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“Vite in Riviera”: la capacità della Riviera di Ponente di fare sistema

Enoteca Regionale
Enoteca Regionale

È un angolo di Liguria sicuramente meno noto quello della Riviera di Ponente, che parte dal savonese e si estende per circa 150 km fino al confine con la Costa Azzurra. Una Liguria sicuramente meno “griffata” ma che racchiude luoghi inaspettati e persone genuine. Un luogo costellato da numerosi borghi medievali ancora perfettamente intatti, immersi in una natura incontaminata che raccontano storie di prodotti coltivati con fatica e passione, nonostante la natura impervia che caratterizza quest’area.
La Riviera di Ponente è una fascia di terra collinare situata nella parte occidentale della Liguria, una sottile lingua di terra che si affaccia sul Mar Mediterraneo ed è protetta dalle Alpi, dove la viticoltura ha sempre mostrato la sua natura più selvaggia e impervia, dove i vitigni sono coltivati su terrazzamenti a strapiombo sul mare. Un territorio che per la sua particolare morfologia, costringe i produttori ad un lavoro lungo e difficile, dove la raccolta è per lo più manuale e la possibilità dell’ausilio di macchine e trattori è pari a zero. Un territorio fertile non solo dal punto di vista vitivinicolo, ma il cui paesaggio si arricchisce nella scenografia attraverso la presenza dei tanti ulivi e della rigogliosa vegetazione.

Vigneto La Vecchia Cantina
Vigneto de La Vecchia Cantina

La Riviera Ligure di Ponente possiede una tradizione vitivinicola e olivicola davvero importante, che in questi ultimi anni ha riscontrato una sua rinascita, seppur vero che i prodotti della Riviera Ligure di Ponente sono spesso sottovalutati o meglio ancora troppo poco conosciuti.
Questa è stata una delle leve che nel 2015, ha spinto un gruppo di 27 produttori a unirsi e creare un’associazione che ha come scopo far conoscere e valorizzare il territorio della Riviera Ligure di Ponente, ubicato tra le provincie di Savona ed Imperia. Così prende vita l’associazione “Vite in Riviera”, una rete di produttori di olio e vino che fanno squadra per valorizzare, tutelare e promuovere le eccellenze vinicole e olivicole di questo territorio.
L’associazione ha il suo campo base presso la sede dell’Enoteca Regionale della Liguria ad Ortovero (SV), dove è possibile trovare riuniti i prodotti più significativi di questo territorio.

Marco Temesio di Casina Nirasca
Marco Temesio di Cascina Nirasca

Fare rete è quindi fondamentale, come ha sottolineato più volte Massimo Enrico, Presidente di Vite in Riviera, soprattutto nel momento in cui si parla di micro realtà, che solo unendo le forze possono far sentire la loro voce. Una messa a sistema quindi, che attraverso la conoscenza dei suoi vini e dei suoi oli, vuole dare valore anche all’enoturismo.
Luoghi unici e realtà produttive che desiderano con grande umiltà farsi conoscersi e aprirsi sempre di più ad un pubblico esterno. Lavoro, sacrificio, ma tanta gioia, emozione e positività, questo emerge dai volti e dall’ampia panoramica di vini e prodotti degustati sul campo.
La Riviera di Ponente è formata da terre rosse di origine marnoso-calcarea con residui organici, che andando verso l’interno diventano terre brune a sottosuolo ghiaioso, permeabili ed asciutte.
Un viaggio di approfondimento che è partito da Quiliano, dove la Granaccia è il primo vino che dà il suo benvenuto qui nel Ponente. “Strano vino: unico; proveniente dall’Aragona si sarebbe diffuso prima in Catalogna e poi in Francia. (…) Questo granaccia sa più di Alpe che di mare, più di Piemonte che di Liguria.” (M.Soldati – Vino al Vino).
C’è chi infatti ha impiantato cloni francesi e chi spagnoli, che lasciano evidenti tracce di differenziazione in quello che è il prodotto trasformato.

Granaccia Turco

La Granaccia non è per nulla una varietà semplice, come emerge dalle parole di Lorenzo Turco, dell’azienda agricola Innocenzo Turco, che lo coltiva e trasforma nella sua azienda situata nell’entroterra di Savona. Cantina e ristorante, un binomio che Lorenzo porta avanti dal 2006 quando decide di trasformare la vecchia stalla in un luogo di ristoro caldo e accogliente, dove viene proposta una cucina semplice e sincera, senza pretese, ma assolutamente non banale. Una gamma di vini che non esclude la bacca bianca, ma che fa della Granaccia la sua punta di diamante.
Dalla veloce e fresca versione in rosa, alla classica e snella Granaccia DOC Riviera Ligure di Ponente, dal colore rubino, dalle note balsamiche e resinose e dal sapore di agrume dolce quasi di mandarino o di bergamotto. Non manca una versione più complessa e strutturata che vede una selezione di vigna “I Cappuccini”, prodotta da vigne di oltre quarant’anni, dove la maturazione in legno forse ne ostacola l’espressività varietale.

Eliana Maffone
Eliana Maffone

Restando sulla bacca rossa, ci spostiamo in provincia di Imperia nella Valle Arroscia; felice incontro con l’Ormeasco di Pornassio, una varietà che, come insegnano i titolari della realtà familiare Tenuta Maffone, può essere declinata in diverse tipologie, dalla bollicina al passito. Una rivelazione il loro metodo classico Pas dosé DueZeroSette 2015, solare, coinvolgente, con una bollicina stuzzicante e di grande eleganza. Qui la viticoltura è impervia ed eroica, le vigne si trovano tra i 450 e i 650 metri s.l.m. e le favorevoli condizioni climatiche, connotate da una giusta ventilazione e buone escursioni termiche, favoriscono la crescita e la maturazione della vite.

Declinazione di Ormeasco

Non solo bollicine, ma anche le versioni più fresche e gioiose come l’Ormeasco Sciac-trà dove il nome Scia-Trà deriva dal dialetto ligure e indica “schiaccia e trai” cioè pigia e svina subito prima che le bucce colorino il vino. Vini di personalità e carattere, anche l’Ormeasco di Cascina Nirasca e il suo Ormeasco Sciac-trà, espressivi di tutta la cura e passione che Marco Temesio mette nel produrli. Un amore a primo assaggio quello per questo vitigno, che deriva da un antico dolcetto a raspo rosso che sembra che sia stato importato dai Saraceni attorno all’anno Mille, nelle zone limitrofe a Ormea, borgo delle Alpi Liguri da cui avrebbe preso la denominazione attuale.
Nell’Alta Valle Arroscia questo vitigno venne impiantato già nel XIV secolo per volere del Marchese di Clavesana, qui ha trovato senza dubbio il suo habitat ideale e nonostante la produzione limitata, il vino che ne deriva risulta eclettico e versatile.

U Bertu di La Vecchia Cantina

Lasciamo la bacca rossa e ci tuffiamo a capofitto nel mondo del Pigato, varietà a bacca bianca più coltivata lungo la Riviera di Ponente, soprattutto nella zona compresa tra Imperia e Albenga. Proprio nella zona di Albenga troviamo piccole e interessanti realtà produttive, come l’Azienda Agricola “La Vecchia Cantina” che si trova a Salea d’Albenga, (SV), che ne dà curiosa interpretazione realizzando “U Bertu” lo spumante Metodo Classico di Pigato Dosaggio Zero 2015, un prodotto singolare, che lascia trasparire la personalità dell’uva Pigato, molto elegante nella bollicina. Si conferma per precisione e personalità il “Bon in da Bon” Pigato DOC Riviera Ligure di Ponente 2018 della cantina Bio Vio, siamo nell’entroterra di Albenga, precisamente nell’antico borgo medievale di Bastia d’Albenga, paese di origine di Giobatta Vio il titolare detto Aimone. Questo suo Pigato è un vino molto espressivo e territoriale nato da uve raccolte tardivamente da vigne di circa 60 anni di età, dal corredo aromatico ricco e intenso e di buona persistenza al palato. Chiude il cerchio il felice incontro con il Sig. Luigi Merello, titolare del Podere San Sebastiano, azienda da sempre focalizzata sull’olio extravergine di oliva, ma che dal 2015 ha intrapreso la produzione di vino acquisendo un podere in località Marixe, vicino ad Arnasco.

Maffone 207

Una zona particolare quella delle Marixe, molto pregiata e dal terroir unico, che insieme a Salea, Campochiesa e la Valle Arroscia è tra le zone più vocate per la coltivazione del vitigno Pigato; qui la sponda sinistra del torrente Arroscia ha matrice calcarea e intrusioni ferrose, oltre a un microclima particolare favorito dall’aria salina del mare che si intreccia con quella più fresca delle Alpi Liguri, garantendo una maturazione ottimale per questa varietà.

Marixe Podere San Sebastiano

Va altresì detto che questa mediterranea bacca bianca predilige qualche anno in più sulle spalle, per cui come in tante altre realtà la raccomandazione è di lasciarlo riposare, quel giusto tempo, senza avere fretta di stapparlo, per godere appieno delle sue potenzialità; con quel giusto melange tra salsedine e brezza di mare che trova felice unione nella rigogliosa vegetazione che caratterizza la Liguria, dove ginestre, pini marittimi, ulivi ed erbe aromatiche selvatiche dominano questa vasta biodiversità.
Un viaggio intenso che lascia quel tocco di sapidità marina morbida e gradevole, e i freschi profumi di questa radiosa realtà mediterranea.

Fosca Tortorelli

Fosca Tortorelli

È Sommelier e Degustatrice ufficiale A.I.S. rispettivamente dal 2003 e dal 2004; ha sviluppato nel suo lavoro di dottorato in Industrial Design, Ambiente e Storia, la tesi sperimentale dal titolo “Reinterpretare le Cellae Vinariae. Ambiente, Processo, Produzione” e una successiva pubblicazione in collaborazione con la Prof. Muzzillo F. dal titolo “Vitigni del Sud: tra storia e architettura” (Roma Natan Edizioni, 2012). Ha conseguito il Master Sommelier ALMA-AIS (luglio 2016) presso ALMA a Colorno (Parma). Fa parte dei Narratori del Gusto e insieme al Centro Studi Assaggiatori di Brescia partecipa a panel di degustazione di rilievo nel settore enogastronomico. Fa parte anche dell’associazione Donne del Vino, ha scritto sulla rivista l’Assaggio, oltre che su diverse testate registrate e ha preso parte alle degustazioni per la Guida Vitae, per la guida Slow wine 2017 e per la guida Altroconsumo. Dal 2018 è giornalista pubblicista.

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