza parole, bravo Gabriele ad averlo messo da poco in commercio perché è in un particolare stato di grazia, tanto intenso quanto carezzevole, ti avvolge con il suo frutto pieno e maturo al punto giusto, non voglio perdermi nei consueti riconoscimenti, non li ritengo importanti, quello che mi colpisce è il grande impatto che ha all’assaggio, riesce ad aggredirti con dolcezza, ti circuisce e non ti molla, credo davvero che Glauco sarebbe orgoglioso di questo vino, sorprendente in ogni suo aspetto, un perfetto esempio delle ancora non sufficientemente valorizzate possibilità espressive di questo territorio. Il GS ha un grande fascino, perché non indossa maschere, non ha artifici, si dona senza nascondere la sua vera natura, ti emoziona proprio per questo, racconta tutto se stesso sorso dopo sorso, non devi imparare una lingua per capirlo, ma lasciarlo fare, ci pensa lui, anche se sei distratto sarà lui a tirarti dentro, a stimolare i tuoi sensi assopiti, diventando protagonista di quel momento e spingendoti già al primo sorso a esclamazioni irripetibili ma inequivocabili.