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Lacrima di Morro d’Alba: il prezioso rubino delle Marche

Vigneti a Morro d'Alba
Vigneti a Morro d’Alba

Verso la fine di giugno, nella settimana che ha preceduto il Lacrima Wine Days, che si è svolto nello storico borgo di Morro d’Alba, l’Istituto marchigiano di tutela vini – consorzio volontario di tutela nato nel 1999 – ha organizzato a Entrata a Palazzo Baleani a JesiPalazzo Baleani di Jesi un focus sul vitigno Lacrima. La tre giorni ha visto ben quindici produttori nel ruolo di protagonisti e narratori della loro realtà territoriale; oltre alle diverse visite sul campo, ci sono stati momenti di degustazione/confronto che hanno reso i giornalisti ancora più partecipi della kermesse.
Va altresì evidenziato come il leitmotiv della tre giorni sia stata la conoscenza del territorio a 360 gradi, con le visite della Pinacoteca, del Museo multimediale Federico II di Jesi, oltre che della storica passeggiata di Morro d’Alba, non trascurando in tal modo l’importanza e il valore che il contesto storico-culturale trasmette.
Durante la prima giornata, i giornalisti sono stati resi partecipi del lavoro che si sta facendo per far emergere sempre di più l’identità del Lacrima di Morro d’Alba, vitigno di origini antiche che ritroviamo già citato nel Purgatorio dantesco e che può essere annoverato tra i vitigni autoctoni semi-aromatici.
La nota dominante che lo contraddistingue è la rosa, dolce e incisiva, che emerge come solista nel bouquet floreale che fa le veci del coro e a cui seguono intensi profumi fruttati. Anche il gusto non perde questa sua piacevolezza regalando un sorso fresco e nervoso, dove ritorna l’espressività floreale rafforzata dal fruttato predominante di lampone, amarena e ribes.

Alberto Mazzoni
Alberto Mazzoni

Come racconta Alberto Mazzoni, direttore dell’Istituto marchigiano di tutela vini, si sta prendendo sempre più coscienza di questo vitigno e della sua capacità di invecchiare e di mantenere un profilo identitario al pari del conterraneo Verdicchio dei Castelli di Jesi. Il Lacrima di Morro d’Alba ha tutte le carte in regola per far apprezzare le sue doti, facendosi conoscere nella sua duttilità espressiva, riuscendo a esprimersi nelle diverse tipologie che spaziano dalla versione rosata, ferma e spumantizzata, ai grandi rossi, finanche ai passiti e alle grappe.
La Denominazione Lacrima di Morro d’Alba è cresciuta molto negli ultimi cinque anni, ha investito in attività promozionali importanti, sia nella ristrutturazione e crescita delle superfici vitate, sia negli aspetti tecnologici di cantina. Viene prodotta in oltre 250 ettari, principalmente da micro aziende tra le quali poche superano le cinquemila bottiglie l’anno, suddivise in tre tipologie: Lacrima classico, Superiore e Passito e sta seguendo le orme del già affermato Verdicchio dei Castelli di Jesi, che insieme ad essa ha contribuito al valore della manifestazione. Durante le tre giornate è stato possibile assaggiare sia le diverse tipologia di Lacrima, sia il Verdicchio, dall’annata 2016 fino ad arrivare ad espressioni con oltre sedici anni sulle spalle.

I produttori del Lacrima
I produttori del Lacrima

Di fondamentale importanza è la voglia e l’energia che questi giovani produttori dimostrano nel presentare con orgoglio le loro singole realtà e al contempo il loro impegno collettivo. A dimostrazione di questo impegno, è stata studiata la nuova immagine da destinare a questo vitigno, descritto come una “donna maratoneta“, longeva e caparbia da un lato e versatile e gentile dall’altra. Per l’occasione è stato presentato ufficialmente il nuovo logo, che ne incarna e sintetizza gli aspetti salienti, accompagnato dal claim “il profumo di una terra” e che verrà inserito sulle etichette delle bottiglie, per rafforzarne il rilancio della denominazione e per dare maggiore unità al prodotto.

Teatro Pergolesi a Jesi

Durante i momenti dedicati alle degustazioni, i quindici produttori hanno dimostrato la voglia di fare squadra e di crescere, dialogando e ascoltando con curiosità e umiltà i suggerimenti dati. Molte sono state le etichette interessanti, tuttavia sulla Lacrima bisogna continuare a lavorare per rafforzare sempre di più la conoscenza di questo vitigno e creare un’identità espressiva ancora più coerente.
Nel prossimo articolo un focus sulle degustazioni effettuate. ₪₪

Fosca Tortorelli

È Sommelier e Degustatrice ufficiale A.I.S. rispettivamente dal 2003 e dal 2004; ha sviluppato nel suo lavoro di dottorato in Industrial Design, Ambiente e Storia, la tesi sperimentale dal titolo “Reinterpretare le Cellae Vinariae. Ambiente, Processo, Produzione” e una successiva pubblicazione in collaborazione con la Prof. Muzzillo F. dal titolo “Vitigni del Sud: tra storia e architettura” (Roma Natan Edizioni, 2012). Ha conseguito il Master Sommelier ALMA-AIS (luglio 2016) presso ALMA a Colorno (Parma). Fa parte dei Narratori del Gusto e insieme al Centro Studi Assaggiatori di Brescia partecipa a panel di degustazione di rilievo nel settore enogastronomico. Fa parte anche dell’associazione Donne del Vino, ha scritto sulla rivista l’Assaggio, oltre che su diverse testate registrate e ha preso parte alle degustazioni per la Guida Vitae, per la guida Slow wine 2017 e per la guida Altroconsumo. Dal 2018 è giornalista pubblicista.

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