Trent’anni di Löwengang: Alto Adige Cabernet in verticale
Nel novembre dello scorso anno eravamo stati invitati alla presentazione del 30° compleanno della linea Löwengang, tenutosi a Milano, compleanno festeggiato con una verticale di Chardonnay Löwengang che si era spinta sino all’annata 1992; causa un precedente impegno non avevamo potuto andarci direttamente, c’era stata una nostra collaboratrice e ne aveva tratto questo pezzo.
Quest’anno, in occasione di SUMMA, nel mese di aprile, i Lageder hanno organizzato una verticale dell’altro vino della linea “Löwengang”, ovvero l’Alto Adige Cabernet, degustazione guidata da Luis von Dellemann, ex enologo (per ben quarantacinque anni) della Tenuta e cognato di Alois Lageder.
E questa volta non potevamo mancare.
Prodotto per la prima volta nell’annata 1984 e commercializzato nel 1986, l’Alto Adige Cabernet Löwengang (il nome deriva dall’omonimo maso, che a sua volta prende il nome dal palazzo signorile) è in realtà il frutto di diversi vitigni: cabernet franc, cabernet sauvignon, merlot, carmènere, che provengono dai migliori appezzamenti della Tenuta Löwengang, situata a Magrè, su suoli sabbiosi e ghiaiosi ad alto contenuto in calcare, collocati tre i 230 ed i 330 metri d’altitudine.
Alcuni ceppi vantano oltre 140 anni d’età e sono tra i più antichi dell’Alto Adige.
La vinificazione avviene in acciaio mentre l’affinamento in barriques, il 20% delle quali nuove, per circa sedici mesi.
Sette le annate in degustazione, assaggiate partendo dalla più vecchia, non tutte ci hanno entusiasmato allo stesso modo, le annate migliori si sono rivelate le più vecchie, innanzitutto la 1995 e a seguire la 2003 e la 2007.
Tutto si può comunque dire, tranne che questo vino non abbia una propria e marcata personalità.
Ecco i nostri assaggi:
1995: Color granato-mattonato con unghia aranciata.
Buona l’intensità olfattiva, pulito, complesso, note terziarie di cuoio e tabacco, sentori di peperone e inchiostro, nessun accenno d’ossidazione.
Buona la struttura, il vino è integro, ancora fresco, i tannini sono decisi e un poco asciuganti, buona la persistenza.
1997: Intenso il colore, granato-mattonato.
Discreta l’intensità olfattiva, sentori di botte, frutto rosso macerato, prugna secca.
Di media struttura, secchino, un poco asciugante.
2003: Granato con unghia aranciata.
Di media intensità olfattiva, frutto dolce, prugne secche e prugne cotte, accenni balsamici.
Discreta la struttura, tannini decisi, buona la vena acida, legno ancora percepibile, discreta la persistenza.
2007: Colore granato luminoso con unghia aranciata.
Mediamente intenso al naso, balsamico, con sentori di prugna secca.
Alla bocca è ancora percepibile la nota data dal legno, i tannini sono molto presenti e un poco asciuganti, buona la vena acida, i sentori rimandano alla radice di liquirizia.
2010: Il colore è granato, con unghia leggermente aranciata.
La bottiglia, con qualche problema, ci impedisce di valutare serenamente il vino.
2013: Color rubino luminoso di discreta intensità.
Un poco ridotto al naso, con frutto rosso in sottofondo.
Leggere note animali e tannino un poco asciugante.
2014: Rubino luminoso di buona intensità, unghia violacea.
Discreta l’intensità olfattiva, sentori di legno dolce, note balsamiche, prugne cotte.
Asciutto alla bocca, con legno in evidenza, buona la persistenza su sentori di radice di liquirizia.
Vino decisamente giovane.