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Zero Tolleranza per il Silenzio, il nuovo vino di Cà Du Ferrà

Presentato il 27 marzo nella Biblioteca Internazionale La Vigna a Vicenza

Cà du Ferrà

L’azienda Cà Du Ferrà di Davide Zoppi e Giuseppe Aieta, a Bonassola in provincia di La Spezia, sorge in un luogo dove la vite cresce tra verdi insenature modellate dal vento, dal mare e dalla storia che si incontrano e creano magia. Il paesaggio è un intreccio di grappoli e alture, dove la viticoltura si fa eroica e il sole picchia creando riflessi dorati sull’acqua, la luce abbaglia e il frastuono delle onde si mescola alla crescita della vite.
Al suono magnifico di questo connubio nasce Liguria di Levante Bianco IGP Zero Tolleranza per il Silenzio 2023 da uve Ruzzese. Il vitigno e il nome lo rendono già originale e iconico, un urlo che vuole squarciare il silenzio di secoli di storia. Le origini del Ruzzese sono raccontate in un testo che Davide e Giuseppe hanno ritrovato proprio nella biblioteca di Vicenza, datato 1596 a firma di Andrea Bacci: Storia dei Vini d’Italia. Già apprezzata dal papa Paolo III, l’uva Ruzzese dimostrava di essere un’ottima scelta per la sua succosità, “questi vini sono sincerissimi nella sostanza – come si legge nel passo – di uno straordinario odore e limpidi nella loro splendidezza dorata che scintillano blandamente nei bicchieri…”.

Davide Zoppi e Giuseppe Aieta
Davide Zoppi e Giuseppe Aieta

Dagli scaffali de La Vigna, forte dei suoi 62mila volumi e dove oltre a viticoltura si trovano trattati di agraria, biologia e geologia, lo studio sul Ruzzese risale alla mente brillante di due esperti del settore come il Professor Franco Mannini, ex ricercatore presso l’Istituto di protezione sostenibile delle piante del CNR di Torino, e al gruppo della studiosa di genetica viticola Anna Schneider. “In Liguria – dice il Prof. Mannini presente in sala – esiste un polo di varietà disparate. I vigneti non erano mai monovarietali. Il recupero delle diverse qualità non è stato facile, le omonimie sono frequenti e si deve fare un lungo lavoro di identificazione. Durante gli studi due vitigni hanno dimostrato un’identità, il Rossese bianco che si trova in Piemonte e il Ruzzese che era nelle Cinque Terre e in Lunigiana”.
Iscritto nel Registro Nazionale delle varietà di vite nel 2009, il Ruzzese ha ridestato l’attenzione solo nel 2014 quando il padre di Davide, Antonio Zoppi, ha deciso di acquistare il ceppo. All’oggi in azienda si contano 1500 piante che triplicheranno nei prossimi tre anni. A parlare delle caratteristiche di questo vitigno, molto resiliente al cambiamento climatico, è l’agronomo dell’azienda, Gabriele Cesolini: “Un vitigno forte e vigoroso e dai profumi intensi. Camminando tra i filari mi sono accorto che le piante rimangono verdi anche dopo molta esposizione al sole, maturano tardi e sono resistenti alle malattie fungine”.

Presentazione Ruzzese
Presentazione Ruzzese

DEGUSTAZIONE DI ZERO TOLLERANZA PER IL SILENZIO


Dopo l’esperimento già fatto dall’azienda con il Diciassettemaggio 2020, versione passito bianco, il vino di oggi è un Ruzzese secco.
Si eleva in tonneau da 500 litri con frequenti bâtonnage, riposa in bottiglia per confermare profumi e sentori di una limpidezza magnifica. Un vino schietto, dalle note salmastre, vigoria nel sorso e sapidità crescente, con una nota severa in bocca che lo rende lungo e appagante, ricorda le erbe aromatiche, il cedro, la macchia mediterranea che ne definisce i contorni e su tutte regna un’acidità superba che regala una promessa di longevità. Magistrale il legno che non si percepisce ma leviga i dettagli e conferisce a questo vino una pole position tra i bianchi del nord Italia ma anche tra gli internazionali più acclamati.

Biblioteca Internazionale La Vigna
Biblioteca Internazionale La Vigna

IL NOME DEL VINO
Il nome è il risultato di un lungo lavoro intellettuale di Giuseppe e Davide. Il culmine di un incontro tra l’uomo e l’anelito all’infinito. Nelle loro parole sono vive le immagini di una terra dove gli uomini sono sempre stati propensi verso l’ignoto e la scoperta. Una Liguria che si sporge verso l’orizzonte e che vuole raccontarsi in modo contemporaneo con un linguaggio diretto.  Per questo lo spirito del nome, zero tolleranza per il silenzio, è un desiderio di farsi sentire elevando la propria voce come il vino è stato elevato con il legno e il moto ondoso dei bâtonnage, quasi  movimenti voluttuosi delle onde marine. L’etichetta di carta sfilacciata si strappa e svela il nome.

Zero Tolleranza per il Silenzio 2023 Cà du Ferrà

A introdurre l’incontro una sala buia e a volume sostenuto il brano di Pat Metheny “Zero Tolerance for Silence”. Ancora una volta l’azienda ligure ci ha sorpreso e ingaggiato in un percorso di coraggio e consapevolezza.
Ricordiamo che Cà du Ferrà è parte attiva all’interno del progetto della Comunità Slow Food per la Protezione e Valorizzazione del Ruzzese del Levante Ligure. Un impegno condiviso che unisce agricoltura, etica e territorio in un’ottica di tutela e rigenerazione.
Grazie per l’ospitalità della Biblioteca Internazionale La Vigna di Vicenza e grazie all’ufficio stampa Federica Schir per l’organizzazione.

Susanna Schivardi

Susanna Schivardi

Amante della letteratura classica, consegue la Laurea in Lettere, indirizzo filologico, con una tesi sperimentale sull’uso degli avverbi nei testi arcaici della tradizione classica. Appassionata di viaggi e culture nel mondo, dai suoi studi impara che la tradizione è fondamentale per puntare all’innovazione, e si avvicina al mondo del vino dopo vari percorsi, facendone un motivo conduttore di tante esperienze. Conoscere le aziende da vicino, i territori e la visione da cui nasce una bottiglia, rimane una ricerca alimentata da una curiosità che si rinvigorisce viaggio dopo viaggio. Affianca al vino la pratica di uno sport come l’arrampicata, che richiede concentrazione, forza di volontà e perseguimento di obiettivi sempre più alti. In questo riconosce un’affinità forte con i produttori di vino, che investono vite intere per conseguire risultati appaganti, attraverso ricerca e impegno. Da quattro anni cura la rubrica Sulla Strada Del Vino finora online sulla testata giornalistica gliscomunicati.it, grazie alla collaborazione di Massimo Casali, sommelier da anni e studioso del vino. Attualmente lavora in Rai, ed è giornalista pubblicista dal 2005.

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