Sauvignon Blanc 2021: non solo bollicine di montagna per la famiglia Moser

Non solo bollicine di montagna per la famiglia Moser, che prosegue nel racconto e nella valorizzazione del terroir trentino attraverso la sua linea di vini fermi Warth, aggiungendo alla sua selezione il Sauvignon Blanc, con l’etichetta disegnata da Paolo Tait.
Una realtà familiare che produce Metodo Classico dal 1984, i cui territori di produzione delle uve sono situati sugli impervi pendii di origine porfirica della Valle di Cembra, terra di origine della famiglia Moser, e sulle colline di calcare e dolomia della Valle dell’Adige comprese fra Trento e San Michele all’Adige, ventilate dall’Ora del Garda.

Un’antica tenuta vescovile presso Maso Warth, sulle colline a Nord di Trento, circondata da un anfiteatro di vigneti, è sede della Cantina Moser Trento, una realtà nata nel 1979, voluta da Diego e Francesco Moser, cresciuti nella tradizione contadina della Valle di Cembra e legati al mondo del ciclismo, grazie alle vittorie di Francesco Moser e alla Val di Cembra stessa, terra di grandi campioni dei pedali.

Francesco Moser, vincitore del Giro d’Italia e grande campione italiano di ciclismo negli anni ‘70 e ’80 del 1900, ha scelto con tenacia e passione di guidare la sua realtà produttiva, che oggi viene portata avanti dalla seconda generazione Moser, composta da Carlo, figlio di Francesco con il ruolo di direttore sulla gestione amministrativa e commerciale, e suo cugino Matteo, figlio di Diego, come responsabile del settore agronomico ed enologico.

Le imprese e i successi ciclistici trovano spazio nel piccolo museo che affianca la sala degustazione aziendale, un luogo affascinante che, attraverso, foto, scritti, premi, la Maglia Rosa del Giro d’Italia, la pietra di Roubaix e naturalmente le diverse biciclette, segna il forte legame con questa disciplina sportiva. Le imprese di Francesco Moser sono inoltre ricordate dal metodo classico 51,151 (prodotto per la prima volta nel 1984 e che celebra il Record dell’Ora conseguito da Francesco a Città del Messico, proprio in quell’anno).
Non solo sport, ma anche un forte legame con l’espressività artistica segna questa solida realtà familiare, che trova in alcune etichette e nel logo dei vini della linea Warth, i tratti artistici di Paolo Tait, poliedrico artista trentino.

Il logo “Warth”, presente su tutte le etichette della linea, è frutto di un gesto netto, solcante e deciso di Tait, che incarna la forte identità e lo stile inconfondibile dell’azienda Moser. Mentre oltre al neonato Sauvignon blanc, il tratto espressivo trova spazio nel Riesling Renano e nel Rubro, un Teroldego realizzato solo nelle annate climaticamente favorevoli, con uve provenienti dalle colline di Sorni, zona vocata per le varietà a bacca rossa.
La connessione tra arte, natura e rispetto per la terra si è resa ancora più esplicita in occasione della presentazione del “neonato” Sauvignon Blanc, che è stato raccontato e degustato nella meravigliosa realtà di Arte Sella, un luogo dove la natura si trasforma in arte, nata nel 1986.

Si tratta di un’immensa esposizione a cielo aperto, incastonata tra il Monte Armentera a nord e il gruppo di Cima Dodici a sud, di materiali 100% naturali, che non vuole essere una semplice esposizione bensì un processo creativo in cui l’opera di ogni artista prende forma giorno per giorno sul luogo, cogliendo dalla natura stessa materiali e ispirazioni. Un luogo unico e suggestivo, che si lega perfettamente allo spirito sensibile della famiglia Moser, una scelta pensata per sottolineare ancora di più il valore che hanno i loro vini fermi della linea Warth.
Tratto comune che ben si ritrova in tutta la linea produttiva è senza dubbio la pulizia, la chiarezza e al contempo la netta espressività di ciascuna referenza.
Riguardo l’ultimo nato, come spiega Matteo Moser: “Il nostro primo Sauvignon Blanc nasce dalla volontà di esplorare le potenzialità di questo grande vitigno in un territorio vocato come il nostro, con uve allevate in un clima continentale, fresco, simile a quello della Valle della Loira, ma influenzato dalle Dolomiti. Siamo un’azienda dall’anima bianchista e con questa etichetta siamo riusciti ad affiancare al Riesling Renano, già presente nella linea Warth, un altro vitigno bianco nobile, di grande longevità, freschezza e beva, iniziando a produrlo proprio nel 2021, un’annata ottima per questa tipologia di vini.”
Quello che risulta all’assaggio del loro Sauvignon Blanc 2021, è la perfetta sintesi espressiva di questa varietà, frutto dell’assemblaggio delle uve da due zone fortemente vocate, oltre che di un’annata che è stata di altissima qualità, essendo stata fresca e tardiva.

Quindi si coniuga il carattere che deriva dai terreni calcarei allevati a guyot presso Maso Warth, sopra la città di Trento a 350m di altezza, alla nota fresca data dai vigneti allevati a pergola trentina sui terrazzamenti sabbiosi e porfirici della Valle di Cembra, a 500m sul livello del mare.
Un vino che viene prodotto in poco più di tremila bottiglie e racchiude il taglio di due zone per loro fondamentali, il cuore della Valle di Cembra e la mente di Maso Warth, un prodotto fermentato solo in acciaio e affinato per un anno in bottiglia, dove emerge l’eleganza delle note floreali di sambuco e di fresia, a cui si unisce la nota agrumata di limetta e cedro e quella fruttata di pesca, di fico e di ortica; al palato è fresco e di piacevole slancio salino.
Fosca Tortorelli