Bolyki és Bolyki Egri Bikavér Superior 2012
Un’altra stella che sta recentemente brillando nel firmamento enologico ungherese è Janos Bolyki e non soltanto per la sua atletica figura, che ricorda tanto un giocatore di basket del campionato statunitense. Suo nonno faceva il bottaio e i suoi genitori avevano piantato e incominciato a coltivare una piccola vigna nel 1985. Il piccolo Jani era molto felice di aiutare i suoi genitori da bambino e racconta ancora adesso che lo faceva «per poter mangiare uva a volontà». Nel 1998 si è laureato in ingegneria industriale ed è riuscito ad acquistare e a ripiantare altri 11 ettari. Ne ha aggiunti altri 9 nel 2003, lo stesso anno in cui ha ottenuto il suo diploma in enologia, quindi ha fatto la sua prima vendemmia “fresco di patente”.
Questo giovane enologo (nominato a Eger enologo dell’anno 2010) ha conquistato non soltanto il mercato ungherese, ma anche quelli di altri Paesi europei, tra cui la Polonia, grazie alle numerose visite guidate nella sua grande cantina, che è uno dei luoghi più interessanti di Eger, a soli 2 km dal centro.
Si tratta di una vecchia cava scavata fino a 47 metri di profondità in una scogliera di roccia alta 26 metri. Le pareti della cantina sono di roccia naturale con suggestivi corridoi che sbucano in diverse sale, tra cui una spettacolare sala rotonda per le degustazioni, che nell’arredo interno e nell’atmosfera sembra quella che riuniva i cavalieri di Re Artù.
Grazie all’utilizzo di questa meravigliosa “architettura” naturale, che combina elementi di soluzioni moderne e tradizionali, è un posto che vale la pena di una visita. A qualcuno, poi, è pure capitato di farci fortuna. Qualche anno fa, quando in cantina si stava ancora lavorando alla sistemazione delle attrezzature e i tini erano stati allineati all’esterno, dalla parete di roccia si è staccato un masso enorme che ne ha fracassato uno.
Alcune migliaia di litri di vino avevano cominciato così a riversarsi in strada, per la gioia di bighelloni e scioperati locali, che ne hanno immediatamente approfittato, portandone via a più non posso.
Janos sorride ancora quando lo racconta. Quel vino era così buono che sarebbero tornati presto sicuramente a comprarlo. Beh, non gli manca mai il senso dell’umorismo, che si può vedere anche sulle etichette delle sue bottiglie e che si accompagna all’entusiasmo con cui sviluppa le potenzialità della sua visione enologica.
L’idea di acquistare una vecchia cava di morbida roccia vulcanica per farne una cantina è stata del padre, un ingegnere minerario che ha garantito personalmente la corretta esecuzione dei lavori di ristrutturazione, ma bisogna ammettere che si tratta di un progetto tanto bello quanto rischioso.
Queste rocce vengono facilmente erose e sgretolate dall’acqua e dal gelo. Due enormi blocchi di roccia che si sono staccati dalla parete giacciono ora sul prato di fronte all’ingresso e sembrano messi lì apposta, come due sculture astratte.
Oggi gli ettari vitati sono già più di 26, in diverse vigne (in magiaro dűlő). Quelle principali si trovano a Eger, come Kistibrik (zweigelt e kékfrankos), Kisgalagonyás (blauburger), Hajduhegy (kiráyleányka), Fertő-dűlő (kékfrankos), Ostoros e Marinka (királyleányka). Altre si trovano a Verpelét, come Alberki-dűlő (cabernet franc, kékfrankos, oportó), Középbérc (hárslevelű, merlot, blauburger, sauvignon blanc, menoir, kadarka).
Qui forse bisognerebbe aggiungere anche le vigne Kerékkötő, Határrajáró, Sík-hegy e… ma come si fa a rimanere al passo con questo terremoto a due gambe, se ogni anno ne aggiunge di nuove?
Alcune delle sue vigne si trovano anche fuori dall’area ufficiale di Eger, perché Janos è costantemente impegnato a cercare altri terreni adatti alla coltivazione della vite fra quei boschi di montagna che qua e là ospitano già dei vigneti, ma le cui potenzialità sono in gran parte ancora da scoprire. Anche fuori zona si producono in genere dei vini che si collocano al livello medio della qualità di Eger, quando mantengono l’impegno per lo stile locale e i metodi tradizionali.
Janos non è un fissato delle nuove correnti di pensiero, tanto che applica ben quattro sistemi di allevamento diversi, come cordone basso, guillot, doppio guillot e pergola, con una densità media di 4.200 piante per ettaro, resa da 1 a 1,5 kg d’uva per pianta e da 30 a 50 quintali per ettaro.
Vorrei poter parlare di altri suoi vini che ho avuto il piacere di degustare in Polonia, come la serie dei bianchi Meta Téma Grand Superior Egri Hárslevelű (tre versioni a seconda del grado zuccherino), ma tra tanti mi è piaciuto molto il rosso Bolyki és Bolyki Egri Bikavér Superior di diverse annate, tra cui l’ultima del 2012.
In etichetta padre e figlio Bolyki che si presentano come due brutti ceffi ricercati vivi o morti, tipo Butch Cassidy e Sundance Kid, i due famosi banditi del Mucchio Selvaggio (wild bunch) che si nascondeva dentro il “buco nel muro” (hole in the wall) del Wyoming. E questo loro vino mi ha fatto proprio lo stesso effetto che faceva la loro famosa Colt 45 sei colpi, quando sparava.
L’annata 2012 è stata molto secca per le uve di kékfrankos, merlot, cabernet franc, zweigelt e blauburger da cui è stato fatto. La fermentazione è avvenuta spontaneamente ed è poi maturato in botti di rovere da 500 litri per 18 mesi.
Un Egri Bikavér Superiore dal tenore alcoolico di 14,5%, concentrato e corposo, che ha bisogno di respirare un momento in un calice molto ampio o in caraffa. Poi però riesce a mostrarsi molto meglio, con un’espressione silvestre e sobria che lo fa apparire un vino più tranquillo rispetto agli altri di Eger, un po’ più bellicosi, anzi è basato sui toni garbati di un fruttato intenso e caldo (amarena, confettura di frutti di bosco) con una freschezza vinosa che sostiene abbastanza degnamente l’acidità e un tannino ben levigato.
L’elevato tenore alcolico qui si fonde veramente bene con una materia succosa, anche se non è invisibile. Nel finale, lungo e piacevole, c’è la pralina farcita al maraschino, il caffè appena macinato e un ricordo fumé.
Mario Crosta
BOLYKI PINCESZET
3300 Eger, Hevesy S. u. 8
Cell. +36(30)4162750
e-mail: bolykijanos@freemail.hu
sito: www.bolykipinceszet.hu